E’ l’anno 2003, e nel cuore delle langhe viene inaugurato “Il verso del Ghiottone”, dall’idea di Gilberto, Roberto e soci. E’ un ristorante che punta ad una cucina ricca di sapori e tradizioni. Sono loro gli ospiti del nostro appuntamento culinario settimanale, che notiamo con grande piacere destare interesse e curiosità, tanto da ricevere le attenzioni di un noto quotidiano come “La Stampa” che ha dedicato un’interessante articolo al nostro progetto “Food&Photos in a Bottle”, e a quanto di positivo si sta realizzando nella casa di reclusione S. Michele, grazie alla Direzione dell’istituto nella persona del dott. Arena, dott. Valentini e l’equipe educatori, il comandante dott. DeChiara e tutti coloro che hanno permesso il realizzarsi di questa costruttiva iniziativa.
Nell’incontrare i nostri ospiti notiamo che vi è un denominatore comune con i precedenti incontri fatti con gli altri ospiti, ed è quello di un certo timore, forse perché per la società collettiva non è possibile entrare in un carcere se non tristemente come detenuti. Quindi l’idea che si ha di un simile luogo è quella vista nei film. La realtà è completamente diversa, tanto è vero che l’iniziale loro timore presto si trasforma in solidarietà e umanità nei nostri confronti, e senza neppure conoscersi tutto in poco tempo diventa spontaneo e costruttivo, e come per alchimia, tutto si fonde tanto da sembrare un gruppo che lavora insieme da sempre. Ciò riporta ancora una volta ad affermare che è assolutamente necessario per chi ha sbagliato, avere l’opportunità di riscattarsi, perché da ogni fallimento scaturiscono rigenerazioni e questo è possibile solo tramite un percorso di reinserimento a chi è ristretto tra quattro mura, al fine di ridare dignità.
Non a caso l’articolo 27 della Costituzione Italiana cita: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
A fine giornata, peccando di modestia, possiamo dire che anche questo incontro ha portato ancora una volta ad un successo, sia per le gustose ricette realizzate, sia per quello che abbiamo dimostrato e costruito, e l’aver avuto grazie alla possibilità di conoscere due professionisti, ma ancor più due belle persone come Gilberto e Roberto.
Il nostro viaggio virtuale a bordo dell’Enterprise continua, alla ricerca di orizzonti positivi e costruttivi nell’intricato universo carcerario, l’equipaggio vi saluta e vi ringrazia speranzoso d’incontrare nuove forme di vita “intelligenti” che non conoscono solo sbarre.
Giuseppe Gremo e Carmelo La Rosa