Scritto da: Marta Graziani 21 ottobre 2014 in Mangiare e bere Inserisci un commento 97 visite
Soprattutto in tempi recenti, si è molto parlato della sicurezza del pesce che acquistiamo. In più di un’occasione abbiamo letto di sequestri e prodotti mal conservati, ma questo non deve spaventarci. Basta solo seguire alcuni accorgimenti e capire come comprare il pesce in modo sicuro.
Partiamo dall’etichetta. Sui prodotti ittici confezionati e sfusi devono anzitutto comparire queste tre indicazioni:
- denominazione della specie ittica
- metodo di produzione (pesca/allevamento)
- provenienza (nazione o luogo di pesca)
Le regole valgono sia per i pesci che per i molluschi ed i crostacei, freschi o congelati, interi o lavorati, ma non si applicano a piatti pronti e prodotti inscatolati.
Quali sono le “omissioni” più comuni?
Come già rilevato in passato da Altroconsumo, in alcuni casi viene omesso il luogo di provenienza, così come la specifica pesca/allevamento. Alcuni venditori, inoltre, non riportano il nome completo della specie venduta, che deve ricavarsi da un elenco stabilito da un apposito decreto legge. Qualche esempio? Spesso lo smeriglio (squalo del valore di 2 euro al chilo) viene venduto per palombo, il pangasio per cernia, l’eglefino per merluzzo. Non sempre la colpa è del venditore, potrebbe anche essere del fornitore.
Cosa bisognerebbe trovare sull’etichetta del pesce?
L’Unione Europea ha disposto nuove regole, entrate in vigore dal 13 dicembre 2014, che obbliga ad includere nell’etichetta anche queste caratteristiche:
- Il nome commerciale e quello specifico del pesce (utile indicazione per evitare le frodi)
- L’indicazione del luogo di pesca
- Gli attrezzi utilizzati per la cattura
- L’eventuale scongelamento
- Il metodo di produzione
Consigli per l’acquisto del pesce
Il pesce fresco è ovviamente più saporito e mantiene meglio i nutrienti, ma quello surgelato, se conservato correttamente, riesce a conservare un buon contenuto di proteine e minerali. Diverso il discorso per quello congelato, che contiene meno proteine, vitamine e sali minerali. Quando si sceglie il pesce fresco, meglio optare quello di stagione (cioè pescato quanto è di passaggio nei nostri mari), che è comunque più fresco, integro e gustoso (e, di norma, costa anche meno).
Che dire del pesce d’allevamento, invece? Viene messo in vendita fresco, si trova tutto l’anno e costa fino al 50% in meno. Tuttavia, essendo nutrito in modo regolare, è più grasso. Contiene, in particolare, una quantità maggiore di omega 6, che sono grassi buoni, ma che in eccesso possono essere dannosi. Ovviamente, anche in questo caso è fondamentale controllare la provenienza.
Ancora una precisazione…
Attenzione all’odore: l’eventuale puzza di ammoniaca non è legata alla conservazione (è vietata per legge), ma allo sviluppo di composti, come metilammina e formaldeide, che si formano in modo naturale quando il pesce fresco si deteriora o quando quello surgelato o congelato viene conservato in modo scorretto o per troppo tempo.