Come crescere un piccolo Leonardo da Vinci

Da Caffenero

Il genio di Leonardo da Vinci riscuote un grande fascino tra i bambini. Forse per loro “essere un genio” vuol dire “non dover fare i compiti” e non sarebbe una cattiva prospettiva. Prima o poi tutti i bambini hanno la loro fase di curiosità per questo personaggio che ha indubbiamente segnato la storia. Si cercano libri per bambini che parlino delle opere di Leonardo, si prova a replicare qualche esperimento, copiare i suoi disegni e scrivere come faceva lui, da destra a sinistra. La domanda nei bambini prima o poi arriva: “Come si fa a diventare un genio come Leonardo da Vinci?” Seguendo la curiosità di mio figlio, tra un libro e l’altro, ho preso degli appunti sull’educazione che ha avuto. La genialità non è tra i miei obiettivi, ma devo ammettere che questi presupposti educativi mi piacciono molto. Pur non sapendo che risultato daranno.
1. Cosa mangiava? Il piccolo Leonardo è vissuto in un epoca in cui la dieta alimentare era sicuramente molto diversa da quella di oggi. In base a quanto possiamo leggere sui libri, mangiava molti cereali, con verdure e poca carne. Sembra che il suo piatto preferito fosse il minestrone.
2. Come passava le sue giornate? Quando era bambino e viveva a Vinci, abitava con i nonni e lo zio Francesco che il piccolo Leonardo seguiva per la campagna, cercando di prendere appunti su tutto ciò che vedeva. Ha avuto modo di conoscere da vicino la natura. Uno dei suoi primi schizzi ritrae due anatre in uno stagno.
3. Quali giochi faceva? Ha avuto molto tempo per giocare liberamente. Disegnava tantissimo. Si interessava a tutto e prendeva grandi quantità di appunti. Abbiamo schizzi di animali, piante, appunti di ingegneria, idraulica e architettura. Aveva tempo per curiosare.
4. Chi erano i suoi insegnanti? Il primo maestro è stato il prete del paese. Di lui sappiamo che non ha mai costretto Leonardo, famoso mancino, a scrivere con la destra. Possiamo immaginare che questo rispetto andasse oltre la scelta della mano da usare? Molto di quello che ha studiato è frutto di una esperienza sul campo, andando nelle botteghe degli artigiani del tempo, come Andrea del Verrocchio.
Seguire le tracce di Leonardo fa venire un po’ di voglia di studiare e curiosare. Forse per lui era più semplice? Il suo mondo sembra rinchiuso nei libri, ma l’idea di un week-end sulle tracce di questo emblematico personaggio mi piacerebbe molto. E’ un viaggio che studio da tempo. Andrei al Museo Leonardiano, a 3 km da Vinci per visitare la casa in cui è attestata la nascita di Leonardo. Se i laboratori del museo non dovessero bastarci, potremmo prevedere una sosta a Firenze e visitare anche il Museo Leonardo da Vinci. Vorrei andare a cercare i paesaggi che si vedono negli sfondi dei suoi quadri, magari prenotando su Venere.com un B&B che ci permetta di girare la città a piedi. Conoscete qualche buon ristorante da consigliarci? Metto da parte gli appunti: prima o poi ci andrò.
Noi di Milano non ci possiamo certo lamentare. In questo periodo c’è la mostra su Leonardo in 3D che spero di visitare prima che chiuda. Gli indirizzi in città per cercare le tracce di Leonardo sono tante.
• Prenotandosi  con largo anticipo tramite il sito , perché la lista d’attesa è lunghissima, è possibile visitare il “Cenacolo”. Conosco chi prenota la sua visita annuale: sembra una nuova moda milanese.
• Vorrei portare i bambini a vedere il Codice di Leonardo alla Pinacoteca Ambrosiana, prenotando una visita guidata adatta alla loro età.
• Abbiamo visitato il Museo della Scienza e della Tecnica e il Museo del Castello Sforzesco.
Vi suggerisco un’idea se venite a Milano. Visitando il Castello Sforzesco cercate le indicazioni per la Biblioteca. Qui è custodito il Codice di Leonardo da Vinci, o almeno uno dei codici Il Trivulziano. Se ci portate i bambini rimarranno incantati dalla biblioteca: sembra quella di Harry Potter. Noi ci siamo andati e abbiamo incontrato una persona molto gentile che ci ha permesso di sfogliare una copia del Codice, indicandoci le pagine con i disegni più belli. Il mio grande se lo ricorda ancora.
Secondo voi quali altri “geni” affascinano i bambini?

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