Come non scrivere un romanzo
Creato il 11 gennaio 2012 da Narratore
@Narratore74
Partiamo dal
presupposto che, se i manuali di
scrittura esistono, ci sarà un motivo. Diciamo che quel motivo non sia
solo spillare quattrini dalle tasche di emergenti sprovveduti che credono di
trovare il talento dentro le pagine di un libro. Diciamo anche che, forse, non
tutti questi manuali sono proprio da buttar via. E, infine, diciamo anche che
fra quelli più interessanti possa scapparci anche qualcosa di divertente e,
perché no, anche utile.
Bene, se diciamo
tutto questo, allora il libro che sto per presentarvi (anche se ormai uscito
più di un annetto fa) rientra nella categoria dei "manuali interessanti ma
non indispensabili".
Come non scrivere un romanzo,
di Howard Mittelmark e Sandra Newman. Si propone in maniera atipica per il
genere in cui rientra. Non vuole insegnarci come scrivere bene un paragrafo,
come caratterizzare un personaggio affinché sia più reale di voi stessi o a
dare alla vostra ambientazione una profondità tale da deprimervi se la
paragonate a quella in cui vivete. No no.
In questo libro
troverete, così come dice il sotto titolo, i 200 errori più comuni che ogni
autore dovrebbe evitare.
"Aspirante scrittore (ansioso): «Allora cosa ne pensa della mia opera prima?» Editor (implacabile): «Il suo romanzo non è pubblicabile! È infarcito di quel che noi del mestiere chiamiamo 'oscenità narrative'» Aspirante scrittore (scuotendo la testa disperato): «Ma come è possibile? Ho letto tutti i manuali che insegnano a scrivere un romanzo...» Editor (più gentile): «Forse la prima cosa da imparare è come NON scrivere un romanzo...»"
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I capitoli si
susseguono per argomento: incipit, trama, ambientazione, dialoghi, e via così,
ognuno di essi diviso in sotto capitoli dedicati ad ogni castroneria possibile
e immaginabile. Il tutto, corredato da frammenti di brani, ritagli di testo o
semplici frasi, per rendere ancora più chiaro il concetto. Tutto senza mai
voler insegnare nulla, ma solo mostrando gli errori così come sono.
Devo ammettere che
di manuali ne ho letti svariati, soprattutto quando ho iniziato a scrivere e mi
sentivo davvero un pesce fuor d'acqua (non ho mai studiato letteratura e avevo
sempre pensato che se non c'è la base non si potesse scrivere…) e molti di essi
mi hanno aiutato a capire alcune cose e a evitarne altre. Ma questo mi ha fatto
proprio sorridere.
Scritto in un tono
scorrevole e scanzonato riesce, pagina dopo pagina, a mostrare davvero le
brutture di un testo spiegandole meglio di mille regole. Leggere un paragrafo
in cui viene mostrato un dialogo piatto come il pavimento di marmo del mio ingresso apre la mente, stessa
cosa che accadrebbe se vi mettete alle prese con un brutto libro scritto in
maniera pessima.
Ecco, è proprio
questo il fulcro di questo manuale: mostrare gli errori senza voler insegnare
nulla. Oltretutto in maniera divertente e mai pedante.
Mi sono capitati fra
le mani manuali dai toni professionali, quasi aggressivi, come se mi trovassi
di fronte ad un professore pronto a
bacchettarmi le mani al solo respiro. Quando ho letto questo invece mi sono
divertito, ho riso, e ho imparato qualcosa.
Credo che sia questo
il risultato a cui un manuale dovrebbe aspirare, o mi sbaglio?
Da parte mia mi
sento di consigliarlo, sia a chi scrive sia a chi legge, visto che anche chi è
solo lettore dovrebbe saper riconoscere ciò che è bene da ciò che è male. Vi
passerete qualche ora (è lungo a malapena 200 pagine e vanno via senza
accorgersene) tranquilli e, nel peggiore dei casi, vi sarete fatti una bella
risata.
Edizioni Corbaccio -
ISBN 9788863800517 - 18,60 €
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