Come conquistare il Nobel per la letteratura

Creato il 15 gennaio 2013 da Tiziana Zita @Cletterarie

Era il 1888 quando Alfred Nobel, l’inventore della dinamite, lesse sul giornale la notizia della sua morte. Quello che forse più lo colpì fu come venne annunciata: “E’ morto il mercante di morte”. In realtà chi era morto era suo fratello, ma la notizia gli provocò una certa apprensione circa il modo in cui sarebbe stato ricordato. Così, un po’ come gli Scrovegni riscattarono una vita da strozzini facendo costruire e affrescare da Giotto la famosa cappella, Alfred Nobel decise che voleva essere ricordato diversamente e inventò il Premio Nobel. Grazie alle sue precedenti 355 invenzioni, il chimico e ingegnere svedese aveva infatti accumulato una straordinaria fortuna.

E anche in questo caso riuscì nel suo intento. Nel testamento stabilì che il premio fosse assegnato a persone che “abbiano contribuito al benessere dell’umanità” nell’ambito della fisica, la chimica, la medicina, la letteratura e la pace.
In seguito, nel 1969, si è aggiunto anche il premio per l’Economia, finan- ziato dalla Banca di Svezia. Spicca l’assenza del Nobel per la matematica. Come mai? Voci di corridio dicono che la fidanzata di Nobel lo avesse tradito con un matematico svedese e per ripicca, onde evitare che si aggiudicasse il premio, Alfred escluse la matematica. I premi Nobel sono stati assegnati per la prima volta nel 1901. Quello per la letteratura è andato al poeta francese Sully Prudhomme ed è stata subito polemica. Molti artisti e scrittori protestarono perché consideravano Prudhomme un poeta mediocre, premiato al posto di Lev Tolstoj, l’autore di Guerra e Pace (da molti considerato il più bel romanzo di tutti i tempi) e di Anna Karenina.

Le polemiche si sono dunque sprecate fin dall’inizio, soprattutto per la letteratura, materia in cui i progressi sono difficilmente quantificabili. Le accuse principali che vengono mosse all’Accademia di Svezia sono quelle di eurocentrismo, di prendere in considerazioni ragioni extra letterarie e politiche, di essere troppo autoreferenziale: ad esempio ha fatto discutere, nel 2011, l’assegnazione del Nobel al poeta svedese Tomas Tranströmer.

Alfred Nobel

Insomma qual è il criterio di assegnazione?
E’ in ballo solo l’eccellenza letteraria, o anche altro?
C’è del marcio in Danimarca?
Perché Quasimodo e non Ungaretti?
Quanto contano le ragioni politiche? Quanto ha contato la posizione, pur coraggiosa, sul genocidio degli Armeni nell’assegnazione del Nobel a Pamuk?
Perché otto svedesi hanno ricevuto il premio, contro un solo cinese e un solo indiano?

Com’è stato possibile negare il massimo premio letterario mondiale a giganti come Emile Zola, Lev Tolstoj, Henrik Ibsen, Virginia Woolf, James Joyce, Jorge Luis Borges, Graham Greene? L’elenco è lungo e comprende anche Anton Cechov, Henry James, Joseph Conrad, Bertolt Brecht, Marguerite Yourcenar, René Char, Vladimir Nabokov, Paul Celan e Cormac McCarthy. Passi che non sia stato dato a Franz Kafka e Marcel Proust, visto che buona parte della loro opera è stata pubblicata postuma, ma negli altri casi…

Jorge Luis Borges e Ernesto Sabato

Spesso sono state considerazioni di natura politica a far «dimenticare» uno scrittore. Borges, ad esempio, fu scartato perché si era espresso favorevolmente rispetto ai dittatori Pinochet e Videla, anche se poi è passato a una decisa opposizione quando sì è scoperto l’orrore dei desaparecidos. Tolstoj venne considerato un nemico dello Stato e della Chiesa. Clamoroso il caso del Ezra Pound: dopo aver scontato dodici anni in un manicomio criminale per le sue idee fasciste nell’Italia fascista, gli fu negato il Nobel in seguito alle pressioni esercitate dal governo degli Stati Uniti.

Nel 1958 Boris Pasternak fu costretto a rifiutare il Nobel per non incorrere in pesanti ritorsioni da parte delle autorità sovietiche. Una dozzina di anni dopo il premio a Solženicyn fece di nuovo discutere: sembrava che l’Accademia di Svezia avesse voluto premiarlo proprio perché dissidente. Oltre a Pasternak, l’altro a rifiutare il Nobel è stato Jean Paul Sartre, nel 1964. Il motivo sostenuto dallo scrittore è di aver sempre declinato gli onori ufficiali, compresa la Legion D’Onore che gli è stata offerta dopo la guerra: in seguito rifiuterà anche di entrare nel Collège de France.

Boris Pasternak e Korney Çukovski

In quanto a Günter Grass, quando vinse il premio ancora non si sapeva che aveva militato nelle SS e dopo la sua rivelazione alcuni hanno chiesto che lo restituisse.
Col premio al peruviano Vargas Llosa, politicamente moderato, l’Accademia ha zittito tutti quelli che l’accusavano di essere troppo di sinistra. Quando ha ricevuto la notizia, lo scrittore si trovava a New York, erano le cinque del mattino e ha pensato che si trattasse di uno scherzo, come quello fatto una volta ad Alberto Moravia.
Virginia Woolf
non è neanche stata presa in considerazione, probabilmente perché donna. Dal 1901 ad oggi, le donne che hanno ricevuto il Nobel per la letteratura sono state 12 (tra cui l’italiana Grazia Deledda): decisamente poche per 112 anni di storia!

Marguerite Yourcenar

Anche il Nobel per la Pace ha spesso fatto discutere, ad esempio quando è stato assegnato  a Henry Kissinger per aver negoziato la fine della guerra in Vietnam, che invece non era affatto finita. Né sembra troppo meritato il Nobel per la pace a Obama, appena nove mesi dopo la sua elezione. Clamorosa l’assenza di Gandhi, candidato per cinque volte e mai premiato: l’ultima candidatura è avvenuta cinque giorni prima che fosse assassinato. Né è stato possibile rimediare perché il Nobel non può essere assegnato postumo.

Come ogni anno la cerimonia per l’assegnazione dei Nobel si è svolta a Stoccolma il 10 dicembre, anniversario della morte di Alfred Nobel. Questa volta il premio per la letteratura è andato al cinese Mo Yan. L’importo del Nobel è 8 milioni di corone svedesi, ovvero un milione e duecentomila dollari, ovvero di circa 900 mila euro.

Ezra Pound

Al di là di ogni considerazione, i 18 accademici non possono essere i giudici infallibili della letteratura mondiale ed è probabile che se votasse il pubblico, il Nobel lo avrebbero già vinto Murakami e Philip Roth. C’è da dire che le nostre preferenze in fatto di libri o film non sono mai neutre, o pacate. Si rasentano gli insulti, ci si accapiglia, oppure si creano profonde sintonie e amicizie, legate ai nostri gusti letterari. Come scrive Mathias Enard, facciamo nostra una storia per collegarci alla folla che la condivide. Ci aggrappiamo a dei racconti e li spingiamo davanti a noi come stendardi.


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