Manca un mese all’Expo e il cibo diventa, come da copione, il protagonista della Giornata mondiale della Salute che oggi celebra, come ogni anno, l’anniversario della fondazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) avvenuta nel 1948.
Stando all’analisi che l’Oms sta conducendo sono circa 200 le patologie correlate al cibo, dalle meno serie a quelle più mortali. Da qui il richiamo ai consumatori ad una maggiore attenzione nella scelta dei cibi che in un mondo alimentare all’insegna di “mala produzione”, “industrializzazione” e “inquinanti” sta generando una reazione a catena di ammalati cronici e costi sanitari alle stelle.
Fin qui, la teoria.
E la pratica?
Coma fare ad evitare i cibi meno sicuri?
L’OMS ha redatto a questo fine un vademecum suddiviso in 5 punti chiave:
1. Abituarsi alla pulizia dei cibi;
2. Separare gli alimenti crudi da quelli cotti;
3. Fare cuocere bene i prodotti;
4. Conservare gli alimenti alla giusta temperatura
5. Utilizzare solo acqua e materie prime sicure.
C’è da chiedersi se è sufficiente. Quali sono infatti le materie prime sicure?
Sempre più studi dimostrano la pericolosità di molti generi alimentari accusati di contenere a nostra insaputa particelle cancerogene e metalli pesanti contro cui ben poco un consumatore può fare, se non evitare accuratamente di mangiarli.
Ma una dieta a base di paure e cibi vietati, è davvero una soluzione?
Scienziati e ricercatori, di cui molti italiani, ci mettono in guardia dal consumo di tonno o di verdure (coltivate in un certo modo e conservate in quel modo!) perché ricche di mercurio il primo, di pesticidi e sostanze velenose le seconde.
Tuttavia, come ha correttamente sottolineato alle telecamere del nostro Life Style Seminar la scorsa settimana Andrea del Buono, immunologo e specialista italiano nella lotta ai metalli pesanti, conseguenza diretta di questi allarmismi è la fuga di massa da alcune tipologie di alimenti accusati di essere dei “carnefici”. E la lista è lunga.
“Se però evito il pesce e non mangio le verdure perché inquinate, che cosa mangio? – ha spiegato lo specialista- Provo con la carne. Ma la mucca mangia erba. E allora, non siamo punto a capo? Gli animali sono un concentrato di inquinamento da metalli pesanti e sostanze velenose, ma stanno bene. Perché? Perché se la carne dello squalo è quella più intossicante in tal senso, lo squalo – quello che nuota nelle acque inquinate e mangia pesci inquinati- non sviluppa mai il cancro. Perché gli animali, seppure intossicati, non si ammalano e noi esseri umani invece si?
E’ qui che la scienza di oggi sta indagando. Come possono sostanze potenzialmente cancerogene e dannose alla salute, dare espressione alla malattia in un corpo e non in un altro?
“E’ l’ambiente ciò che conta” ha risposto Del Buono.
C’è qualcosa sopra i geni e la presenza di sostanze patogene che ne comanda l’espressione e la manifestazione, e questo qualcosa è il cibo.
“Perché la mucca non sviluppa il cancro?- ha continuato Del Buono- “Perché ha nel suo organismo una composizione di minerali nutrizionali che la salvano. Dove li trova questi minerali: nel suo cibo. Un cibo che anche se inquinato e con pesticidi cancerogeni è comunque ricco di antiossidanti e in grado di creare un ambiente interno sfavorevole all’espressione della malattia”
“Ormai sappiamo che la genetica non conta più del 30% nello sviluppo di patologie” ha ribadito l’immunologo specialista di nutrigenomica e membro dell’Associazione di ricerca di oncologia integrata (ARTOI).
“Il cibo crea l’ambiente adatto o meno adatto all’espressione delle nostre malattie, siano esse generiche o indotte da inquinamento. Con una corretta alimentazione che deve essere rigorosamente su base vegetale, integrale, di stagione e a rotazione, il nostro organismo sa mettere in atto tutte le strategie necessarie per difendersi dagli inquinanti, eliminarli e mantenersi così in salute”