Come inciampare nel principe azzurro

Creato il 04 ottobre 2012 da Labellaeilcavaliere
Anna Premoli

Lingua:Italiano
Editore: Narcissus Self Publishing, 15 giugno 2012
Lunghezza stampa:182
Dimensioni file: 333 KB
Formato: Formato Kindle

Maddison vorrebbe avere una vita tranquilla, nella Londra che conosce, fra le persone che conosce. Non le piacciono gli scossoni e le novità. Tutto cambia quando il suo capo non la candida fra coloro che desiderano essere trasferiti per un anno in una delle sedi estere dell’azienda. E visto che non può rifiutarsi spera che la meta sia New York, così da soddisfare almeno la sua mania per lo shopping, o Parigi al massimo.
(S)fortuna vuole che la meta del suo trasferimento sia Seoul, nella Corea del Sud.
A ciò si aggiunge un capo che non sopporta a prima vista: Mark Kim, americano di origini coreane.
Ammetto di essere stata attirata dal prezzo e dalla Corea. Mi sono appassionata ai dorama coreani e mi intrigava l’idea di leggere un romanzo ambientato proprio lì. Mi sarei aspettata un po’ più di Corea, sinceramente conosciamo veramente poco quella che è la vita a Seoul. Anche il protagonista maschile non è coreano in realtà: nato e cresciuto negli USA, di coreano ha solo l’aspetto; usanze e abitudini sono quelle di qualsiasi occidentale.
La protagonista mi è piaciuta dopo il suo arrivo a Seoul. Prima parla di se stessa come fosse un’incapace, afferma di essersi affermata dal punto di vista lavorativo quasi per caso. E invece poi si capisce benissimo che è preparata tant’è che in Corea le viene affidata una squadra con cui lavora bene. Insomma, mi è sembrato un po’ che si lamentasse a vuoto all’inizio del romanzo, per fortuna dopo si riprende.
Sono molto divertenti le situazioni in cui si va a cacciare Maddison, soprattutto quando si deve scontrare con alcune tradizioni coreane. Il rapporto più burrascoso è quello che ha con la cucina, decisamente poco adatta al suo palato inglese (ma anche il mio avrebbe avuto qualche problema, sono schizzinosa quanto, se non più, Maddison). Lo stile è scorrevole se non fosse per i molti refusi, l’errore che mi ha impedito di continuare la lettura per buoni cinque minuti è stato “Jane Austin”…sono rimasta basita (una delle mie autrici preferite citata in questo modo!).
L’ho trovata una lettura piacevole e divertente, si sa già come finirà, ma in fondo romanzi come questi si intraprendono proprio per questo motivo.

Angharad

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