Monti ha incassato molti endorsement da quando è ufficialmente in campo, ma il più pesante arriva sicuramente dal Vaticano, le cui indicazioni rimangono ancora importanti in quanto faro dell’area moderata-reazionaria del Paese.
Prima del nuovo fidanzamento, occorreva scaricare del tutto l’ex amante: il PDL. Nonostante lo stile di vita non proprio giudizioso di Berlusconi, la Chiesa era sostanzialmente sulle stesse posizioni del PDL per quanto riguarda i diritti fondamentali e aveva più volte supportato le scelte politiche del Cavaliere. La scomunica è arriva in due atti: prima un incontro tra Camillo Ruini e Angelino Alfano il 12 dicembre, poi l’ufficialità pubblica con il pezzo del direttore di Avvenire Marco Tarquinio che attribuisce all’esecutivo azzurro un “alto tasso di inazione (o di inconcludenza) al cospetto di tentativi del centrosinistra di agire, ma in senso sbagliato (zapaterista)”.
L’approccio a Monti e alla nuova DC è stato naturale. Prima l’irrituale telefonata per gli auguri tra il premier e il Pontefice, poi l’endorsement dell’Osservatore Romano, organo della Segreteria di Stato di Tarcisio Bertone, e infine quello del capo dei vescovi italiani Angelo Bagnasco: “Sulla sua onestà e capacità sembra esserci ampia condivisione e ha ottenuto riconoscimento in tal senso anche in Europa”.
Non è affatto una sorpresa visto anche che già altri nella cerchia del bocconiano sono ben integrati e ben voluti Oltre Tevere: i ministri Riccardi e Orgaghi, il vicesegretario generale di Palazzo Chigi Federico Toniato e il direttore di Rai Vaticano Marco Simeon.
Un appoggio non gratuito anzi ben guadagnato sul campo dal premier grazie a manovre passate gran parte sotto silenzio. Qualcuno si ricorderà che durante l’estate lo Ior, la banca vaticana, era stato inserito nella black list della trasparenza e contrasto al riciclaggio. Monti e Grilli sono corsi al salvataggio per evitare una clamorosa bocciatura e al Consiglio d’Europa agli ispettori di Bankitalia, per nulla benevoli con lo Ior, è stato sostanzialmente impedito di parlare, tant’è che Palazzo Koch ha finito per ritirare la sua delegazione.
Il governo, poi, ha fatto ricorso contro una sentenza europea che consentiva la diagnosi preimpianto sugli embrioni nonostante la legge 40 sulla fecondazione assistita. Un intervento a gamba tesa su uno dei temi più cari dalle parti del Cupolone.
Sull’8 per mille, poi, Monti si è rifiutato di convocare la commissione italo-vaticana per rivederne il gettito, ben superiore alla congrua, come prevede il concordato, lasciando che la Chiesa intascasse tutto. Con gran fatica e a furor di popolo è stato introdotto l’Imu sugli immobili a scopo commerciale, in vigore dal 2013, ma con un po’ di lobbismo a Bruxelles l’evasione precedente è stata condonata. Discutibili, poi, i 223 milioni per le scuole private cattoliche.
Fonte: Il Fatto Quotidiano