Di quale lavoro parlano? Forse del lavoro delle decine di migliaia di persone che oggi a Roma sono disoccupate e senza speranza proprio perché la città, pur avendo un potenziale gigantesco, lo dilapida riempiendosi di schifezze che fanno fuggire i turisti o che li fanno stare in città due giorni, massimo tre, giusto il tempo di guardare quattro monumenti celeberrimi e non rendersi conto di come è gestito coi piedi il suolo pubblico?
Roma è stata superata da Berlino e si avvia ad essere superata da Barcellona nelle classifiche delle città più visitate d'Europa. A Roma i grandi capitali internazionali non investono. A Roma non esistono le grandi catene alberghiere internazionali (Mandarin, Hayatt, Kempinski, Four Season e mille altre) perché la città è considerate ridicolosamente degradata. Perché nessun investitore sano di mente accetta di investire in una città d'arte dove alcun monumento è fotografabile senza immortalare anche qualche furgone bar, qualche bancarella, qualche venditore di cianfrusaglie. Quelli sono i posti di lavoro che mancano. Quelle sono le persone che dovrebbero darsi fuoco in piazza. Quelle sono le famiglie che non possono essere sfamate: decine di migliaia di persone che stanno a casa, nella povertà, per colpa di questo degrado. E non lo sanno, non lo capiscono. Il tutto per garantire il benessere a poche decine di prepotenti.