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Come Lasciare Una Famiglia Azzeccosissima del Sud per Washington D.C.

Creato il 13 dicembre 2014 da Sunday @EliSundayAnne

Questo è il racconto di Libera, così come me l’ha mandato: con lettere cubitali, punti esclamativi e tutta la spontaneità dei suoi 25 anni. Uno spaccato di vita e di coraggio per chi il salto lo vuole fare, ma è ancora lì, bloccato: vado o non vado? Devo cambiare vita, o restare?
Se non lo sapete ancora, ve lo ricorda lei: volere è potere.

Washington DC cambiare vita

Mi  sono sempre sentita un pesce fuor d’acqua tra i miei coetanei, non perché mi senta speciale o altro, anzi. Semplicemente, non riesco a capire come non si senta il bisogno di esplorare la terra sulla quale viviamo. Credo che questa forte passione mi sia stata trasmessa da mio padre: prima di sposarsi ha girato il mondo, e come si sa certe cose sono genetiche, e a me ha gentilmente trasmesso l’irrequietezza e la curiosità!

Credo che la prima volta in cui ho avuto il sentore che mi mancasse qualcosa sia stato a 18 anni. Prima di allora i miei genitori  mi avevano fatto visitare posti magnifici, però dopo la maggiore età noi ragazzi vogliamo vivere le nostre esperienze da soli, fare vacanze con gli amici nei posti più scontati, seguire l’amore (in questo sono rimasta intrappolata tante, troppe volte) e così sono arrivata ai 24 anni vivendo come una “normalissima” ragazza della mia età, ma con un desiderio latente dentro di me: vivere all’estero.

E così, dopo la fine di una storia d’amore che sarebbe dovuta essere distruttiva, ma che per mia fortuna è stata “costruttivissima”, appoggiata dal mio papà, ho preso la decisione più bella, più difficile, più paurosa, più naturale della mia vita: partire per Washington D.C.

Washington DC cambiare vita

Facendo io parte di una famiglia “azzeccosissima” del Sud lascerò alla vostra immaginazione la reazione della mia fantastica mamma (la quale verrà nominata spesso in quanto sono una mammona di prima categoria).

Ero eccitatissima, fin da 3 mesi prima della partenza, e,  inutile dirlo, la notte prima non ho chiuso occhio.

D’altronde era il mio primo viaggio in aereo da sola, dovevo fare mille scali, e nonostante sia sempre stata una tipa molto sveglia e spigliata, avevo paura anche delle cose più stupide:

e se mi perdo per l’aeroporto

e se non trovo il gate dello scalo

e se non riesco a comunicare in Inglese?

Ovviamente è andato tutto alla grande e dopo aver fatto scalo di poco più di 24 ore a Madrid (si può essere più fortunati e visitare 2 città nello stesso viaggio?) sono arrivata a Washington. Le sensazioni che ho provato mettendo piede in quella città credo che sia impossibile descriverle, mi vengono ancora le lacrime agli occhi quando ci penso, forse in quel momento ho capito davvero cosa sia la FELICITA’: stavo ufficialmente iniziando la mia nuova vita, anche se questa sarebbe durata solo 3 mesi.

La mia avventura  non è iniziata nel migliore dei modi, sono arrivata a pensare di avere il “malocchio” o cose del genere:

1.
Ho avuto una disavventura riguardante la salute appena messo piede in America – che mi è costata a livello monetario non poco;

2.
Cosa più assurda, mi hanno rubato la borsa con tutti i miei documenti: passaporto, carte di credito, soldi, tutto. Io sono di Napoli e giuro che non mi hanno mai rubato niente nella mia città. Ironico no?

Ma neanche questo è riuscito ad abbattermi e a togliermi il sorriso che ho avuto stampato sul viso per tutti e tre i mesi.

Ho trovato lavoro (che in teoria non avrei potuto neanche cercare secondo le leggi americane) grazie ad un cugino di mia madre che conosceva il proprietario di un ristorante italiano. Giuro che appena ho visto il mio boss mi sono detta “Oh oh… qui avrò tanti problemi” (e mi sono trattenuta, ho avuto pensieri un po’ più “coloriti”).

Ho iniziato a lavorare come hostess dopo una settimana dal mio arrivo in città e dalla mia guarigione, e nonostante gli iniziali problemi con la lingua ho imparato in fretta le mie mansioni ed ogni giorno ero felice di andare a lavorare. La paga era pessima, il boss era antipatico e maleducatissimo

(CONSIGLIO: MAI lavorare all’estero per un italiano)

ma il resto della crew, un misto tra italiani e americani, era meravigliosa, tutti molto disponibili e simpatici con me che ero la nuova arrivata.

Loro sono stati la mia famiglia in quei tre mesi, sarebbe stato impossibile il contrario in quanto in America si lavora poi si lavora poi si lavora e poi… si BEVE. Eh si ogni sera dopo il lavoro l’appuntamento era fisso in uno dei bar bellissimi che erano sulla  14th Street, una strada oggi molto importante di Washington, un quartiere in via di sviluppo, dove si trovano tutti i ristoranti e i baretti  più IN.

Gli americani sono per me un popolo simpaticissimo, forse un po’ superficiale, ma sicuramente molto gentile (ovviamente con le dovute eccezioni), passano la loro vita a lavorare, sono macchine da soldi, tanto che dopo il lavoro non possono fare altro che andare ad ubriacarsi anywhere… giuro che se li vedi la mattina al lavoro e poi la sera al bar a stento li riconosci!

Washington DC cambiare vita

Ovviamente mi sono dovuta adeguare anche io a questo stile di vita, per un primo periodo ho lavorato 7 giorni su 7 perché avevo bisogno di soldi, e così, vivendo praticamente nel ristorante,  la mia collega è diventata come una sorella e un mio collega, nonché fratello del mio boss,  è diventato il mio fidanzato (sarei voluta tanto essere una tipa da flirt fugaci ma purtroppo sono nata romantica e innamorata dell’amore).

Sarà stata l’atmosfera, il posto, la città nuova, la nuova “me”, ma questa è stata la storia più bella e intensa della mia vita. Ma ovviamente, fortunata come sono, come canta Mika, “NO happy ending”. Dopo il primo mese di lavoro no-stop ho iniziato ad avere un po’ di tempo libero e così ho iniziato a visitare finalmente la città e me ne sono subito INNAMORATA.

Washington DC cambiare vita

Io non sono una tipa da metropoli come New York, che è stata la  meta per un weekend folle con la mia amica americana

(CONSIGLIO: visitate le città con qualcuno del posto perchè è come vederle nella loro vera essenza).

Washington è assolutamente la città adatta a me: verde ovunque, parchi meravigliosi, città assolutamente a dimensione d’uomo, ricca di musei  e di attrazioni (gratis), strade pulite, la metro che ti porta ovunque.

Washington DC cambiare vita

Washington DC cambiare vita

Per non parlare poi dei continui eventi, parate, manifestazioni, tutto in stile super americano, cose assurde come quelle che si vedono nei film.

Washington DC cambiare vita

Nella mia permanenza lì ho assistito ad una manifestazione gay simpaticissima e poi ai fuochi d’artificio del 4 Luglio che sono uno spettacolo magico soprattutto se sei in dolce compagnia.

Washington DC cambiare vita

L’unica pecca di questa città è il clima, non è dei migliori, fa troppo freddo d’inverno e troppo caldo d’estate, il periodo migliore per visitarla è da aprile a luglio, ma anche in questo periodo non c’è da stupirsi se si entra in metro con il sole e si esce con una tempesta, quanti bagni che mi sono fatta!

Washington DC cambiare vita

Ma per me rimane un città magica con dei posti meravigliosi:

Georgetown, un quartiere stupendo pieno di negozi e ristoranti, tutto molto colorato, sembra di stare nei quartieri in miniatura di Disneyworld.

Jefferson Memorial, un monumento immerso nel verde e circondato dal fiume Potomac, meno visitato rispetto al Lincoln Memorial e quindi più tranquillo, per me un paradiso dove rifugiarmi a pensare e a leggere un bel libro.

Washington DC cambiare vita

Waterfront, per fare un passeggiata in riva al fiume o per un bell’aperitivo domenicale.

Washington DC cambiare vita

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Library of Congress, un posto magico per gli amanti dei libri.

Washington DC cambiare vita

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Meridian Hill, la mia felice  isola verde  nel cuore di Washington, vicino al caos della 14th Street, un parco dove poter fare una passeggiata, un pic-nic, prendere il sole e  dimenticare per un momento tutti gli impegni e lo stress.

Sono passati veramente in fretta quei tre mesi, non nascondo che spesso è stata dura e che sono stata contenta di tornare a casa mia dalla mia famiglia, ma:

- il sorriso con cui mi svegliavo ogni mattina

- la forza che sentivo dentro di me

- il coraggio che ho scoperto di avere

- la consapevolezza di essere capace di cose che non avrei mai pensato

- la bellezza dello stupore che provavo ogni volta che vedevo qualcosa di nuovo

- il sapore dell’indipendenza

sono sensazioni impagabili e sono proprio queste che mi spingono oggi, dopo solo 4 mesi dal mio ritorno, a ripartire per un nuovo viaggio, una nuova avventura, una nuova città.

Questa volta però per un periodo un po’ più lungo e anche se non è facile lasciare i propri affetti, personalmente per me lasciare mia madre con cui vivo in simbiosi da 25 anni, sono spinta da una passione irrefrenabile, da un desiderio viscerale di scoprire ogni angolo di questa terra, ma non come turista ma come cittadina.

Io voglio viverlo un posto, voglio conoscerne le abitudini, gli usi e i costumi, le tradizioni, le difficoltà e le bellezze. Io mi sento cittadina del mondo e questo lo devo solo a mio padre, che mi ha fatto viaggiare tantissimo e mi ha fatto visitare anche posti che da piccola non ho apprezzato ma che oggi sono il motivo per cui voglio viaggiare.

Washington DC cambiare vita

La mia prossima meta per 12 mesi sarà la California, San Diego per l’esattezza, un sogno che qualche tempo fa credevo irrealizzabile, ma poi ho imparato che

La maggior parte delle cose dipendono da noi, dalle nostre scelte

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e che con un po’ di fortuna si può trovare qualcuno sul posto che ti dia una mano. Questa volta non partirò da sola, un mio amico verrà con me, dice che grazie ai miei racconti, al mio entusiasmo e alla luce che ho negli occhi quando parlo dell’America gli ho dato il coraggio di iniziare la sua avventura.

E credo fosse davvero tutto predestinato, perché lui ha un cugino proprio a San Diego che ci aiuterà a trovare casa e lavoro.

Partirò dopo Natale perché senza la mia famiglia che Natale sarebbe?! E poi mia madre potrebbe anche “morire di collera”, già si lamenta che ha perso di nuovo la figlia e deve abituarsi a stare senza di me, è un po’ melodrammatica!

Per quanto mi riguarda l’eccitazione mista ad un po’ di ansia cresce più si avvicina la data e già sogno tutte le persone che conoscerò, i luoghi che visiterò, le difficoltà che inconterò e già mi sento felice, perché  so che durante questi viaggi conosco sempre un po’ di più una persona per me molto importante, ME STESSA!

Non si può rimanere fermi: per conoscere anche il lato nascosto di sé bisogna esplorare il mondo.

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Perché quando siamo lontani da casa, dai nostri affetti, dalle nostre sicurezze, escono cose di noi stessi che neanche noi conoscevamo. Non esiste, secondo me, sensazione più bella.

Spero tanto di poter essere da sprone per tante persone come me che hanno questo desiderio, ma credono sia impossibile.

Credetemi: VOLERE E’ POTERE!

E forse non ci vuole neanche tanto coraggio, ma una sana dose di incoscienza e un pizzico di follia.


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