Come non pentirsi mai delle proprie scelte

Da Tempodiagire @LuisaOreglia

Tempo di agire! Non solo è lo slogan (quanto mai corretto) per questo blog, ma una necessità per tutti. Senza l'azione manca la benzina della crescita personale, lo stimolo quotidiano a migliorarsi giorno per giorno. E alla fine la mente si abitua all'ozio, si adagia lì dov'è senza più aspirare a nulla. Che brutta prospettiva, non è vero?

Ma sono sicuro che già conosci l'importanza di mantenersi sempre vivi e attivi, di giorno in giorno. Io faccio sempre qualcosa per me durante la giornata: lasciando da parte studio e lavoro cerco sempre di curare il mio , scrivere un capitolo del mio libro, leggere qualche buon libro di psicologia... Insomma, dedicarmi a cose che non solo mi piacciono, ma sono anche utili per tenere la mente sempre in esercizio. E lo sappiamo bene, la mente è come un muscolo: se la si lascia inattiva per troppo tempo, smette di funzionare come dovrebbe.

Okay, fin qui tutto bello, ma non è sempre rose e fiori.

"No pain, no gain"

"Niente dolore, niente vittorie" per tradurla. Okay, non sono proprio d'accordo con questa filosofia pessimistica, ma non è nemmeno del tutto sbagliata. Se vuoi arrivare al successo, metti in conto qualche sconfitta e almeno un po' di dolore!

In queste situazioni è facile arrivare a pentirsi delle scelte sbagliate. O magari non erano nemmeno scelte sbagliate, ma semplici conseguenze inevitabili (eh sì, capita pure questo). Tuttavia, l'unico modo per evitare completamente il dolore è quello di non fare assolutamente niente. Restare nella propria bolla proprio come ho descritto ad inizio articolo.

Per questo è importante imparare a gestire i propri fallimenti, il proprio dolore, per non pentirsi mai di quello che si è fatto. Ciò ti eviterà altro dolore aggiuntivo (il fastidioso rimorso), e non rischierai mai di cadere nella trappola dell'inattività "perché tanto non ce la faccio".

Tre consigli per non farsi schiacciare dagli errori del passato

  1. Gli errori sono i mattoni del miglioramento. Una delle cose che odio di più della scuola (italiana e non solo) è che sbagliare è male. Sbagliando prendi l'insufficienza, sbagliando vieni rimproverato e svilito, sbagliando non arriverai mai da nessuna parte. Ebbasta demonizzare gli errori! Non sono poi così male. Vedili un po' come un investimento per il futuro: non sei felice ora, ma ti aiuteranno a raggiungere la felicità. Il paragone con l'investimento non è affatto casuale: in economia si spende una certa cifra di denaro adesso, perché si sa che te ne ritorneranno molti di più. Quando un manager investe il suo denaro, secondo te lo considera come una perdita di soldi? Certo che no! Perché sa che in futuro ci sarà un ritorno economico. Quindi quando fai un errore non vederlo come una sconfitta, ma come un passo necessario per garantire la tua felicità in futuro.
  2. Gli errori sono necessari. Non puoi tirartene fuori, non c'è niente da fare, un errore capita a tutti prima o poi. Anche io ne ho fatti, alcuni di essi molto gravi, ma non sto ad arrovellarmici sopra. Sono cose che capitano, non sono felice di averli commessi ma di una cosa sono sicuro: sono più le gioie che i dolori, e tanto mi basta!
  3. Tieniti sempre occupato. Gli errori cominciano a pesarti solo quando la tua mente non ha niente di meglio da fare: il cervello qui è un po' incoerente, perché si infligge del dolore andando a ripensare ai propri errori e alle opportunità mancate. Se non fai niente da mattina a sera non c'è storia: continuerai a rivivere l'errore nella tua testa. Continuerà ad ingrandirsi, cibandosi degli altri pensieri positivi. Per evitare questa brutta situazione, la soluzione è solo una: tieniti impegnato! Costringi il cervello a pensare ad altro affrontando sfide sempre nuove: non solo distrarsi è la cosa migliore per non farsi prendere dal rimorso, ma un progetto ambizioso ti regalerà nuovi successi che faranno passare in secondo piano lo scivolone commesso.

Io in questo modo vivo meglio, più sereno e senza il peso degli errori che mi opprime. Ricorda però che i tuoi fallimenti devi sì superarli, ma non dimenticarli: è proprio da lì che devi imparare per non ripetere più gli stessi sbagli.

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