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Come costruirsi un hotel-ristorante-discoteca-casino a spese dei Japs

Creato il 25 giugno 2011 da Dragor

  Semplicissimo, dite che volete costruire una scuola.Come sono arrivato a Nyanza per il party inaugurale della scuola-hotel-ristorante-discoteca-casinò di mio cognato finanziata dal governo giapponese (per la verità il governo giapponese credeva di finanziare solo la scuola, ma sembra che i 98.400 dollari  siano bastati anche per il resto), ho capito che non sarebbe stata una passeggiata. “Dobbiamo preparare un pasto per 50 persone” ha detto mio cognato. “Come sarebbe a dire “dobbiamo?”” “Sarebbe a dire che vai in cucina e prepari un pasto per 50 persone”. “E il personale di cucina?” “Sanno fare soltanto fagioli e spiedini.”  A questo punto si è messa di mezzo mia moglie: “Va’ subito a preparare un pasto per 50 persone.” Le ho ricordato che  ha un diploma di gastronomia e che per 2 anni ha gestito un ristorante a Nizza, così ha gentilmente acconsentito a darmi una mano per fare i Farcis Niçois  (legumi farciti con riso, carne trita e salsiccia), i gnocchi di Mamma Nissa e l’immancabile Salade Niçoise. C’erano solamente 2 problemi: mancava l'acqua a causa di un guasto alla conduttura e per cucinare c'erano solo di 2 piastre elettriche più l’imbabura, una specie di barbecue che funziona a legna o carbone.

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  In attesa dei Japs. Di spalle dietro il bambino a destra ci sono mio cognato e sua moglie per fare il comitato di ricevimento.

 

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   Il giorno seguente è arrivata la macchina dell’ambasciata giapponese con la bandiera del Sol Levante mentre i 40 allievi della Peace International School (“sponsorizzata dal governo giapponese”, aveva aggiunto sul cartello una mano frettolosa la vigilia) agitavano altri Soli Levanti disegnati da loro stessi. Con le ultime forze dopo una notte passata a preparare farcis, gnocchi e  salades mi sono trascinato nell’aula-biblioteca parata a festa dove i   bambini hanno cantato in giapponese davanti all’ambasciatore del Giappone, al sindaco di Nyanza e al governatore del distretto. Sono seguite le danze rwandesi, 4 ore di discorsi e finalmente ci siamo trasferiti nel ristorante per il pranzo. A un certo punto mio cognato ha detto: “I giapponesi vogliono il pesce.” “Ma i farcis…” ho cominciato. “I giapponesi vogliono il pesce”, ha ripetuto lui cominciando a gonfiarsi. “Va’ subito a fare il pesce ai giapponesi”, ha detto mia moglie, così sono andato in cucina, ho sbattuto dei pesci in una pentola, ho aggiunto concentrato di pomodoro, aglio, prezzemolo e ho fatto una specie di zuppa da mangiare con il riso.  Alla fine volevo soltanto crollare sul letto e dormire 1 settimana, ma mio cognato ha detto: “I giapponesi vogliono fare il karaoke.”  “Sai dove se lo possono mettere il karaoke”, ho ringhiato. “I giapponesi voglio fare il karaoke” ha ripetuto lui cominciando a gonfiarsi. A questo punto mia moglie di è messa di mezzo: “Va’ subito a fare il karaoke ai giapponesi”.  Che cosa potevo fare? Sono andato nell’aula-cappella dove c’era una tastiera, ho scritto su un cartello le parole di “O Sole Mio” (almeno quelle che ricordavo, le altre le ho inventate) e ho suonato la melodia mentre i Japs  cantavano. Meglio stendere un velo pietoso sul risultato. Basti dire che sono scappati perfino gli scarafaggi.

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La Peace International School finanziata dai giapponesi

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  Per fare piacere ai Japs, i bambini cantano in giapponese

 

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Mio cognato vestito da vescovo parla nella biblioteca della scuola mentre sua moglie versa all'ambasciatore dell'acqua minerale

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L'hotel-ristorante-discoteca-casino costruito con i soldi della scuola. In basso a destra si vede un pezzo di scuola.

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    Alla fine ero praticamente KO in piedi. Mentre barcollavo fuori dall’aula, sono andato a sbattere contro la moglie di mio cognato e mi è balenata in mente la parola “vendetta”.  “I giapponesi vogliono la geisha”, le ho detto, poi l’ho mandata nell’aula e ho richiuso la porta. Non so come sia finita. 

Dragor

 


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