La fisiologica acidità gastrica, che svolge un ruolo importante sia nei processi digestivi, sia nella sterilizzazione degli alimenti (per evitare che microrganismi patogeni arrivino nell'intestino), non dovrebbe essere un fattore di disturbo, a patto però che tutti i meccanismi di protezione della mucosa gastrica siano intatti ed efficienti. Nel momento in cui compaiono sintomi di acidità di stomaco, bruciore, reflusso significa che c'è un disequilibrio tra i fattori protettivi (secrezione di muco, presenza di prostaglandine di tipo 2, ecc.) ed i succhi gastrici acidi, cioè quando i secondi prevalgono sui primi. In questi casi, assumendo i comuni antiacidi, non solo si abbassa l'efficienza gastrica ma si cade, purtroppo, nel cosiddetto “effetto rebound” o “effetto rimbalzo”; infatti più si innalza il pH dello stomaco per ridurne l'acidità, più paradossalmente aumenta in modo spropositato la produzione di acido da parte dello stomaco che tenta in tutti i modi di tornare “acido” per garantire la sua perfetta funzionalità.
Così facendo, si aumenta costantemente il divario tra i fattori protettivi e i succhi gastrici e i disturbi, dopo una parvenza di miglioramento iniziale, peggiorano. Perciò la compromissione della funzionalità gastrica digestiva va poi di pari passo con questo stato di cose, innescando un disequilibrio che può estendersi a tutto l'apparato digerente. Partendo da queste considerazioni, utilizzare i “soliti antiacidi” non è certo la soluzione migliore! La via da prediligere per la risoluzione delle problematiche di iperacidità, bruciore gastrico e reflusso non è l'utilizzo di rimedi che contrastano l'acidità, siano essi sintetici o naturali, bensì l'adozione di un approccio volto a promuovere il ripristino dell'equilibrio protettivo della mucosa gastrica, salvaguardando appieno tutti i meccanismi fisiologici dello stomaco.