Come Don Chisciotte.

Creato il 15 gennaio 2016 da Scurapina

Il povero cavaliere della Mancha, l’immortale personaggio di Carvantes, combatteva contro i mulini a vento, quei mulini bianchi di calce, con le grandi pale che ruotano pigramente che, nella sua lettura visionaria della realtà, aveva scambiato per giganti dalle grandi braccia.

Era una lotta impari dalla quale non poteva uscire che sonoramente sconfitto.

Anch’io, ogni tanto, mi sento come il triste hidalgo, anch’io ho l’impressione di lottare ogni giorno contro le grandi pale dei mulini a vento, ma la mia lotta è forse più ardua, anche se spero meno inutile.

Ogni giorno lotto contro i verbi intransitivi, usati come se fossero transitivi (“devo uscire il diario, Prof?”), contro le preposizioni fantasiose, contro il  pronome “gli” usato indifferentemente per “a lui”, “a lei” , “a loro”, ogni giorno lotto contro l’estinzione prematura dei congiuntivi, contro gli accenti posizionati su tutti i monosillabi, contro “un po’” scritto in tutti i modi possibili (di solito ad esclusione di quello corretto).

I miei mulini a vento sono la televisione, i tormentoni dei comici, i discorsi tra pari, i messaggi in chat pieni di K e io continuo a battermi con tutte le forze, ma ho l’impressione che la mia sia una battaglia persa in partenza.

E poi, quando mi sembra di aver guadagnato un po’ di terreno, basta una frase buttata là da una ragazzina ( “Prof, se non posso venire LA telefono”)  per gettarmi nello sconforto.