Alessia ha un solo amore: sua figlia Anna, che ha 13 anni.
Da ingressi diversi il commissario e Alessia si inoltrano nelle stanze segrete di un’adolescenza clandestina. Un labirinto fatto di sesso online, foto vendute a scuola ai compagni e corpi offerti in una discoteca, in una Roma borghese e distratta dove scorre il fiume sotterraneo e opaco dei social network e delle chat.
E dove vive Nero, 16 anni, timido e fragile, il bersaglio dei bulli e delle attenzioni del buttafuori.
Luca Mancini, detto «Chat», è il buttafuori di una discoteca frequentata dagli adolescenti. O almeno lo era, finché non gli hanno sfondato il cranio. Per il commissario Cappa e il suo vice Berti, l’indagine parte dal Peter Pan, il locale dove lavorava Chat. E dai ragazzi e dalle ragazze che il sabato mattina vanno a scuola e il pomeriggio affollano la discoteca. È proprio nei luoghi come il Peter Pan che scatta la trappola delle tre s: soldi sesso & sostanze. Il tutto condito da una quarta s, quella di social network, capace di rendere la miscela ancora più opaca e inquietante.
Come doveva finire ci guida, con la tensione di un’inchiesta difficile, all’interno di un mondo insieme vicino e lontano, quasi impenetrabile, chiuso in sé stesso: quello degli adolescenti, con i loro sogni e le loro ferite, i loro riti e le loro prepotenze, le loro arroganze e la loro ingenuità, spesso vissute in vite parallele. Cappa e Alessia, la mamma di Anna, una delle ragazze più carine del Peter Pan, scopriranno quello che si nasconde sotto una apparente normalità.
Un vero inferno, un labirinto di torbido disagio che solo la cronaca nera riesce a illuminare: Come doveva finire ce lo fa scoprire con la suspense di un’indagine piena di sorprese.
Alberto Gentili (Roma, 1961) è giornalista del «Messaggero» e in passato ha collaborato con la RAI e «L’Espresso», seguendo i grandi fatti di cronaca nazionale e internazionale degli ultimi anni. Attualmente è responsabile del servizio politico parlamentare. Con Garzanti ha già pubblicato Liberami amore.