Come ho smesso di cresce ed ho imparato ad amare i Nerf

Creato il 10 ottobre 2010 da Loffio

Non ho mai fatto mistero di essere stato un bimbo ricco, fortunato e viziato, se volevo qualcosa prima o poi la ottenevo, in un modo o in un altro. L’unico rimpianto è stato il Nintendo, mai avuto il Nintendo, mio padre pensava che fosse meglio seguire la via dell’Amiga, del PC, pensava che le console fossero arnesi fini a se stessi che esaurivano la propria funzione in pochi anni, mentre un pc poteva aggiornato e tornava nuovo come prima.

In parte aveva ragione, ma adesso sono costretto a possedere tutte le console esistenti per ovviare a questo trauma infantile.

Una cosa che di sicuro avevo erano i Nerf, l’arco Nerf per l’esattezza, un coso che sparava grosse frecce di gomma gialla ed i cui colori erano stati palesemente scelti dagli stessi stilisti delle felpe Best Company.

Dress to kill

Era lento da ricaricare, tremendamente delicato e impreciso, bastava che la freccia si piegasse un po’ o perdesse una delle penne perché la traiettoria diventasse più casuale di quella di un supertele.

Ma nonostante questo era tremendamente divertente, ho passato estati intere a difendere la mia base da orde di ragazzini armati nello stesso modo, poi un giorno attraversando un canale in secca per sfuggire ad un attacco a sorpresa l’arco si è rotto, io sono cresciuto ed i Nerf si sono sedimentati nella memoria come un dinosauro in un pozzo di catrame.

Poi qualche giorno fa quella grandissima puttana del marketing di nome Roberto Recchioni ha vestito i panni dell’archeologo e ha tirato fuori il fossile dei Nerf dai recessi della mia mente. Solo che adesso i Nerf non sono più archi dall’incerto orientamento sessuale, sono fuciloni colorati che fanno invidia alle armi di Unreal. All’inizio è  stato un semplice ricordo ritornato a galla, le cose peggiori iniziano sempre così, è come quando dici “esco per una birretta” e finisci a guardare l’alba abbracciato ad un coccodrillo gonfiabile, poi lo tsunami amarcord ha preso il sopravvento (aiutato probabilmente dal fatto che sono una mente semplice che comprerebbe qualunque cazzata che spunta fuori), e mi sono reso conto che all’alba dei trentanni la fase in cui ti prendi sul serio è passata da un pezzo, o almeno così dovrebbe essere, e ho cominciato a spargere la voce.

Il risultato è che ben presto una ventina di rugbysti si sfideranno per decidere chi è il re dei proiettili di spugna.

E molto probabilmente ne approfitterò per mettere alla prova il mio istinto di cronista di guerra.

Adesso aspettiamo solo che Nerf Hasbro Italia si accorga di noi e ci invii l’arsenale giusto per eliminare il Recchioni ed il suo gruppo di cosplayer che non sanno tenere una pistola in mano.

Io sono già pronto.



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