I paurosi tirano per i piedi chi è intento a volare, per riportarlo a terra.
Nella meschinità si sentono meglio se tutti strisciano, li umilia che qualcuno possa contemplare da un piano per loro inaccessibile.
Carlos Castaneda
Riflettevo oggi con Paola sul fatto che spesso ci portiamo dietro il passato.
Sembra quasi una frase fatta. La diciamo spesso.
Spesso diciamo agli altri o a noi stessi di smetterla, di finirla di rimuginare e di addebitare colpe del nostro stato attuale.
Generalmente è un giudizio, un giudizio su noi stessi, un autogiudizio: guarda in che stato sono…, tu non puoi capire…, guarda che cosa mi è successo quando avevo otto anni…
Le “bastonate” dalla vita le abbiam prese tutti; fa parte di lei, appunto della Vita.
Quello che conta veramente è come reagiamo a tali bastonate.
Ricordo che tra i miei sogni di bambino e di ragazzo, sogno che mi accomunava credo a decine di migliaia di altri ragazzi, c’era quello di diventare un campione di calcio.
Annagrazia, mia compagna al liceo, sognava di diventare una ricercatrice di livello mondiale; ambiva all’epoca a poter andare a studiare alla Normale di Pisa, il cui prestigio era elevatissimo; per entrarci però era necessario acquisire una determinata valutazione al liceo.
Ricordo che per un niente Annagrazia non raggiunse quell’obiettivo e credo che la sua vita sia cambiata da quel momento.
Ognuno di noi può ricordare momenti tristi del proprio vissuto, in alcuni casi di momenti veramente tragici.
Però ciò che è accaduto anni fa in realtà è guarito da molto tempo;
è la testa, la mente che può continuare a farci star male e a convivere con il dolore o con una vergogna o con un senso di colpa per anni.
Io, tu, tutti noi abbiamo l’incredibile capacità di portare con noi la nostra storia passata; a volte è come un cadavere, un morto che pesa un peso mostruoso.
E quel che è peggio è che molti fra noi accompagnano questo passato e lo condividono o cercano di farlo condividere con le persone che amano, con i compagni del percorso di vita.
Abbiamo un pò tutti una memoria erculea, poderosa, che riporta in vita il cadavere del passato e lo fa rivivere nel presente.
Tutte le volte in cui riportiamo in vita quelle esperienze ricominciamo a farci male, a punirci nuovamente, esattamente come quella volta in cui è successo.
E ci puniamo di nuovo, e insieme a noi puniamo anche chi amiamo, chi ci accompagna.
Quando Massimo, una persona che ha intrapreso da poco con me un percorso di life coaching, mi ha detto pieno di sconforto: “ho commesso un bruttissimo errore tre anni fa” mi è venuto spontaneo e d’obbligo dirgli semplicemente che lui pensa di soffrire per qualcosa che è accaduto tre anni fa; in realtà stava soffrendo per qualcosa accaduto venti secondi prima. Venti secondi prima Massimo si era giudicato ancora e nuovamente per lo stesso errore commesso tre anni prima.
Ecco il giudice interiore che emana la sua sentenza“Devi essere punito”, “Devi essere punito adesso come allora”.
Il rischio sai qual’è? E ne ho parlato con Massimo in tutta serenità:
che per tutta la vita venga ripetuta la stessa azione sperando in una reazione diversa, in una risposta diversa.
La reazione-risposta rimane sempre la stessa, non cambia mai.
Ecco che Massimo, in una breve seduta, ha compreso perfettamente che se voleva cambiare la reazione, la risposta, doveva cambiare l’azione.
Massimo ha compreso che l’azione è il segreto di ogni cosa.
Se vuoi cambiare, agisci.