Come fuochi d'artificio

Da Stefanod
Ieri sera per l'ultimo dell'anno siamo andati a casa di una coppia di amici italo-svedese. Loro hanno due bambini di sei e nove anni che studiano italiano con Eleonora e così tutti e quattro i bimbi si sono messi subito a giocare insieme. Durante la prima parte della serata è andato tutto bene: i bambini giocavano a volte a coppie, a volte tutti insieme, praticamente degli angioletti. Anche durante la cena quasi niente capricci.
Poi ha iniziato a farsi tardi, e man mano che si avvicinava la mezzanotte crescevano nei bimbi sia la voglia di aspettare e vedere i fuochi d'artificio che la stanchezza. Verso le undici i bimbi si sono messi tutti buoni davanti alla televisione, ma si capiva che continuavano ad aumentare sia la stanchezza che la voglia di non cedere. Anche Sofia, che non aveva mai tirato più delle undici di sera, era attirata dal miraggio del vedere i fuochi d'artificio (anche perché eravamo su un'isoletta con la possibilità di vedere a 360 gradi i fuochi di diverse parti della città).
A mezzanotte nel giro di pochi minuti è scoppiato tutto: tappo dello champagne, fuochi d'artificio nonché la stanchezza colossale di tutti i bimbi che, visti i primi fuochi e quindi soddisfatta la voglia, all'unisono sono esplosi nei vari "non siamo stanchi...non vogliamo andare a letto!!" e hanno fatto quasi più botti loro di quelli in cielo.
Poi, nel giro di un quarto d'ora, tutti crollati.
E così noi adulti ci siamo goduti la prima lunga chiaccherata dell'anno constatando che una delle cose belle del frequentarsi con altri genitori con bambini in età simili è il rendersi conto che passiamo tutti per gli stessi dubbi e le stesse esperienze.