Come convincere un amico a leggere un libro

Creato il 30 gennaio 2013 da Mcnab75

Non sono bravo a fare proselitismo. Anzi, diciamo che non m’interessa farlo.
Rispetto i gusti altrui, desiderei ricevere la stessa gentilezza, e la questione muore lì. Certo, qui sul blog recensisco una marea di roba, dai film ai libri, dai fumetti ai saggi. Però ho la presunzione di credere che il lettore-tipo di Plutonia apprezzi gli argomenti che tratto di solito. Altrimenti non sareste qui, giusto? In fondo la Rete è smisurata, quindi inutile perdere tempo con un blog che parla di argomenti che non interessano.
Nella vita reale, invece, mi disinteresso di consigliare letture e/o visioni alla maggior parte delle persone che conosco. Questo soprattutto perché conosco i loro gusti e so che sono divergenti dai miei. Frequento pochissime persone appassionate di cinema “fantastico”, e quasi nessuna che legga romanzi di speculative fiction (per dirla all’inglese). Per questo ritengo inopportuno sfiancarle con la pretesa di leggere il libro che a me è piaciuto tanto, nella vana speranza che possa risultare gradito anche al prossimo.
Certo, a volte un po’ di rabbia c’è, nel vedere tanto disinteresse. Soprattutto quando il rifiuto altrui è figlio del pregiudizio, più che di una valutazione basata su dati reali.

Anni fa riuscii a far leggere Il Miglio Verde a un’amica. Questi non aveva mai provato nulla di Stephen King. Lo riteneva anzi un autore anni luce lontano dai suoi gusti. Quando mi disse di averlo gradito moltissimo, per me fu una grande soddisfazione. Provai la grande gioia di aver sconfitto uno sciocco pregiudizio.
Probabilmente Stephen King non sarai mai un autore gradito alla mia amica, ma quella volta lo lesse a prescindere da ogni altra considerazione preconcetta. Fu un bel momento.
Tuttavia questo piccolo aneddoto personale rappresenta un caso limite.
Le altre volte in cui ho provato a spingere dei “profani” alla lettura di alcuni classici della letteratura fantastica, da Lovecraft a Matheson, passando per qualcosa di più contemporaneo, come King o il nostro Danilo Arona, ho ricevuto sempre dei rifiuti che vanno dall’imbarazzato allo sdegnato.
Il rifiuto che più offende suona più o meno così: “Lo sai che io non leggo quelle scemate che piacciono a te.”
Il che lascia sottointendere un giudizio negativo riguardo ai miei gusti e alla gestione del mio tempo libero. Quindi anche a me come persona.

Nemmeno io sono però totalmente estraneo ai pregiudizi, devo ammetterlo. Ci sono romanzi che non leggerei mai. Per esempio tutti i paranormal romance per ragazzi (da noi venduti agli adulti) che strabordano dagli scaffali delle librerie italiane.
C’è solo una differenza, tra il mio pregiudizio e quello delle persone descritte in precedenza: io ci ho provato.
Ho provato a leggere Twilight, così come Fabio Volo e Moccia. Tre nomi che per me rappresentano tutto ciò di male esiste nell’editoria. Non ho finito nessuno di questi libri, tutti mollati verso pagina 50 per sopraggiunto disgusto. Per fortuna in Feltrinelli si può leggere in loco, senza obbligarmi a comprare tali schifezze.
Perché, sì, li reputo tali: porcherie. Però posso dirlo avendo provato a leggerli. E so che non acquisterò mai nulla di simile.

E voi? Avete mai tentato di far leggere i vostri libri preferiti ad amici e colleghi che disdegnano il genere di narrativa che amate?

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