La cartella cache di un browser e il suo funzionamento è un tema che spunta spesso nei commenti ad altri articoli, soprattutto quando si parla di pagine web che funzionano in modo anomalo, ma mi accorgo or ora di non aver mai scritto nulla di specifico a riguardo. Vedrò di rimediare. Un browser è un programma con cui ci si collega alla Rete e si visitano siti: Internet Explorer, Firefox, Google Chrome, Safari, Opera e così via, a seconda delle preferenze. Navigando in Rete, un browser salva una copia di tutto ciò che noi visitiamo e visualizziamo: pagine, foto, video, eccetera. Queste copie sono salvate in una particolare cartella del nostro computer, ossia la cache: ne esiste una per ogni browser che utilizziamo e, se il computer è condiviso tra più utenti, ne esiste anche una per ogni utente. A cosa serve salvare una copia delle pagine che visitiamo? Fondamentalmente, a semplificare e velocizzare le nostre visite future. Quando ci colleghiamo a una pagina, infatti, svariati files sono scaricati sul nostro computer: la pagina stessa (di solito un file HTML), le immagini contenute nella pagina, un eventuale foglio di stile che specifica come visualizzare la pagina (un file CSS), vari contenuti multimediali come video o audio (se presenti), eccetera. Questo accade perché, quando ci colleghiamo a un sito, di fatto ci stiamo collegando a un altro computer, ossia il server su cui si trova il sito; il server risponde alla nostra connessione inviandoci il materiale richiesto, ossia la pagina che vogliamo visitare. Questo materiale è scaricato nella cartella cache del nostro browser e da lì è recuperato, per mostrarcelo sullo schermo. Tutto ciò avviene dietro le quinte: dal nostro punto di vista, invece, abbiamo semplicemente aperto una pagina di un sito. Quando torniamo a visitare quella pagina, però, il nostro browser caricherà prima di tutto i files che ha già salvato nella propria cache, invece di scaricare nuovamente ogni cosa dal server; una volta caricati questi, avrà bisogno di scaricare soltanto gli eventuali aggiornamenti che ci sono stati dopo la nostra ultima visita. Così facendo, la pagina si caricherà più in fretta, perché la maggior parte del materiale era già nel nostro computer, e il server dovrà lavorare di meno, dato che solo una piccola percentuale di materiale dovrà essere inviato al nostro computer. La cache, dunque, contiene una copia di tutte le pagine che abbiamo visitato e di tutto ciò che era contenuto in quelle pagine. Questa situazione presenta diversi aspetti positivi: se una pagina è stata salvata nella nostra cache, potremo recuperarla e vederla anche offline, ossia senza bisogno di essere connessi alla Rete; tutte le foto e le immagini di vario genere che abbiamo visto su questo o quel sito saranno salvate in una cartella del nostro computer, da cui le potremo recuperare: i video di YouTube e di altri siti analoghi saranno stati salvati all'interno della nostra cache e li potremo recuperare da lì, se non conosciamo altri modi per scaricarli; e così via. D’altro lato, potrebbe non essere piacevole sapere che tutto ciò che abbiamo visitato si trova memorizzato nel nostro computer: anche per questo motivo, ogni browser dispone di una funzione per svuotare la cache, ossia cancellare tutto il suo contenuto. Svuotare la cache è anche una classica misura di primo intervento, quando si verificano problemi con qualche sito. Se in un sito ci sono state modifiche alla sua struttura dopo la nostra ultima visita, e in particolare modifiche agli script (JavaScript in particolare) che lo fanno funzionare in un certo modo, è possibile che si verifichi un conflitto tra la copia della pagina salvata nella cache e la nuova versione della pagina: svuotando la cache, costringiamo il nostro browser a ricaricare da zero la pagina, scaricando tutti i files dal server, e questo è spesso sufficiente a risolvere problemi di piccola entità. Svuotare la cache è infine una misura utile per liberare spazio sul nostro disco fisso, soprattutto se non abbiamo impostato un limite di dimensione alla cartella utilizzata, e molti programmi di “pulizia”, come CCleaner, propongono lo svuotamento della cache tra le opzioni per liberare spazio. A voi decidere se ne valga la pena o meno. La cache di un browser è una normale cartella del nostro computer ma, di solito, è una cartella a cui è piuttosto complicato accedere, perché da nessuna parte è specificato dove sia e, spesso, è inserita tra i files nascosti, se stiamo utilizzando un sistema operativo Windows. Esistono però metodi per stanarla, che variano a seconda del browser che utilizziamo: ogni browser la crea in un punto diverso, giusto per semplificare le cose.
Internet Explorer È probabilmente il più semplice, per cui partiremo da lui. Il percorso classico per raggiungere la cartella cache è Strumenti -> Opzioni Internet -> Impostazioni -> Vedi files Con alcune varianti, questo percorso è rimasto valido attraverso le varie versioni del programma. Con Internet Explorer 9, ad esempio, potrete partire cliccando sulla rotellina in alto a destra, invece che dal menu “Strumenti”.
Firefox Semplice, ma non immediato. Scrivete nella barra degli indirizzi about:cache e si aprirà una pagina con l’indirizzo in cui si trova la cartella cache (Cache Directory) e una voce “List Cache Entries” che vi permetterà di vedere un elenco dei contenuti della cache. C’è però una brutta notizia: il contenuto della cache non è direttamente accessibile, in quanto crittografato.
Google Chrome Complicato. Molto spesso è già difficile trovare la cartella in cui è stato installato (se utilizzate Windows, sappiate che non è nella cartella “Programmi”, come forse vi aspettavate), figuriamoci poi la cartella cache. Se avete una icona sul desktop per lanciare Chrome, oppure nel menu di avvio (o facente funzione di, a seconda del sistema operativo), allora potrete cliccare col tasto destro su quella icona, guardare le Proprietà e trovare così l’indirizzo in cui è installato Chrome: la cache, di solito, si troverà in Chrome/User Data/Default/. Anche in questo caso, però, non potrete accedere direttamente al contenuto dei files, in quanto crittografati.
Se utilizzate un sistema operativo Windows, un modo molto più semplice per accedere alla cache e aprire o salvare altrove i files contenuti, è quello di ricorrere a uno dei “CacheView” prodotti e distribuiti gratuitamente dalla NirSoft: sono programmino che non richiedono installazione e hanno il solo scopo di permettere un rapido e semplice accesso alla cache di diversi tipi di browser. Se infine vi state chiedendo quali siano i collegamenti tra la cache di un browser e la cache di Google, sappiate che non ci sono collegamenti diretti, ma solo ideali: la cache del browser raccoglie una copia delle pagine che abbiamo visitato; la cache di Google raccoglie una copia della versione diù recente di tutte le pagine che gli spider di Google hanno visitato. In pratica, la cache di Google può essere considerata come una specie di cartella cache della intera Rete, o almeno di quelle parti della Rete che sono accessibili agli spider.
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