In Italia il Paese del turismo, negli ultimi anni sono stati costretti a chiudere decine e decine di alberghi, molti dei quali hanno avevano fatto la storia del turismo nostrano. Non tutti gli hotel e pensioni si sono limitati solo a chiudere, ma hanno deciso di “riciclarsi” in residenze, a volte di lusso, dedicate agli anziani. Gli economisti di mezzo mondo, infatti, condividono l’assunto che la terza e la quarta età rappresentino il business del futuro.
Tutti i paesi già sviluppati, hanno un minimo comun denominatore: l’invecchiamento progressivo delle popolazioni residenti con una tendenza pressoché generale ad avere sempre meno figli.
Tra gli stati coinvolti maggiormente nel fenomeno vi è proprio l’Italia. Ed i numeri sono inequivocabili: entro il 2040 il numero degli ultra 65enni in Italia raddoppierà. Le persone con oltre 65 anni d’età risultano in aumento di 113.000 unità all’anno e ormai rappresentano 1/5 della popolazione. Nel 2040 corrisponderanno al 32,2% dei residenti. La popolazione italiana, tuttavia, è rimasta sostanzialmente invariata tra il 1981 e il 2001 (crescita zero), per poi riprendere ad aumentare nel primo decennio del III millennio, soprattutto in conseguenza dell’immigrazione che come è noto rallenta il processo dell’invecchiamento globale per la tendenza delle famiglie straniere ad avere più figli.
Il dato più preoccupante ed una delle conseguenze è che nel frattempo il numero dei giovani subirà una progressiva diminuzione. Anche i cittadini stranieri sono in costante aumento e costituiscono il 7,1% del totale.
Sotto il profilo demografico l’Italia si conferma uno dei paesi con il più basso tasso di natalità al mondo; nel 2010 il numero medio di nascite per donna è stimato a 1,40, di poco inferiore all’1,41 del 2009. La fecondità è dunque in una fase di assestamento. Si mantiene superiore a quella della metà degli anni ’90, incui si toccarono i minimi storici, ma ancora non ha raggiunto il livello considerato ottimale per una popolazione, ovvero il livello di sostituzione delle coppie, pari a circa 2,1 figli per donna. Ma tra i fattori che influenzano maggiormente le previsioni non c‘è solamente l’invecchiamento della popolazione. Bisogna, infatti, considerare anche la fecondità e soprattutto le migrazioni.
E’ un dato di fatto che l’aumento degli anziani, in Italia, metterà in crisi il welfare e quindi il sistema dei costi della salute e per tali ragioni i governi sono già occupati a cercare soluzioni alternative dal momento che la proporzione tra le persone attive e quelle non attive cambierà di molto.
La questione, però va vista anche dal lato delle opportunità che la popolazione anziana potrà rappresentare per l’economia. Gli anziani possono, infatti, rappresentare nuove utilità a livello di business. È un settore di mercato tutto da scoprire ed il mondo delle imprese globalizzate e della pubblicità se ne sta accorgendo. Senza contare i settori della tecnologia, dei trasporti e dei viaggi dove moltissimi prodotti sono già pensati per la terza e quarta età. Per esempio il gruppo Allianz, leader mondiale nel campo delle assicurazioni ha già lanciato sul mercato prodotti relativi alla terza età che sino a qualche anno fa erano impensabili per queste fasce di popolazione.
Giovanni D’AGATA