La mia vita attraverso i Mondiali, finisce col 2010.
Il 2014 lo stiamo vivendo e la vita non la si racconta mentre si vive. Solo dopo, con calma, dopo averle preso le misure, come le brave sarte di una volta.
Che poi, per dirla tutta, iome, su certe cose, è pure un po’ superstiziosa e fosse mai che raccontare il presenti non rechi seco sfiga, che ce n’è già abbastanza nel quotidiano.
Vi lascio con la ballata di Stefano Benni che, in fondo, ha ispirato questo giochino, e ringrazio tutti e ciascuno, chi ha commentato, chi ha integrato con aneddoti suoi, chi ha letto ed è passato silenzioso e leggero. Ecco, per voi, che passate di qui silenziosi e leggeri, senza lasciare traccia scritta, nel prossimo luglio c’è una sorpresa. Come dicevano i conduttori delle radio di una volta, stay tuned.
A Rebours
Si potrebbe raccontare la mia vita
dai denti che ho perduto
o dalle volte che ho visto la neve.
Si potrebbe scegliere fra le foto
quelle dove sorrido
o delle poche lettere serbarne
una sola.
Si potrebbe dire in quale libro
un sogno iniziato
e quale fu l’ora che lo dissolse.
Ma potrei rivivere
per quella foto
quel libro, quella lettera
dimmi, potrei?
tratto da Ballate, Stefano Benni