Magazine Società

Come facciamo a liberarci? Quello che anche Sherlock Holmes ci ha nascosto.

Creato il 14 settembre 2011 da Tnepd

Come facciamo a liberarci? Quello che anche Sherlock Holmes ci ha nascosto.

Come facciamo a liberarci? Quello che anche Sherlock Holmes ci ha nascosto.
ovvero: “dettami per una nuova coscienza globale”

Credendo di fare un dono gradito offrendovi l’apertura a nuove idee su un argomento che si delinea come cruciale per l’umanità, posto questo ampio elaborato, inquietante, devastante, eppure – mi auguro – necessario.

Buona lettura

By L’Hacker, 14-9-2011

1. Premessa. 2. Uomo massa e uomo libero. 3. Apparati sovranazionali: alcune prove della struttura psicologica mondiale. 4. Riconosci il tuo nemico se lo trovi anche dentro di te. 5. Terapia psicologica sulle masse: appunti e proposte. 6. Le ragioni del perché molti obbediscono. 7. Finale e Fonti.

1. Premessa.

È stato rivelato che l’intera struttura globale ha un senso ed ha una coerenza, e che è sufficiente conoscere certe meccaniche, per far insistere sul mondo una tale pressione da innescare fenomeni evolutivi a catena.
I risultati sulle meccaniche elaborate sono di seguito elencati. Essi costituiscono gli elementi evidenziati per un piano di rinascita universale. Questa tuttavia è anche l’analisi e la riproposizioni di studi noti, poiché il fine di tale scritto è di accrescere l’apertura della coscienza umana al bene dell’intera comunità, fomentando SOLO amore e rispetto reciproco.


2. Uomo massa e uomo libero
Come facciamo a liberarci? Quello che anche Sherlock Holmes ci ha nascosto.
Comunicare con molte persone, anche se si credono “uniche” significa comunicare quasi solo con menti che cercano uno specchio. Quante delusioni intorno a noi… Essi non ascoltano altre idee fuorché le loro. Negano ciò che hanno appena detto, e senza nemmeno rendersene conto. Criticano scritti come questo, come ‘testi pieni di potenza del pensiero’, ma privi di fatti, solo perché detestano che qualcuno gli dica le cose come sono: cioè che loro non hanno voglia di pensare, eppure vogliono farsi credere in possesso di idee, solo perché hanno scienze, titoli, o esperienze dalla loro.
Chi sta davvero crescendo, mettendo se stesso al ferro e al fuoco di una critica feroce, definitiva, di se stessi, di ogni fede, per accostarsi e infine vivere in costante compagnia della verità, è ciò che ci è di più vicino. Eppure finché vi è un debole, vi sarà dolore nel mondo. Dunque chi non ama i deboli, chi non piange e grida per il loro cieco dolore, è debole anch’egli!
Vi è un concetto che il GRANDE UOMO HA CAPITO, e che il piccolo uomo non vuole ascoltare:

“Io rinnego il battesimo, la patria, la scienza, il verbo, la letteratura, i rituali, la liturgia, le esperienze, la pedagogia, l’insegnamento, la legge, le leggi, la prova, la salvezza. Non credo al valore della salvezza. Non rinnego la poesia, la musica, la pittura, il teatro, la danza, il canto, la muratura, la falegnameria, l’arte del fabbro, il lavoro, lo sforzo, il dolore, i fatti, le prove.”
“Qualunque cosa avvenga, c’è un certo numero di fatti elementari che è indispensabile che siano da tutti compresi… Perché abbiamo i mezzi per lottare, ma la nostra epoca sta morendo, dimenticando di usarli.” [1]

Questo è il segreto che  Sherlock Holmes non raccontò a nessuno durante il corso di tutta la sua vita, e che in nessun libro del quale egli era protagonista, il suo autore lasciò che venisse rivelato.
Il cambiamento sta già avvenendo in maniera nascosta, silenziosa, legale. E non si fermerà. Non saranno persone comuni quelle che parleranno, e il mondo delle notizie non saprà nemmeno di cosa io stia parlando né coglierà il quadro d’assieme. No, sta volta l’uomo comune non c’entrerà niente.

Ali, ma non di uccelli.

E evidente, osservando la situazione globale, che “…un esteso ceto medio … non ha (più) molta ragione d’essere… Resta da chiedersi se questa deriva sociale sarà accettata supinamente. [3]

David Rothkopf, consigliere per il commercio estero del governo Clinton, nonché manager di livello internazionale, nel suo libro Superclass [4], stila un sommario elenco di alcuni superpotenti del mondo.
 (pag 408…) Le duecentocinquanta aziende più grandi del mondo rappresentano… circa un terzo del PIL globale. […]
(pag 435) “Le èlite nazionali esistono ancora. Ma nella maggior parte dei casi, e per la maggior parte delle questioni in gioco, sono ormai superate in dimensioni, risorse, reti e potere […]
 (pag 308…) Yahoo! è una società pubblicamente quotata […] fino a poco tempo fa, era gestita da un amministratore delegato che prima era alla guida della nota casa di produzione Warner Bros, di Hollywood. Il numero due è MSN di Microsoft, di proprietà di una società controllata da uno degli uomini più ricchi del mondo, Bill Gates. Il numero tre è Google […] YouTube, il numero quattro, è di proprietà di Google […] e live.com, il numero cinque, appartiene a Microsoft. Il numero sei, MySpace, è della News Corporation di Rupert Murdoch […]

…Il 1968, ma come non viene più raccontato.

C’era una guerra… e il ’68, con l’intero pensiero che l’aveva creato, doveva essere distrutto, andava avanti ormai da troppo tempo questa spinta a sperimentare, a crescere, perciò i ricchi e i potenti della Commissione Trilaterale, aveva fatto scrivere nel ’73 delle parole ficcanti in proposito. 
Vi era ormai il pensiero diffuso in tutto il mondo di “RIGENERARE IL GENERE UMANO, LA SOCIETA’ UMANA, DI FAR FIORIRE LA VERITA’ INTERIORE, LA CREATIVITA’ E LA GIOIA DI VIVERE, FAR EVOLVERE TUTTA L’UMANITA’ ”. Un pensiero virale, con gli effetti più disparati, ma reale.
Il processo era solo sul nascere, ed era lungo, non privo di errori e degli estremi incontrollabili che qualunque persona sappia cosa significa “DIVENTARE UOMINI” ha provato sulla propria pelle.
In tale memorandum, voluto da tale potentissima COMMISSIONE TRILATERALE nel 1973 (un Club internazionale composto dagli allora uomini più ricchi della terra), si scrisse che era “ARRIVATA L’ORA PER L’ALTA FINANZA AMERICANA DI MARCIARE CONTRO COLORO CHE VOGLIONO DISTRUGGERCI. LE VOCI PIÙ PREOCCUPANTI PROVENGONO DA (..) LE UNIVERSITÀ, I MEDIA, GLI INTELLETTUALI, GLI ARTISTI, E ANCHE I POLITICI” riformatori, inoltre dagli studenti: la gente che stava cioè portando un “VASTO ATTACCO AL SISTEMA STESSO”, un intero gruppo che “MINA LA FIDUCIA DEL PUBBLICO E LO CONFONDE”.
La commissione trilaterale è un club di potentissimi e ricchissimi cittadini dei paesi industrializzati, tra cui sono attivi parlamentari, presidenti, magistrati, ministri e affaristi. Tutti costoro allora avevano voluto quel memorandum.
In tale documento era stata progettata l’entrata nelle università di “DOCENTI CHE CREDONO FERMAMENTE NEL SISTEMA DELLE IMPRESE”, i quali “DOVRANNO VALUTARE I LIBRI DI TESTO, SOPRATTUTTO QUELLI DI ECONOMIA, SCIENZE POLITICHE E SOCIOLOGIA”.
“DOBBIAMO GODERE DI UN RAPPORTO PARTICOLARE CON LE FACOLTÀ”. “OGNI POSSIBILE MEZZO VA IMPIEGATO… PER PROMUOVERCI ATTRAVERSO QUESTI MEDIA”; “VI DOVRÀ ESSERE UN COSTANTE AFFLUSSO DI NOSTRI ARTICOLI”. “LE TELEVISIONI DOVRANNO ESSERE MONITORATE COSTANTEMENTE NELLO STESSO MODO INDICATO PER I LIBRI DI TESTO UNIVERSITARI”.  
Infine il documento ricordava che IL MEZZO MIGLIORE PER COMANDARE UN POPOLO SONO ANCORA LE DITTATURE, non più però le dittature classiche, come quelle di Hitler e Mussolini… Spiegò dunque l’idea di un nuovo genere di dittatura (era il 1973): “SPENDIAMO CENTINAIA DI MILIONI DI DOLLARI IN PUBBLICITÀ… MA SOLO UNA FRAZIONE DI ESSI PUBBLICIZZA IL SISTEMA”, la soluzione è dunque quella di iniziare a finanziare profumatamente delle persone che abbiano il compito specifico di modificare l’intero pensiero della società umana, in tutti i suoi settori, economico, burocratico, televisivo. Tali persone dovranno entrare “NEI SETTORI CHIAVE COME LA PUBBLICITÀ E I MEDIA, IL MONDO INTELLETTUALE, L’AVVOCATURA” (…) DI CONSEGUENZA “NEI CONVEGNI, NELL’EDITORIA, NELLA PUBBLICITÀ, NELLE AULE DEI TRIBUNALI, E NELLE COMMISSIONI LEGISLATIVE, DOVRANNO ESSERE SUPERBAMENTE PRECISE E DI ECCEZIONALE LIVELLO”.
Sarà logica poi un’iper burocratizzazione che schiaccerà istinti creativi totalmente liberi, e pulsioni intellettuali, una nuova ossessione – pseudo-creativa – per l’economia, per l’immagine, che riporterà intellettualmente l’essere umano alla sola lotta per la sopravvivenza, cosicché i principi degli intellettuali perderanno tutto il loro valore. Si dovrà promuovere una nuova idea di libertà: una libertà che equivarrà non più a libertà di scegliere, di pensare, di comunicare, di vivere ogni istante la propria vita, ma alla possibilità di acquistarla, e il potere non sarà più una caratteristica dell’animo umano, ma sarà concesso dall’alto. E l’intellettuale, cioè l’uomo che riflette, che dubita, sarà pubblicizzato come il coglione del futuro! [5]

Uomo libero VS Uomo massa?

Oggi… l’uomo ha le sue «idee» più tassative su quanto avviene e deve avvenire nell’universo. Per questo ha perduto l’uso dell’udito. Perché stare ad ascoltare…?
L’uomo medio si trova con «idee» dentro di sé, però manca della funzione di pensare. Non sospetta neppure qual è l’elemento sottilissimo in cui le idee possono vivere. Vuole opinare, però non vuole accettare le condizioni e i presupposti dello stesso pensare. Da qui procede che le sue idee non siano effettivamente se non appetiti rivestiti di parole…
Per lui avere un’idea equivale a credere di possedere le ragioni che la sostengono…
La massa – e chi lo direbbe a vedere il suo aspetto compatto e innumerevole? – non desidera la convivenza con ciò che non s’identifica con essa. Odia a morte ciò che non è essa stessa…
Per «massa»… non si intenda specialmente l’operaio; non designa qui una classe sociale, ma un tipo o un modo d’essere dell’uomo che si ritrova oggi in tutte le classi sociali, che per ciò stesso rappresenta il nostro tempo, su cui esso prevale e domina…[6]

L’uomo che ha un pensiero massa è quello che non può agire da se stesso.
Esso è venuto al mondo – secondo lui – per essere diretto, influenzato, rappresentato, organizzato, per non pensare…
Portarlo a cessare d’esser uomo massa, o, per lo meno, ad averne l’aspirazione… e portarci a questo punto, fino poi a divenire tutti uomini liberi, è il nostro obbiettivo.
Si discuta quanto si vuole su chi siano gli uomini eccellenti; però senza di essi, siano gli uni o gli altri, l’Umanità non esisterebbe in ciò che ha di più essenziale: è un principio su cui è necessario non aver dubbi…
Il ‘caso’ vuole che l’uomo-massa… tenderà ogni volta di più – quando posto in luoghi di potere – a farlo funzionare per qualsiasi pretesto, e in generale a schiacciare per suo mezzo ogni minoranza creatrice che possa perturbarlo -che possa perturbarlo in qualsiasi ordine: nella politica, nelle idee, nell’industria – anche in questo disinteresse per l’altro, per la vostra persona, riconoscerete l’uomo massa.
Il risultato di questa tendenza sarà fatale. La spontaneità… rimarrà violentata di volta in volta dall’intervento di tale autorità…
Ad un certo punto tutto ciò pesa come una «antivitale» supremazia sulla società. E questa comincia ad essere resa schiava, a non poter vivere più che a servizio dell’autorità…
S’immagini – però, al contrario – un uomo umile, che, nel tentare di valutarsi mediante ragioni particolari -nel chiedersi se ha talento per questa o per quella cosa, se eccelle in qualche attività- avverte che non possiede nessuna qualità singolare. Quest’uomo si sentirà mediocre e volgare, poveramente dotato; però non si sentirà «massa», non sarà massa… e solo da lui potrà iniziare qualcosa di buono.
In questo modo, la vita nobile (la vita dell’uomo libero) rimane contrapposta alla vita volgare o inerte… Da qui la ragione di chiamare «massa» questo modo d’essere umano, e non tanto perché appartenga alla moltitudine, quanto perché è inerte, perché rinuncia ad ascoltare, perciò, realmente, A CRESCERE…
L’ermetismo [chiusura] formatosi nella sua anima gl’impedisce d’intuire quella che sarebbe la prima condizione per scoprire la propria insufficienza: paragonarsi ad altri individui. Paragonarsi significherebbe uscire un istante da se stesso e trasferirsi nell’ambito del prossimo. Però l’anima mediocre è incapace di trasmigrazioni – attività suprema… [6]

Non riusciamo a fare qualcosa nemmeno noi stessi, vero? Non riusciamo mai a convincerli, che non sarà la “solita situazione” né che “sarà la solita soluzione” quella che cambierà per sempre la nostra vita in un mondo senza più nemmeno la possibilità di pensare alla propria vita in termini che non siano disperazione e catastrofe.
Ma prima della soluzione vediamo il perché – sul pratico – della situazione attuale.

3. Apparati sovranazionali: alcune prove della struttura psicologica mondiale

È vero CHE NOI SCEGLIAMO, anche inconsapevolmente ciò che siamo, le scelte appaiono spesso piccola cosa, ma gli effetti materiali sono “a valanga” su tutta la nostra vita, e tutto il nostro mondo ne paga le conseguenze. Possiamo dunque divenire ingannatori, ladri, omicidi, mostri, ma sempre il nostro inconscio ha fatto una scelta, e sempre c’è una soluzione.
Riferendo il tutto ai più ‘alti’ strati della società, la dimostrazione che non abbiamo più a che fare con ALCUN GOVERNANTE DI VALORE, risiede nel fatto che se venissimo governati da veri uomini di valore, le seguenti realtà non esisterebbero più.

Punto A
In questo momento in nessun paese del mondo le elezioni per eleggere i più alti organi dello stato hanno a che fare con la volontà di aiutare, accrescere, far evolvere il popolo, sono infatti dettati da lobby: questa è la causa della volontà politica di globalizzazione per esempio, nonché il motivo per cui con la “lotta al terrorismo” si vuole “esportare la democrazia”: le lobby, cioè i veri gruppi di potere economico, possono “democraticamente” espandere su paesi “vergini” il proprio controllo. Le lobby sono attività ‘legali’ che sovvenzionano economicamente le elezioni di presidenti, le creazioni di nuove leggi, che manipolano l’opinione pubblica per far eleggere chi vogliono, e con fini puramente economici e politici, e questo IN QUALUNQUE AMBITO: dal cibo, alla salute, al lavoro, alla religione [5]. Il fatto che questo sia legale dimostra il considerare la democrazia come “la scaltra dittatura del più forte”. Il fatto che questo venga taciuto, dimostra assenza di amore per gli altri.
Per esempio la FED (La Federal Reserve (abbreviata con FED), la banca centrale degli Stati Uniti d’America, che venne istituita il 23 dicembre 1913 dietro proposta del presidente Woodrow Wilson, approvata dal Congresso. È partecipata da banche private ed ha il compito di, grazie a manovre lobbistiche, riuscì nel 1913, in gran silenzio e con Woodrow Wilson come presidente, a ottenere l’autorizzazione per fungere da banca centrale privata, cioè battere moneta e i gestire l’andamento dei tassi d’interesse sul dollaro [7]. Che c’è di strano?
Che ciò significa controllare l’economia di mezzo mondo, non solo degli USA, senza alcun tipo di coinvolgimento per gli interessi della comunità umana globale. Perché?
Un pensiero come: “Non m’importa dei pezzenti che moriranno di fame e verranno schiavizzati” difficilmente reggerebbe a lungo in un grande uomo, ma sarà una costante di vita per l’uomo massa.
Può aiutarvi a comprendere ciò che sto dicendo anche un piccolo aneddoto:
Diciamo pure che ciò che vi dirò è incredibile, come anche dovrebbe esserlo l’inganno tuttavia reale riguardo l’11 settembre: fatto è che nel 1912 il Titanic colo’ a picco portandosi negli abissi, tra gli altri, tre uomini che avevano almeno due cose in comune: erano tra i più ricchi del pianeta e si opponevano all’istituzione proprio della Federal Reserve, proprio la nostra FED. E infatti nel 1913, contro ogni previsione, la Fed vide la luce. [8]
Il 23 dicembre 1913, la Banca privata della Federal Reserve acquistata da queste tre famiglie: Rothschild, Morgan e Rockefeller, si impossessò in pratica degli Stati Uniti. Per volontà di costoro si dichiareranno guerre, attentati terroristici con conseguenze disastrose come quelle delle Torri Gemelle… [9]
E non a caso – come per incanto – nel 1914 l’equilibrio si spezzò e guerra mondiale fu (leggete l’intero articolo linkato poco più sopra partendo da QUESTA PRIMA PARTE: http://www.tnepd.com/2011/se-sai-giocare-a-risiko-sei-a-buon-punto-nella-vita perché è davvero di notevole fattura) [8]

Un esempio più vicino? Nel 2008 crollano le banche USA, MILIONI DI POSTI DI LAVORO PERSI, eppure Obama decide di salvare prima di tutto i banchieri. Nel prossimo capitolo la verità risulterà lampante, ma seguiamo i fatti.
Tenete a mente che Obama, come finanziamento alle proprie elezioni, ricevette (questi i dati a mia disposizione:) 38 milioni di dollari dalle lobby finanziarie.
Il premio nobel per la pace Barack Obama dopo il crollo, per prime risarcì le società che apparentemente stavano andando a picco, regalando loro 11 mila milioni di dollari di tasse americane… Capite uno dei possibili scopi dei 38 milioni di dollari regalatigli dalle lobby finanziarie per le elezioni [5]? Già qui si dimostra che si ha a che fare con qualcuno capace di ingannare, di omettere verità, ma di mancare anche di amore per gli altri, di non essere interessato a ricambiare l’amore che gli è stato offerto dagli elettori. Per tanti la realtà è solo “ingannare i pezzenti”, non anche approntare piani perché smettano di esserlo. Anche questo animo freddo, appagato e cieco dai propri fini egoistici, non è affatto segno di valore. E il conferimento del premio nobel per la pace, il che dimostra che anche ai vertici ci si trova immersi tra uomini altrettanto utilitaristi, se non addirittura biechi.
Segni che noi poi vediamo nella nostra vita, nel menefreghismo e nell’approfittarsi reciproco delle persone della strada. Visto che “l’uomo massa” quando ha una convinzione, non la cambia e non ascolta chi può cambiargliela. Si auto-manipola (il come, lo spiego in questo articolo: http://4sfumaturedellarealta.blogspot.com/2011/08/apocalisse-senza-satana-la-fine-del_31.html) a credere che siano sue idee.

Punto B.
Ma il fatto che il vertice sia corrotto in maniera assoluta, globale, senza un minimo di amore, onestà, verità, lo dimostra ancor meglio quest’altro fatto.

Come facciamo a liberarci? Quello che anche Sherlock Holmes ci ha nascosto. Chi comanda?
Informandosi, si viene a sapere che a Basilea, in Banhofplatz 2, ha sede la banca dei regolamenti internazionali BRI, o BIS, “Bank for International Settlements”, fondata nel 1930, dove si riuniscono, ogni mese, i dirigenti di tutte le banche centrali del mondo…
Le nomine dei governatori delle banche centrali delle varie nazioni del mondo, prima di giungere alla ratifica dei rispettivi governi, dove ciò è ancora previsto, devono essere approvate dalla BRI; se a Basilea non sono d’accordo, tutto viene rimesso in gioco, si vagliano altre candidature… fino ad individuare l’uomo adatto a gestire, a livello nazionale, le decisioni che vengono assunte lassù, nell’Olimpo dei potentissimi Morgan, Rockefeller, Warburg, Rothschild…
È per questo che la scalata dei signori del denaro non è iniziata all’interno dell’area politica o delle istituzioni rappresentative delle singole nazioni.
Questi signori ingannano persino lasciandoci credere che ci sia libero mercato. Quali menti possono ingannare beatamente miliardi di persone, farle sgobbare, morire di lavoro, vederle correre come criceti in una ruota di credi, illusioni, convincendoli che ce la possono fare perfino a cambiare il mondo con la politica, con delle petizioni, quando le stesse menti sanno bene che tutto ciò è una balla?!
Esempio particolarmente eloquente ne è il movimento dei “No Global” in cui si portava a credere migliaia di persone che QUELLA VIA FOSSE BUONA PER CAMBIARE IL MONDO. Maurizio Blondet, nel suo libro “No Global”, informa che, contrariamente a quanto la pubblica opinione è indotta a credere, “l’International Global Forum è largamente finanziato dalla Foundation for the Deep Ecology, un think-tank con sede a San Francisco, erede delle fortune del magnate Douglas Tompkins…  Ed ancora: tra i “finanziatori dei ‘No Global’ spicca un nome: Theodor (Teddy) Goldsmith [...] Teddy è il fratello minore del defunto sir James Goldsmith, speculatore mondiale in materie prime, uno dei dodici uomini più ricchi del mondo, cugino dei Rothschild”…
Le banche centrali, quelle cioè che stampano la cartamoneta (come la FED) PRESTANO la carta moneta alle nazioni, solo perché legalmente hanno acquisito il diritto di stamparla. Quindi loro fabbricano LETTERALMENTE i soldi, e gli stati li prendono in prestito e li devono restituire pagando i dovuti interessi: ma il fatto è che le banche centrali, essendo banche di privati, ognuna può stamparsi quanti soldi vuole per le proprie “aziende”, per i propri comodi. Potete capire che se le banche centrali dei vari paesi del mondo… sono possedute in maggioranza da altre banche e dai grandi finanzieri internazionali, allora, se il mondo della politica, se i governi, i capi di Stato, i ministri del tesoro e dell’economia non hanno più voce in capitolo sui tassi di sconto, sulle strategie monetarie, sulle condizioni dei prestiti, sui finanziamenti internazionali, sui cambi, sulle borse, da almeno un secolo, chi VERAMENTE coordina da tutto questo tempo, tutto questo complesso MONDO DI NUMERI, di previsioni economiche, di interventi piccoli e grandi destinati a influire in maniera determinante sulla vita di tutti i popoli?…
Appunto i grandi poteri bancari mondiali: cioè chi, quando vuole, senza chiedere nulla a nessuno, si stampa tutto il denaro che gli fa comodo: LETTERALMENTE. Ma pensate al fatto incredibile che tutti i politici del mondo, che eppure lo sanno, anche loro fingono – perché in realtà fingono di governare, partecipano al grande gioco della finzione, senza amore, senza speranza, correndo solo per il loro scopo. Il potere di nessuno di questi uomini si è creato perché essi sono i migliori, essi sono qualunquissimi esempi di uomini massa, poco inclini all’introspezione, all’ascolto, a superare i propri limiti e di certo del tutto disinteressati a luccicare sull’umanità come autentici fari di salvezza e umiltà. Ma sono esempio di come L’ODIO di ciò che non è ‘se stessi’ porti all’arrampicamento sociale, al servilismo, all’inganno e a tragiche conseguenze.
L’unico potere mondiale MATERIALE si è sviluppato dove i soldi SI FABBRICANO, all’interno delle banche centrali, affiancandone l’attività con una miriade di istituzioni internazionali, enti, fondazioni, banche di credito e d’affari tutte rigidamente dirette o controllate tra loro. Una ragnatela così ampia e articolata da consentire il progressivo condizionamento planetario di tutte le attività…

Dunque potete VEDERLI come uomini di valore? Certo che no. Ma non vedeteli nemmeno come geni del male, come tanti Hannibal Lecter, il fantastico e invincibile genio del silenzio degli innocenti. Ciò che li contraddistingue, e CI contraddistingue (non siamo affatto diversi, in molti casi), è il non pretendere nulla di più da loro stessi (come noi, da noi stessi), e soprattutto è LA MANCANZA DI AMBIZIONE PER CIÒ CHE NOI SIAMO, O POTREMMO ESSERE PER LA TERRA, PER LA POPOLAZIONE UMANA, PER GLI UOMINI DEL FUTURO.

Per ultima, un’altra delle cose davvero tristi che dobbiamo sfatare, è l’illusione che almeno gli affari a livello popolare siano liberi:
1) le multinazionali sono controllate dai medesimi gruppi che strumentalizzano il sistema monetario;
2) ed hanno di conseguenza a disposizione, come le banche centrali, senza costo e senza limite, tutto il denaro che vogliono (motivo per cui non è possibile nei loro confronti alcun tentativo concorrenziale da parte delle normali imprese commerciali; e da ciò deriva l’inutilità di codificare le cosiddette leggi antitrust…). [10]

Il meccanismo diabolico

Se vi siete mai meravigliati da dove vengono i fondi per comprare gli edifici migliori e più grandi della città, qui c’è una spiegazione. Ogni economia nazionale ha bisogno di soldi così che merce e servizi possono essere venduti ed acquistati… Oggi, il governo non ha che strumenti indiretti per assicurare questo afflusso di denaro… essendo la creazione del credito largamente a discrezione delle banche. Inoltre, visto che il Governo non può creare la sua moneta, l’unica via per far sì che l’economia disponga di moneta a sufficienza, è di continuare a prendere prestiti!
Certo questo significa continuare a pagare interessi! E’ questa la ragione perché i governi non hanno mai soldi e perché lavoriamo più di sei mesi l’anno per lo Stato. Paghiamo gli interessi, in aggiunta alle spese dello Stato. Mentre loro stampano e basta… io li vedo come dei bulli prepotenti – tanto sciocchi umanamente – quanto ossessionati dalle loro idee e i loro giochi di potere. [10]

Quel che dico può sembrare a molti assurdo, o mostruoso, ma vi ricordo che per esempio lo Scientific American, il New York Times, il New York Herald, l’esercito degli Stati Uniti, gli accademici – compreso Simon Newcomb, Professore di Matematica e Astronomia presso la John Hopkins University – e molti altri scienziati americani derisero, da perfetti uomini massa, misero in ridicolo e denigrarono i fratelli Wright, sostenendo che era: “scientificamente impossibile che delle macchine potessero volare”!
Del resto John Logie Baird, l’inventore della televisione, fu attaccato da alcuni scettici dalla mentalità chiusa che sostenevano che era: “una grossa sciocchezza che le onde televisive potessero riprodurre un’immagine”! Una sciocchezza che poi cambiò il mondo! [11]

4. Riconosci il tuo nemico se lo trovi anche dentro di te.

Parliamo qui di Sociopatia e psicopatia. Ovviamente solo gli uomini liberi si saranno resi conto che le critiche rivolte “ai potenti” nel precedente capitolo sono perfettamente aderenti (o identiche se vogliamo) a quelle che dovremmo muovere a noi stessi e ai nostri vicini.
Di seguito descriviamo la casistica di comportamenti tanto crudelmente “etichettati”, quanto atrocemente presenti in misura varia in ognuno di noi.

Sociopatici e psicopatici… È possibile che questi individui siano più crudeli che pazzi, che POSSANO SCEGLIERE di non controllare i propri impulsi, CHE CONOSCANO LA DIFFERENZA TRA GIUSTO E SBAGLIATO, che SAPPIANO ESATTAMENTE COSA STANNO FACENDO e sicuramente NON sono pazzi, almeno secondo il parere unanime di molti studiosi (Samenow 2004)…

Sociopatia.

E’ principalmente caratterizzata da qualcosa che non va NELLA COSCIENZA del soggetto: o non ce l’ha o è piena di buchi come il formaggio svizzero o comunque il soggetto è in qualche modo in grado di neutralizzare completamente o negare qualsiasi senso di coscienza o di prospettiva riguardo al futuro.
I sociopatici si preoccupano solo di soddisfare i propri bisogni e desideri: egoismo ed egocentrismo all’estremo. Qualsiasi altra cosa e qualsiasi altra persona vengono ridotte nella loro mente ad oggetti da usare per soddisfare i propri bisogni e desideri.
Spesso sono convinti di fare qualcosa di buono per la società, o almeno niente di così brutto… ce ne sono almeno 4 sottotipi diversi: comune, alienato, aggressivo e dissociale. Il comune è caratterizzato soprattutto dalla mancanza di coscienza; l’alienato dalla sua incapacità ad amare o essere amato; l’aggressivo da una costante vena sadica; e il dissociale dalla capacità di conformarsi alle regole di una gang, a patto che siano sbagliate.

Ci sono 4 sottotipi di sociopatici.

1.SOCIOPATICI COMUNI.

Sono il sottotipo più vasto e hanno una coscienza debole o non elaborata. Non si vergognano delle cose di cui le persone normali si vergognerebbero.

2.SOCIOPATICI ALIENATI.

Non hanno mai sviluppato la capacità di amare, empatizzare o unirsi nella vita reale ad un’altra persona. Dimostreranno più emozioni nei confronti di un animale domestico o di un manufatto personale piuttosto che verso una persona (per esempio). Hanno un atteggiamento freddo e insensibile nei confronti della sofferenza umana o di qualsiasi problema sociale nella società in cui vivono… in fondo tutto quello che vorrebbero è che la società venisse distrutta.

3.SOCIOPATICI AGGRESSIVI.

Amano fare del male, terrorizzare, tiranneggiare, angariare e manipolare. Lo fanno per un senso di potere e controllo e spesso lanciano delle sottili indicazioni riguardo alle loro intenzioni. Ingentiliscono le loro maniere aggressive e dominanti… Cercano posizioni di potere… sistematicamente tendono a sabotare le idee degli altri per sostituirle con le loro… Di solito… sono particolarmente vendicativi… Non seguono la norma sociale della reciprocità come gli altri.

4.SOCIOPATICI DISSOCIALI.

Si identificano e mantengono la fedeltà con una subcultura dissociale, emarginata o predatoria… Nonostante si lamentino che niente di tutto ciò sia colpa loro, dietro a tutto c’è un genere di meccanismo di ricerca del fallimento nelle scelte sbagliate che compiono.

Psicopatici.

Ci sono 4 diversi sottotipi di psicopatici.

1.PSICOPATICI PERTURBATI.

Sono il genere che sembra cadere in un attacco di rabbia o frenesia più facilmente e spesso degli altri sottotipi. La loro frenesia ricorda un attacco epilettico. Di solito sono uomini con impulsi sessuali incredibilmente forti, capaci di prestazioni di energia sessuale stupefacenti, e apparentemente ossessionati dagli impulsi sessuali durante la maggior parte della loro vita. Inoltre sembrano caratterizzati da desideri molto forti, come dipendenza da droga, cleptomania, pedofilia, da ogni atto illecito o illegale. Amano il picco di endorfina portato dall’eccitazione e dal correre rischi…

2.PSICOPATICI CARISMATICI.

Sono mentitori affascinanti e attraenti. Di solito sono dotati di qualche tipo di talento, e se ne avvantaggiano per manipolare gli altri. Generalmente parlano velocemente e possiedono una capacità quasi demoniaca di persuadere gli altri a dare loro tutto ciò che possiedono, anche la vita. Per esempio sono leaders di sette o culti religiosi, che possono guidare i propri adepti alla morte. Gli appartenenti a questo sottotipo spesso credono nelle proprie invenzioni…

3.PSICOPATICI PRIMARI.

Non rispondono a punizione, apprensione, stress o disapprovazione. Sembrano essere capaci di inibire i propri impulsi antisociali la maggior parte delle volte, non grazie alla coscienza ma perché al momento è il loro obiettivo… Non seguono alcun progetto di vita e sembrano incapaci di provare qualsiasi genuina emozione.

4.PSICOPATICI SECONDARI.

Sono persone che osano, avventurose, non convenzionali che hanno cominciato a giocare secondo le proprie regole in giovane età. Sono guidati da un forte desiderio di fuggire o evitare il dolore, ma sono incapaci di resistere alle tentazioni. Al momento in cui la loro ansia verso un oggetto proibito aumenta, lo fa anche la loro attrazione nei suoi confronti. Vivono la loro vita sempre sotto tentazione. [12]

Una vita molto triste, non dite?
E non vi sono, nel corso della lettura, venuti in mente molti personaggi televisivi, fiction, oltre che svariate persone attorno a voi, oltre che addirittura tratti di voi stessi? 


5. Terapia psicologica sulle masse: appunti e proposte.

Vedo che non vi sono più cittadini e cittadine, ma solo un popolo di indistinti arrabbiati nei confronti dei loro sovrani perché ora non gli garantiscono più la solita “paga” a fronte della loro sudditanza ed ubbidienza…
Ma questa volta non arresteranno qualche studente né quale operaio, questa volta sarà lo spazio delle rivolte del nulla e del vuoto, le rivolte di chi non potrà più permettersi un certo tenore di vita, ma che non si interrogherà neanche per un attimo di cosa in effetti sta succedendo. [2]

Certo non siamo psicopatici, ma siamo dominati, guidati, educati secondo tale mentalità. Sappiamo che non siamo poi così diversi da loro, e che il fatto che ci permettiamo di farci ingannare, di farci “disperare”, di avere paura di loro, è solo conferma del fatto che siamo tutti parte della stessa “mentalità di massa”, e che quindi, educati come loro, messi nella loro posizione, agiremmo per lo più in maniera molto simile. Questo ultimo capitolo affronterà la pulizia di alcuni elementi “della nostra mentalità di massa”, grazie ad vari estratti del libro di GENE SHARP: POLITICA DELL’AZIONE NON VIOLENTA [13].

Intro.

Io non penso alla rivoluzione, non penso a creare piani, non è il mio talento, io penso al futuro, all’uomo del futuro. Conta lo spirito dei tempi, conta la libertà umana. Un mio atto non porta cambiamento ora – FORSE – ma che cos’è allora un’idea cambiata, un’apertura dentro, una possibilità di accedere a nuovi “orizzonti” dei limiti da superare? Sì, è giusto, pensare al contingente, pensare alla materia, ma è sciocco, è da ‘inermi’ pensare che da lì tutto inizi e tutto termini. Come muoverci dunque? Che fare?
Non sarà mica una nuova economia del futuro, ad andare a braccetto con pessimi uomini del passato?
By L’Hacker.

Gene Sharp: politica dell’azione non violenta.
Se fosse vero che il potere politico ha la stabilità di una solida piramide di pietra, allora sarebbe anche vero che tale potere può essere controllato solamente da coloro che lo reggono.
1.   Essi si autolimitino volontariamente
2.   Cambiano i «proprietari» del monolite (lo stato), sia con regolari procedure istituzionali (come le elezioni) che con metodi illegali (regicidio o colpo di stato)
3.   Col mezzo della violenza distruttiva (guerra convenzionale).
La concezione «monolitica» non tiene conto della possibilità che vi siano altri tipi di pressione e controllo efficaci.
Essa… mostra di non conoscere la natura del potere dei governanti e dei governi… Neppure il fatto che i governanti stessi credono nella teoria monolitica può far sì che essa risulti vera…
Comunque, dato che la teoria monolitica non e in realtà vera… anche un regime che si consideri monolitico o sembri esserlo, può venire indebolito e distrutto se LE FONTI DEI SUO POTERE sono insidiate e divise, cioè quando il popolo agisca riferendosi alla teoria del potere presentata in questo capitolo.

L’AZIONE NONVIOLENTA SI BASA SULL’ASSUNTO CHE IL CONTROLLO PIÙ EFFICACE SUL POTERE POLITICO SI ESERCITI ALLE SUE FONTI…

FARE AFFIDAMENTO SULLA VIOLENZA DISTRUTTIVA PER CONTROLLARE IL POTERE POLITICO È IRRAZIONALE QUANTO L’USARE UN COPERCHIO PER CONTROLLARE IL VAPORE DI UN CALDERONE, MENTRE IL FUOCO SOTTO VIENE LASCIATO ARDERE INCONTROLLATO.

Comte affermava che il potere di un governante varia e dipende dal grado in cui la società gli concede quel potere… Etienne de La Boétie, scrittore Francese dei sedicesimo secolo, quando parlava del potere di un tiranno, diceva «Costui che spadroneggia su di voi non ha che due occhi, due mani, un corpo e niente di più di quanto possiede l’ultimo abitante di tutte le vostre città. Ciò che ha in più è la libertà di mano che gli lasciate nel fare oppressione su di voi fino ad annientarvi»…

Se il potere politico non è intrinseco a chi lo detiene, ne segue che deve avere delle fonti esterne. Le seguenti fonti:

a) Autorità.

L’autorità può essere definita come il «…diritto di reggere e comandare, di essere ascoltato ed obbedito dagli altri», volontariamente accettato dal popolo, tale da NON IMPLICARE L’IMPOSIZIONE DI SANZIONI. II detentore dell’autorità può non essere effettivamente superiore; e sufficiente che egli sia considerato ed accettato come tale.

b) Risorse umane.

Il potere di un governante dipende dal numero di persone che gli obbediscono, collaborano con lui o gli forniscono un aiuto particolare… e dalla conoscenza e abilita delle persone che lo sostengono…

c) Fattori materiali.

Fattori psicologici ed ideologici, come l’abitudine e la disposizione all’obbedienza ed alla sottomissione, la presenza o l’assenza di una stessa fede, di un ideologia comune o di un senso di missione… E il grado in cui chi governa controlla la proprietà, le risorse materiali e finanziarie, il sistema economico, i mezzi di comunicazione e di trasporto contribuisce a stabilire quali siano i limiti del suo potere.

d) Sanzioni.

Le sanzioni sono «un’imposizione dell’obbedienza» utilizzate da coloro che governano contro chi e sottomesso per integrare la volontaria accettazione della loro autorità ed aumentare il grado di obbedienza ai loro ordini (John Austin)… La chiave per ottenere l’obbedienza abituale sta nei condizionare la mente… Thomas Hill Green fa notare che «difficilmente l’obbedienza sarà abituale se non è leale e non costretta» 
Ogni governante ha bisogno della capacita, della conoscenza, dei consigli, del lavoro e della capacità amministrativa dì una significativa percentuale dei suoi sudditi. Quanto più vasto e capillare è il controllo da parte del governante, tanto maggiore sarà l’aiuto di cui avrà bisogno… Se i sudditi non riconoscono il diritto di governare e di comandare a chi esercita il potere, così facendo ritirano l’appoggio collettivo, o consenso popolare, che rende possibile l’esistenza stessa del governo… Questo potere viene ridotto a tal punto che l’autorità stessa del governante risulta negata. Come facciamo a liberarci? Quello che anche Sherlock Holmes ci ha nascosto.
I collaboratori:
Singoli dipendenti, funzionari, impiegati o simili, ma anche… le organizzazioni e istituzioni che compongono il sistema nel suo complesso. Queste possono essere ministeri, uffici, comitati, commissioni e simili. Proprio come singoli individui e gruppi indipendenti tutti costoro possono rifiutarsi di collaborare, allo stesso modo anche queste unità organizzative possono rifiutarsi di fornire l’aiuto necessario…
Naturalmente possono essere imposte delle sanzioni nel tentativo di assicurare il grado desiderato di aiuto e di collaborazione. Ma, poiché i governanti hanno bisogno di qualcosa di più di forme esteriori di riluttante obbedienza da parte di questa moltitudine di persone loro soggette, gli sforzi per ottenere questo aiuto con la costrizione saranno inevitabilmente inadeguati, dato che la portata e l’intensità della loro autorità sono limitate.

Le sanzioni sono importanti per mantenere il potere politico dei governante, soprattutto nei periodi di crisi. MA LA CAPACITÀ STESSA DI IMPORRE SANZIONI DIPENDE DALL’OBBEDIENZA E DALLA COLLABORAZIONE DI ALMENO ALCUNI TRA I CITTADINI; E LA LORO EFFICACIA DIPENDE DALLA PARTICOLARE DISPONIBILITÀ ALLA SOTTOMISSIONE DI TUTTI I CITTADINI…
Nel rapporto tra chi ordina e chi obbedisce vi è sempre una reciproca influenza ed un qualche grado dì interazione, cioè di azione «reciprocamente determinata» , che implica un rapporto bilaterale tra governante e sudditi.
Il professor Harold Lasswell, il sociologo tedesco Georg Simmel e lo psicoanalista americano Chester J. Barnard autore di “Le funzioni del dirigente”, hanno tutti quanti offerto degli spunti per penetrare nella natura di questa interazione e di questa dipendenza reciproca.
Il professor Lasswell… porta l’esempio di un’orchestra e osserva che proprio come il direttore può ammonire gli orchestrali che non eseguono le sue indicazioni, allo stesso modo se l’orchestra non è soddisfatta del direttore, può, a sua volta, prendere delle misure contro di lui e «per mezzo della non collaborazione deliberata o di un’agitazione ostile» può «riuscire a far licenziare il direttore»
Lasswell aggiunge che senza la prevista obbedienza dei subordinati (sia essa sotto forma di acquiescenza passiva che di consenso attivo) il rapporto di potere non è completo nonostante la minaccia o l’uso di sanzioni…

L’obbedienza ai comandi e agli ordini non è automatica.
Un rapporto di potere esiste solo quando e completato dall’obbedienza dei subordinati agli ordini del governante e dalla loro conformità ai suoi voleri. Come vedremo, questo non sempre si verifica. Ciò è vero nel rapporto tra governante e sudditi, tra governante e vari ministeri e uffici del sistema amministrativo, nei rapporti tra i vari ministeri e, all’interno di ciascuno di essi, tra il capo e i dipendenti.
Ma stabilito il fatto che l’obbedienza è necessaria e si vuole che l’ordine venga eseguito e anche che essa non è ineluttabile, arriviamo all’antico problema: perché molti obbediscono ai pochi?

6. Le ragioni del perché molti obbediscono.

Come mai un governante può persino servirsi dei suoi sudditi per fini che sono contrari ai loro stessi interessi?… Le risposte saranno importanti …

Le ragioni
Dal punto di vista psicologico, al centro del problema del potere sta la comprensione dell’origine, della costituzione e del mantenimento dell’obbedienza volontaria (Hans Gerth e C. Wright Mills), ecco le ragioni:

1.   Abitudine

2.   Paura delle sanzioni: un potere che opera… attraverso la paura.

3.   Obbligo morale: un senso di obbligo morale all’obbedienza diffusa tra la popolazione e un aspetto comune a tutte le forme di organizzazione politica, in parte il risultato di un deliberato indottrinamento… Questo senso di obbligo morale può non avere origine dal governante, ma derivare invece da una concezione generale circa il benessere della società nel suo complesso o da principi religiosi…

4.   L’«asso nella manica» di chi governa diventa allora la mente di chi gli è soggetto e la propaganda diventa «il complemento indispensabile della polizia». Per esempio la convinzione che gli atti di costrizione siano imposti dal governo per il bene comune… che L’OBBEDIENZA RENDA POSSIBILE UNA PROTEZIONE CONTRO GLI INDIVIDUI ANTISOCIALI e favorisca il bene di tutti…

Una seconda fonte di obbligo morale che porta all’obbedienza politica nasce dal considerare il legislatore o il governante dotato di qualità, poteri ed origini superumane… la disobbedienza diventa allora eresia, empietà, tradimento della razza, della Patria o della classe, o sfida agli dei, alla Storia, o alla Verità.
Una terza è che se l’ordine viene dato da qualcuno che si trova in una posizione riconosciuta come ufficiale, se è considerato in armonia con la tradizione, la legge e la costituzione vigenti, se il governante è giunto alla posizione che occupa attraverso le regolari procedure, allora di solito i sudditi proveranno un senso di obbligo morale all’obbedienza…
Altro motivo per cui la popolazione allora obbedisce è che il comportamento ordinato dal governante è quello che in ogni caso essa avrebbe considerato giusto, come, ad esempio, il non rubare o il non uccidere. Si obbedisce allora alla legge a causa «del suo contenuto razionale». Come sostiene Green: «ciò che comunemente viene considerato giusto e necessario»
ALTRO MOTIVO È CHE LE PERSONE NON HANNO SUFFICIENTE FIDUCIA IN SE STESSE E NELLE PROPRIE CAPACITÀ DI GIUDIZIO E DI AZIONE DA SENTIRSI IN GRADO… DI RESISTERE AL POTERE… CIÒ PERCHÉ I SUDDITI POSSONO ESSERE DISILLUSI, SFINITI, APATICI O INERTI O MANCARE DI QUEL PATRIMONIO DI CERTEZZE CHE CONSENTONO SIA DI VALUTARE QUANDO SI DEBBA OBBEDIRE… SIA DI ACQUISIRE COSCIENZA DEI PROPRI DIRITTI E CAPACITÀ DI PRENDERE AUTONOMAMENTE LA DECISIONE DI DISOBBEDIRE. LA MANCANZA DI FIDUCIA IN SE STESSI PUÒ ANCHE ESSERE INFLUENZATA DALLA CONVINZIONE CHE IL GRUPPO DIRIGENTE SIA PIÙ QUALIFICATO A PRENDERE DECISIONI E A METTERLE IN ATTO DI QUANTO NON LO SIANO I SUDDITI.
Tale obbedienza però non è ineluttabile perché:

L’obbedienza è essenzialmente volontaria
La gente obbedisce per ragioni differenti dalla minaccia di sanzioni…
La tirannia e «fiorita solo dove il popolo, a causa dell’ignoranza, della disorganizzazione, o di una effettiva connivenza e complicità, è complice del tiranno e lo mantiene al potere accettando di essere strumento della sua coercizione»… «Una nazione ha il governo che si merita, e quelli che considerano offensiva questa affermazione sono o la piccola minoranza dei dissidenti, troppo pochi per in fluire sulla volontà popolare di cui sono le vittime, oppure coloro che pur essendo scontenti si comportano in maniera incoerente e collaborano con la tirannia di cui si lamentano, contro i propri interessi e spesso senza rendersene conto». In grado variabile la volontà del singolo individuo può allora giocare un ruolo attivo nella situazione. Vi è quindi un aspetto importante in cui l’obbedienza dei sudditi è essenzialmente il risultato di un atto di volizione. Anche nel caso dell’obbedienza abituale, il suddito accetta l’idea che è meglio continuare ad obbedire senza cercare coscientemente di analizzare i motivi per farlo…
Lev Toistoi ebbe delle intuizioni analoghe sulla natura dei governi quando scrisse a proposito della dominazione inglese in India: «Una compagnia commerciale assoggettò una nazione di DUECENTO MILIONI DI PERSONE. RACCONTATELO AD UN UOMO LIBERO DALLA SUPERSTIZIONE ED EGLI NON RIUSCIRÀ A CAPIRE CHE COSA SIGNIFICHINO QUESTE PAROLE. CHE COSA SIGNIFICA CHE TRENTAMILA UOMINI… NE HANNO SOTTOMESSI DUECENTO MILIONI…?

Il consenso può essere ritirato.
Godwin sostiene che basta distruggere nella classe media la convinzione secondo cui è nell’interesse di questa classe sostenere chi governa «e la struttura che vi e costruita sopra crollerà a terra». LA DISPONIBILITÀ DEI SUDDITI A SOTTOMETTERSI A UNA PARTICOLARE POLITICA O AD UN INTERO SISTEMA PUÒ ESSERE ALTERATA ANCHE IN SEGUITO AL DIFFONDERSI DI NUOVE IDEOLOGIE (O DI NUOVI SVILUPPI DI QUELLE GIÀ ESISTENTI) E IN SEGUITO A CAMBIAMENTI NEL MODO DI PERCEPIRE IL SISTEMA STESSO.
Godwin egli afferma che ogni esercito, nazionale o di occupazione, usato per tenere sottomesso un popolo può essere influenzato dalle opinioni e dai sentimenti della grande massa della popolazione. Esso può rifiutarsi quindi di sostenere il governante in quest’opera di repressione, allo stesso modo in cui il resto della popolazione può negargli il proprio sostegno.

Il liberalismo capitalista dei tempi moderni ha relegato all’ultimo posto i valori dell’intelligenza, e l’uomo moderno… si muove come una bestia o come l’uomo spaventato dei tempi primitivi. Per preoccuparsene, aspetta che queste verità diventino atti, e che si manifestino attraverso terremoti, epidemie, carestie, guerre, ossia col tuono dei cannone. [1]
Ma potrebbe anche non andare così.

Gandhi, che sperimentò su vasta scala le potenzialità politiche della disobbedienza, sottolineò l’importanza dì un cambiamento di disposizione [interiore] come presupposto per un cambiamento dell’atteggiamento nei confronti deli obbedienza e della collaborazione. Egli sosteneva che erano necessari:
a) un cambiamento psicologico: dalla sottomissione passiva al rispetto di sé e al coraggio;
b) la presa di coscienza da parte dei sudditi che il sistema si regge sul loro consenso;
c) la formazione di una ferma volontà di ritirare la collaborazione e l’obbedienza.
La Boétie affermava che il popolo può liberarsi da un tiranno scuotendosi di dosso l’abitudine ad essere servo…

Verso un metodo.
E quasi un assioma che di fronte a tale forma di non collaborazione e di disobbedienza cui non tutta la popolazione partecipa, il governante infliggerà severe sanzioni… e la mente dei sudditi, queste vittime del potere di chi governa, si ritengono generalmente indifese di fronte alle possibilità di repressione, punizione e controllo. Questi sentimenti di impotenza traggono origine da diverse cause.
L’incapacità dei sudditi di comprendere il ruolo che essi giocano può avere le sue radici o nella loro ingenua ignoranza o nel deliberato inganno perpetrato ai loro danni da parte di chi li governa.
Se i sudditi guardano al potere dei governante in un dato momento, si sentono con ogni probabilità impotenti di fronte a una dura, solida forza in grado di abbattersi su di loro in ogni istante, e questa miope concezione lì porta a credere alla teoria monolitica del potere. Ma se riuscissero ad osservare il potere dei loro governanti nella sua evoluzione temporale, vedendone le origini e la crescita, le variazioni e la fragilità, comincerebbero ad accorgersi del loro ruolo nella genesi, nel mantenimento e nello sviluppo di tale potere e questa consapevolezza permetterebbe loro di scoprire che sono in grado di EFFETTUARE STRAORDINARIE MIGLIORIE.

PER RAFFORZARE IL SUO POTERE, IL GOVERNANTE HA SPESSO L’INTERESSE A INGANNARE LA POPOLAZIONE SULLA [non] FRAGILITÀ DEL POTERE POLITICO E SULLE POSSIBILITÀ CHE [la popolazione] HA DI DISSOLVERLO. I GOVERNANTI CERCANO QUINDI DI TENERE PER SÉ QUESTE CONOSCENZE. TOLSTOJ NOTAVA CHE GLI UOMINI, DALLA CUI COLLABORAZIONE IN ULTIMA ANALISI DIPENDE IL GOVERNO OPPRESSORE, CONTINUANO A SERVIRLO ARRUOLANDOSI COME SOLDATI O COME POLIZIOTTI, POICHÉ «A CAUSA DEL PROLUNGATO INGANNO NON SONO PIÙ IN GRADO DI VEDERE LA CONNESSIONE TRA LA LORO SCHIAVITÙ E LA LORO PARTECIPAZIONE AGLI ATTI DI VIOLENZA»

«Se andate predicando, in gran parte dei mondo, che i rapporti politici sono completamente fondati sul consenso volontario o su una reciproca promessa, presto il magistrato vi imprigionerà come ribelle per aver allentato i vincoli dell’obbedienza, sempreché i vostri amici non vi abbiano rinchiuso prima come folle per aver sostenuto tali assurdità»

Come facciamo a liberarci? Quello che anche Sherlock Holmes ci ha nascosto. Hobbes intravvide il potere della disobbedienza e, prevedendo che esso avrebbe distrutto tutti i governi (non solo uno in particolare), si ritrasse spaventato e si mise a sostenere la sottomissione cieca ed universale (o quasi) dei cittadini ai loro governanti.

Le frequenti reazioni dei governi di fronte agli scioperi generali e alle azioni popolari di massa meritano un’attenta considerazione.
Non reagiscono [i governi] forse con sproporzionata determinazione per non cedere… anche quando [tali scioperi] hanno il sostegno della maggioranza della popolazione e si propongono di raggiungere obiettivi relativamente limitati? Questi governi non si rifiutano forse spesso di negoziare fino a quando gli scioperi generali non si siano esauriti? Ed anche quando vengono fatte delle concessioni, non succede forse che queste siano attribuite a cause diverse dalla non collaborazione popolare?
Sembrerebbe che queste reazioni possano essere spiegate almeno in parte dal fatto che i governi spesso sono più disposti ad accettare le richieste che a veder venir meno la collaborazione e l’obbedienza popolare, e che inoltre temano il diffondersi della consapevolezza della forza della non collaborazione nel controllo del potere politico.

Negare in ogni caso il diritto degli uomini alla disobbedienza è come dire che, dopo che il regime nazista di Hitler giunse al potere, era dovere di ogni tedesco obbedirgli ciecamente e realizzare efficientemente tutti i suoi piani, non importa quali fossero, e che non c’era nessun diritto alla resistenza o alla rivoluzione… Se non si accetta questa interpretazione, si ammette implicitamente che la disobbedienza e la ribellione possono essere moralmente giustificate, almeno in certe condizioni.

Gandhi… aveva certamente in mente più ampie implicazioni quando scriveva: «Nella società i ricchi non possono accumulare ricchezza senza la collaborazione dei poveri. Se questa consapevolezza penetrasse e si diffondesse tra i poveri, essi diventerebbero forti e imparerebbero a liberarsi con la nonviolenza dalle schiaccianti ineguaglianze che li hanno portati al limite della fame.»

Gandhi sostenne ripetutamente che un autentico autogoverno… non era semplicemente una questione di tecniche di governo e di identità del governante. La democrazia doveva invece basarsi sulla forza intrinseca della società… Egli attribuiva la causa della sottomissione indiana al dominio inglese alla condizione di debolezza dell’india stessa.
PRIMA CHE SI POTESSE ATTUARE L’AUTOGOVERNO IL POPOLO DOVEVA LIBERARSI DAL «SENTIMENTO DI IMPOTENZA» NON POTEVA AGIRE PER CAMBIARE… SENZA AVERE FIDUCIA IN SE STESSO…

In definitiva:
Nel cercare di risolvere i problemi del controllo del potere politico e nel tentare di trovare mezzi per sviluppare il tipo di società che rende più facile tale controllo dobbiamo rispondere a queste domande:

1. Come si può organizzare una società libera in modi che preservino e aumentino la sua capacità di rimanere libera?

2. Come si possono produrre cambiamenti sociali e politici in modi che affrontino questo problema specifico e nello stesso tempo facilitino, e non ostacolino, il controllo a lunga scadenza del potere politico?

3. Come può una società affrontare particolari tipi di potere politico incontrollato (come nei casi di oppressione, tirannia e guerra) con mezzi che contribuiscano a risolvere il problema immediato e al tempo stesso aiutino a controllare e diffondere, e non ad accentrare, a lunga scadenza il potere politico? [13]

7. Finale e Fonti.

Uscii in strada e cominciai a guardarmi attorno: pensai “Non abbiamo il diritto di pretendere un mondo migliore, se non ci stanchiamo di false concezioni”.
Ma dove vivevo, tra chi vivevo? Mi sembrava di gridare muto… chi avrebbe potuto ascoltarmi, chi capirmi?
“Sono ormai giorni che piove e fa freddo e la burrasca ghiacciata costringe le notti ai tavoli del Posto Ristoro, luce sciatta e livida, neon ammuffiti, odore di ferrovia, polvere gialla rossiccia che si deposita lenta sui vetri, sugli sgabelli e nell’aria di svacco pubblico che respiriamo annoiati, maledetto inverno, davvero maledette notti alla stazione, chiacchiere e giochi di carte e il bicchiere colmo davanti, gli amici scoppiati pensano «si scioglie così dicembre, basta una bottiglia sempre piena, finché dura il fumo».”  [14]

Le grida d’urla straziate sono utili quando servono a farci specchiar negli altri la nostra stupidità, ma non possono esser prese sul serio. Tanto sul serio – intendi – da portarci a far diventare ESSE stesse il nostro peggior nemico, da cui il motivo di questo testo.
Per me conta la salvezza, la libertà, la fine del dolore, e non IL DIRITTO ALLA SALVEZZA, e non LA RINCORSA DELLA LIBERTA’, e non LA GUERRA PER OTTENERE LA FINE DEL DOLORE! Perciò se comunico è per farti cambiare con le mie parole, non per sperare che ciò avvenga. Per questo non mi interessano le regole spirituali, né quella della bella scrittura, entrambe ci hanno ingannato…

Le cose non vanno gridate, vanno sussurrate perché il sussurro è più forte dell’urlo. Le cose non vanno sussurrate, vanno pensate, perché il pensiero è più forte del sussurro [15].

By L’Hacker, 14-9-2011 

Seguono: Le Fonti.

Come facciamo a liberarci? Quello che anche Sherlock Holmes ci ha nascosto.
FONTI CITATE:
[1]di ANTONIN ARTAUD; PER GLI ANALFABETI; Stampa Alternativa
[2]http://darianna-cosechepenso.blogspot.com/2011/08/pensieri-ruota-libera.html
[3]Tratto dall’articolo: Crisi e ri-proletarizzazione: prodromi rivoluzionari? Di Eugenio Orso – 22 ottobre 2008
[4]di David Rothkopf; Superclass; per l’Italia edito da Mondadori, 2008
[5]Informazione tratte da vari articoli di Paolo Barnard: il suo sito ora non esiste più
[6]Alcuni brani tratti da “La ribellione delle masse” di José Ortega y Gasset.
[7]http://www.fareforex.com/federal-reserve-fed-istituzioni/1120/
[8]http://ww-w.tnepd.com/2011/una-partita-cominciata-quattromila-anni-orsono
[9]Fonte: http://www.nodo50.org/ceprid/spip.php?article1227 Traduzione per http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=5673 a cura di http://www.vocidallastrada.com/
[10]dal libro Banca d’Italia, Banca Centrale Europea, Federal Reserve: la grande truffa (volume primo)
[11]Tratto da saggio “Un Avvocato Presenta il Caso dell’Aldilà_Prove Oggettive Inconfutabili” di Victor Zammit (pag 109-110)
[12]Tratto da http://www.crimine.net/wp/?p=56; Traduzione di Chiara Guarascio dallo studio di Robert Hare su http://faculty.ncwc.edu/toconnor/428/428lect16.htm
[13]tratto da GENE SHARP: POLITICA DELL’AZIONE NON VIOLENTA; volume 1: POTERE e LOTTA; edizioni gruppo abete.
[14] Incipit di Altri Libertini- Pier Vittorio Tondelli
[15]http://ettorefobo.blogspot.com/2011/03/aforismi-della-libera-azione.html#comments

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :