Se acquistate abitualmente tonno allora è indispensabile imparare a conoscerne la provenienza (in teoria dovrebbe essere così per ogni alimento). La provenienza purtroppo non è sempre reperibile sulle confezioni, infatti, spesso è riportata in zone nascoste o rimandata direttamente al sito web del produttore. Il tonno, come il pesce spada, è un pesce che accumula facilmente le sostanze presenti nel suo habitat come il mercurio (nel tonno qualità pinne gialle sono state misurate concentrazioni minori di mercurio) e la diossina. Perciò si tende a preferire quello pescato nell’oceano (dove le concentrazioni di questi due elementi sono minori) rispetto a quello pescato in mare (soprattutto se con basso ricircolo delle acque).Inoltre, il terremoto in Giappone ha causato perdite di sostanze altamente tossiche e radioattive nelle zone circostanti, per cui è estremamente importante conoscere le zone di pesca del tonno che si acquista. La zona limitrofa al Giappone considerata prevalentemente a rischio è l'area di pesca FAO 61, che copre il Pacifico Occidentale Centrale di fronte alle Filippine, Papua Nuova Guinea, Indonesia e Australia del nord. Ne consegue che non c’è nessun allarme per il tonno proveniente dalla zona di pesca FAO 71 com'è stato affermato più volte in questi giorni in rete. Pare, comunque, che nella zona di pesca FAO 61 non venga pescato il tonno a pinne gialle, ma solo altri tipi di pesce, tra cui il tonno rosso.In ogni caso va ricordato che alcune specie il tonno e gli altri pesci possono migrare per migliaia di km in pochi mesi. Quindi accertiamoci sempre della loro provenienza.
Ecco le diverse zone di pesca stabilite dalla FAO
Atlantico Nord-Occidentale > Zona FAO 21;
Atlantico Nord-Orientale > Zona FAO 27;
Mar Baltico > Zona FAO 27.IIId;
Atlantico Centro-Occidentale > Zona FAO 31;
Atlantico Centro-Orientale > Zona FAO 34;
Atlantico Sud-Occidentale > Zona FAO 41;
Atlantico Sud-Orientale > Zona FAO 47;
Mar Mediterraneo > Zone FAO 37.1, 37.2 e 37.3;
Mar Nero > Zona FAO 37.4;
Oceano Indiano > Zone FAO 51 e 57;
Oceano Pacifico > Zone FAO 61, 67, 71, 77, 81 e 87;
Antartico > Zone FAO 48, 58 e 88;
Mare Artico > Zona FAO 18.
Mappa pubblicata da Ecoblog
Il falso allarme sul tonno radioattivo pescato in zona FAO 71 che in questi giorni ha scatenato il panico in rete, riguardava le confezioni a marchio Coop, Nostromo o AsDoMar. Le aziende interessate hanno subito tranquillizzato i propri clienti tramite il sito Ecoblog. Riporto di seguito le dichiarazioni rilasciate:COOP
“La zona coinvolta dal terribile incidente nucleare è la 61 e non la 71. Come Coop non acquistiamo né abbiamo mai acquistato tonno proveniente dalla zona FAO 61, l’unica dichiarata eventualmente a rischio, secondo quanto indicato dall’Unione Europea. Inoltre per i nostri prodotti a marchio Coop si utilizza il tonno a pinne gialle, che non vive in quelle acque per via delle temperature troppo basse. Sulla confezione dei prodotti Coop è indicata sempre sia la specie sia la zona di pesca”
NOSTROMO
“Nostromo non ha mai operato in Giappone, né prima né dopo la tragedia di Fukushima, e tantomeno nella zona Fao n.61, che in realtà è la sola interessata da provvedimenti delle Autorità Sanitarie competenti. E’ quindi quantomeno curioso che chi sta lanciando allarmi sui social network prenda di mira proprio la nostra azienda”
ASDOMAR
“Non acquistiamo né abbiamo mai acquistato tonno proveniente dalla zona FAO 61. Utilizziamo per le nostre produzioni esclusivamente tonno a pinne gialle pescato nelle calde acque tropicali degli oceani Indiano (zone FAO 51 e 57) e Pacifico Occidentale Centrale (zona FAO 71) lontano dalle acque antistanti il Giappone. Già dal 2011 monitoriamo l’eventuale presenza di isotopi radioattivi attraverso misurazioni che vengono effettuate direttamente allo scarico dei tonni dell’oceano Pacifico che arrivano interi nel nostro stabilimento”