Come ho fatto a fare quello che ho fatto

Creato il 18 aprile 2011 da Angelozinna

Trekking nell'Abel Tasman National Park, New Zealand

Prendere un zaino sulle spalle e partire per l’altro lato del mondo senza troppi limiti o programmi sembra facile..ed e` facile. Un anno in Australia, lavorando e girando in lungo e in largo, alcuni mesi in sud-est asiatico, e un periodo indefinito di tempo in Nuova Zelanda, hanno composto l’esperienza che ho intrapreso quindici mesi fa, senza rendermi conto, ad oggi, come questo suoni a chi e` a casa, magari con il desiderio di partire. La mia vita ormai scorre a questo ritmo, e` diventato normale per me fare tutto cio` che faccio in prospettiva di spostarmi, dal modo in cui mi stabilizzo in una nuova citta` al modo in cui gestisco le mie spese e il mio tempo, e ad ogni singolo aspetto della mia giornata, tutto e` in qualche modo diretto a cio` che amo fare, viaggiare. Essendo pero` un comportamento spontaneo, alle domande che tante persone mi chiedono, magari in cerca di un consiglio, e` capitato di rispondere superficialmente, non concependo come alcune cose che sono naturali per me, appaiono immense ad altri.

Da oggi pero` si cambia, rispondero` a una serie di domande che pochi giorni fa ho ricevuto per e-mail, contenute nella lettera di Luca, che riassumono un po` tutte le domande piu` frequenti ricevute negli ultimi mesi, oltre a quelle che io avrei voluto chiedere a qualcuno prima di partire, riguardanti aspetti pratici del viaggio, dai soldi alla compagnia, di cui spesso si parla evitando numeri chiari o dati reali. Le mie risposte sono ovviamente dati indicativi, anche se posso dire che tra le migliaia di persone che passano un anno in Australia, la mia e` stata un’esperienza media, in quanto ho bilanciato lavoro e viaggio, ho guadagnato abbastanza da poter girare e mantenermi, ma non abbastanza per vivere nel lusso, ho avuto la possibilita` di vedere luoghi unici e conoscere persone che mi hanno aiutato, ho viaggiato sia in solitaria che in compagnia, con ragazzi e ragazze, con ogni mezzo di trasporto, insomma, credo sia l’ideale per farsi un’idea di come puo` funzionare un’esperienza del genere, premettendo pero` che ogni viaggio e` personale.

Avendo vissuto prima in Australia e poi in Nuova Zelanda, rifaresti la stessa scelta se dovessi partire sapendo quello che troveresti, a livello di opportunità, di costo della vita, di bellezza del paesaggio?

L’Australia e` una terra ricca di opportunita`, sicuramente uno dei luoghi al mondo in cui e` piu` facile fare un’esperienza del genere, sia in fatto di lavoro che organizzazione, e quindi si, rifarei tutto da capo. La Nuova Zelanda e` una terra bellissima, ma non cosi` accattivante dal punto di vista lavorativo, io mi trovo qui oggi, non alla ricerca di opportunita`, ma nel tentativo di poterla ammirare a costo zero, recuperando con qualche lavoretto i soldi necessari a spostarmi. Il costo della vita e` alto in entrambe, ma in Australia, essendo le paghe piu` alte si riesce a vivere bene.

L’impressione che ho avuto leggendo il tuo blog è che tu abbia viaggiato molto, in proporzione al tempo in cui in cui sei stato lì, quindi mi sorge spontaneo chiederti con quanti soldi sei partito e quanto hai lavorato lì per esserti potuto permettere di spostarti continuamente in diversi luoghi?

Sul blog mi soffermo di piu` a parlare dei miei viaggi, anche perche` capita che i periodi lavorativi siano abbastanza piatti e ci sia poco di interessante da raccontare, ma ho comunque passato lunghi periodi a lavorare. Io sono partito da casa con una cifra tra i 3.000 e i 3.500 euro, che ho messo da parte lavorando nei sette mesi precedenti alla partenza, ma sopratutto rinunciando a molte cose, dagli acquisti alla vita sociale, per potersi permettere un viaggio bisogna fare delle scelte. Oggi posso dire che avere 2.000 euro al momento della partenza e` piu` che sufficiente, dato che questi soldi non mi sono serviti nel periodo iniziale in quanto ho iniziato subito a lavorare, prima in fattoria, poi da cameriere a Melbourne, entrambi lavori pagati sotto la media, ma dove ho lavorato cosi` tanto (fino a 60 ore a settimana, anche sette giorni su sette a Melbourne, a 14$ l’ora piu` mance), da riuscire a mettere da parte una bella cifra. Ho utilizzato parte dei soldi italiani per comprare un pulmino (a meta` con un amico) con circa 800 euro, piu` 200-300 tra meccanici e multe, con il quale sono partito facendo quasi il giro completo dell’Australia in circa due mesi e mezzo. Successivamente sono andato un mese in Asia, per poi tornare a lavorare a Perth per quattro mesi, dove pur non lavorando tantissimo ero pagato molto bene (tra i 20 e i 25$ l’ora, lavorando tra le 20 e le 30 ore a settimana), riuscendo cosi con pazienza a recuperare i soldi spesi.

E’ davvero così facile trovare un lavoro in qualunque posto quando ti serve? Il guadagno dei lavori che si trovano permette di risparmiare qualcosa o garantisce solo la sopravvivenza?

Difficile da dirsi. In Australia lavoro c’e` e le opportunita` sono tante, ma pur essendo un Paese ricco di persone provenienti da fuori, e` importante trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Apparte per i lavori nel campo agricolo, sempre disponibili anche se non sempre piacevoli, per chi sa l’inglese e sa fare qualcosa, un lavoro si trova, per chi non ha grande esperienza puo` essere necessario piu` tempo, ma l’Australia e` comunque un economia in crescita con una popolazione piccola, quindi bisogna essere ottimisti. Un lavoro a tempo pieno da sicuramente la possibilita` di risparmiare abbastanza per poi muoversi, anche se spesso e` piu` facile trovare lavori part time, sopratutto nell’ospitalita`, che sicuramente permettono di sopravvivere, ma a volte poco altro. Per me il segreto per risparmiare comunque sta tutto nel riuscire ad abbassare i propri bisogni, piu` che nel guadagnare tanto. Avendo come priorita` il viaggio, sacrificarsi per un periodo, anche relativamente lungo, non e` un grosso peso, e fino ad ora ne e` sempre valsa la pena, ed e` oltretutto l’unico sistema che mi ha permesso di rimanere per strada per 15 mesi.

Partire da soli o in compagnia?

Nel mio caso, ho scelto di partire da solo, piu` per il desiderio di riuscire a farcela con le mie forze, per sfidare me stesso, che perche` sapessi a cosa andavo incontro. Come ho detto in passato, viaggiare soli raramente significa essere soli, ed io per primo ho viaggiato la maggior parte delle volte con altre persone conosciute qui. Condividere un’esperienza con qualcuno e` bellissimo, ma viaggiare insieme significa essere a contatto con qualcun altro 24 ore al giorno, bisogna quindi saper scegliere un compagno/a con cui si e` sicuri di andare d’accordo, il che non e` sempre facile (neanche con i migliori amici, con cui il rapporto a casa rimane comunque diverso) per non rischiare di trasformare una vacanza in un incubo. Viaggiando soli si impara a conoscere se stessi, potete leggere una serie di motivi per cui io ho fatto questa scelta, qui. Non esiste una regola quindi, bisogna capire cosa si sta cercando, e come si vuole affrontare tutto cio`.

Per chi e` in procinto di decidere se partire o no e per dove, voglio essere di supporto, per cui mi metto a disposizione per qualsiasi altra domanda. Se vi e` piaciuto questo articolo, potrebbe piacervi anche` questo e questo.



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