Ogni epoca ne ha avuti e riguardano molti settori della società e più che neologismi io li definirei "modi di dire", in alcuni casi veri e propri "gerghi" che riguardano varie fasce d'età e di lavoro.
Dice Eco "Non ho mai potuto sopportare, diciamo dagli Ottanta in avanti, che mi si chiamasse "prof". Forse che un ingegnere lo si chiama "ing" e un avvocato "avv"? Al massimo si chiamava "doc" un dottore, ma era nel West, e di solito il doc stava morendo alcolizzato.[...] Detto questo, non è che sia misoneista, e via via ho assorbito nel mio lessico, se non come parlante attivo almeno come ascoltatore passivo, gasato, rugare, tavanare, sgamare, assurdo, punkabbestia, mitico, pradaiola, pacco, una cifra, lecchino, rinco, fumato, gnocca, cannare, essere fuori come un citofono, caramba, tamarro, abelinato, fighissimo, allupato, bollito, paglia e canna, fancazzista, taroccato, fuso, tirarsela. Ancora giorni fa un quattordicenne mi ha informato che a Roma, anche se si capisce ancora "marinare", in ogni caso non si usa più "bigiare" ma si dice "pisciare la scuola".A essere sincero, preferisco i neologismi giovanili al vizio adulto di dire a ogni piè sospinto "e quant'altro": Non potete dire "e così via" o "eccetera"? Per fortuna son tramontati "attimino" ed "esatto"
Grazie alle mie nipoti, di 16 e 14 anni, credo di essere abbastanza aggiornata sullo 'slang' giovanile contro il quale non ho pregiudizi, ben sapendo quanto sia effimero e a patto che mantengano intatta la grammatica, soprattutto le forme verbali.
Altro discorso riguarda gli 'intercalari', ovvero quelle paroline che, simili alle malattie esantematiche si diffondono come una sorta di epidemia, non grave ma sgradevole e lunga da debellare.
L'ho già detto e lo ribadisco, io sento un fumino alla testa quando chi parla, in ogni proposizione, sente il bisogno di dire "....come dire...", oppure ad una domanda o alla richiesta di un parere, esordisce con NIENTE
A mio parere, il più delle volte è una posa di coloro che, volendo far credere di stare parlando a braccio, fingono di cercare parole e concetti che sanno invece a memoria
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