Lorenza (Opus) Lei ha colpito ancora. Dopo Michele Santoro, Serena Dandini e Paolo Ruffini, è la volta di un altro fuoriclasse della televisione di stato: Carlo Freccero. Non è andato via, ma se lo facesse non mi stupirei. In Rai è così: se sei bravo ti tirano le pietre, se li aiuti a tirare le pietre puoi fare Radio Londra. Stavolta la cosa mi sta parecchio a cuore e il caffè lo devo fare parecchio scorretto.
Dite la verità, quante volte avrete sentito l’espressione: “ ecco uno che ha il coraggio di parlare!”. Il problema è che il più delle volte l’avrete sentita usare a sproposito. Basta il primo populista che dice le solite facilonerie e zac! Subito scatta il plauso del popolo bue. Due o tre minchiate contro il magna magna, la casta, i politici e tutti subito pronti ad eleggere il nuovo eroe. Molti da tempo immemorabile hanno il coraggio di farlo con uno dei migliori archeologi della retorica populista: beppe grillo (scusate se lo nomino, ma inserendolo fra le etichette mi aumenta gli utenti, appunto perché le pecore sono tante). Questa volta ecco veramente uno che ha avuto il coraggio di parlare, e lo ha fatto per telefono, anche se purtroppo non sapeva che la sua telefonata era stata registrata: Carlo Freccero, direttore di Rai 4. Il nome stavolta l’ho scritto con le maiuscole, come maiuscolo è il personaggio. Freccero nella sua invettiva senz’altro delira, ma è lucido nel suo delirio. È il delirio di chi non ne può più. Non ne può più di una Rai specchio di un paese in mano ai clericofascisti. Pensare poi che si fa un gran parlare di cattocomunisti. Io di cattocomunista ne ricordo uno in particolare: Pasolini, ma ce ne fossero ancora di cattocomunisti di quello spessore! Di contro il clericofascismo ha prodotto solo immondizia e pattume, e in questo mi associo alle parole di Freccero che potrete ascoltare nella telefonata che ho voluto riportare in fondo all’articolo e che vi prego di ascoltare per intero, sarebbe fuorviante fermarsi alle minacce iniziali: l’interlocutore dall’altra parte del telefono non aspettava altro.
Ma veniamo all’antefatto: Freccero manda in onda su Rai 4 una serie intitolata “Chimica o fisica” (per chi avesse curiosità di sapere di cosa si tratta ecco il link: http://www.kataweb.it/tvzap/video/fisica-o-chimica-ecco-la-serie-della-discordia/?ref=NRCT-32749824-2). Nulla di rivoluzionario, semplice intrattenimento. Il torto è che non si tratta delle solite storie di preti e carabinieri. La prima a risentirsi è stata l’Aiart, l’Associazione italiana ascoltatori radiotv (di estrazione cattolica) che ha manifestato alcune perplessità sul contenuto e sull’orario di messa in onda sostenendo che “le vite dei personaggi del telefilm, alunni e insegnanti, si intrecciano in vicende ambigue a base di sesso, droga e trasgressione” e che “la serie propone scene dirette che inducono i giovani al sesso spinto e all’omosessualità”. Questo è quanto ha scritto il presidente dell’Aiart, Luca Borgomeo, sull’Avvenire del 12 gennaio scorso. Circa due mesi dopo, il 14 marzo, Libero pubblica un articolo di Francesco Borgonovo dal titolo “Porno Rai in fascia protetta: droga, sesso, ammucchiate”. Da qui la telefonata di Freccero a Borgonovo.
Inutile dire che Borgonovo, l’articolista di Libero, ha registrato all’insaputa di Freccero la telefonata (poi resa pubblica). Risultato? Dieci giorni di sospensione. Questo il provvedimento preso nei confronti del direttore di Rai4, sospeso da ruolo e funzioni, sanzione adottata dalla direzione del personale di viale Mazzini dopo le parole pronunciate nel corso della telefonata che avete appena ascoltato.
Quello che mi interessa è esprimere tutta la mia solidarietà (per quello che può contare), ad un uomo che ovunque è andato ha sempre fatto il bene di un’azienda senza mai aver ricevuto una gratificazione.
È chiaro: Freccero non ce la fa più e lo dice: “ siete schiavi dei pedofili e dell’ Opus Dei!”. È un’altra vittima di un’Italia iraniana (come l’ha definita lui alla trasmissione radiofonica “la zanzara”). La teocrazia vaticana vuole prendersi tutto. Come diceva Josè Saramago: “Alla Chiesa Cattolica importa poco o niente il destino delle anime, il suo obiettivo è sempre stato controllare i corpi”, e i corpi, oggi più che mai, sono quelli impalpabili dei pixel colorati che animano i nostri intrattenimenti televisivi. Per chi non abbia capito di cosa parlo si legga questo articolo (http://www.uaar.it/news/2009/11/02/rai-arriva-rampante-targato-opus-dei/) .
Una fiction in cui uomini e donne si innamorano e fanno sesso non va bene, i culi dell’ isola dei famosi invece si. Freccero, seppur involontariamente, ha aperto una breccia: cominciamo tutti a spiegare ai “sorveglianti” della teocrazia ecclesiastica che la gente NORMALE, normalmente fa sesso, e fa sesso con i propri coetanei: non con i bambini o con don Matteo.