Dalla mia raccolta poetica Vertigini astratte (2012), riporto la poesia “Come il contrappeso d’un metronomo”:
Come il contrappeso d’un metronomo,
insinuandosi,
lampi di vita schizzano tra i miei giorni.«Sequenze.
Infinitesimi d’esistenza moltiplicati come batteri.Inquieti fotogrammi senza tempo.
Istantanee appese come vecchi stracci
al buio d’una vecchia partitura.Respirare. Continuamente.
Sarà sempre uguale quella boccata d’aria ?
Sarà il medesimo risucchio d’un alito d’inverno ?Dritto di fronte a me.
Sempre dritto.Nel cinema d’un paesino,
(in prima serata), danno finalmente la mia vita.
Mille tempi,
mille fotogrammi.
Un’infinità
millimetricamente intervallata
dall’infinito.Ed eccomi,
chissà,
nascosto (come un apostrofo) fra i titoli di coda».…
Fra l’ultimo rintocco
e forse un’altra nota:
l’interminabile monologo
d’un fragoroso silenzio.
Foto di Nigel Appleton