Come organizzare un viaggio in Toscana: prima tappa.

Da Lory663
I luoghi dello spirito nelle Foreste Casentinesi

Il nostro primo viaggio in Toscana prevede un percorso di grande suggestione, tra l'alto corso dell'Arno e il Casentino. Andremo alla scoperta di angoli dove la pace regna sovrana, in luoghi dominati dalle foreste secolari casentinesi, tra  colli e  paesaggi montani per esplorare piccoli gioielli d'arte, come gli eremi di Camaldoli e della Verna. Il primo, che già nell'anno Mille fu sede dell'ordine monastico che da esso prese il nome, ospita venti celle abitate dagli eremiti.
Da Firenze si imbocca la S.S. 67 e dopo 18 km di raggiunge Pontassieve, centro del Valdarno Superiore. Da qui ci si immette sula S.S. 70 che sale tra silenziosi boschi di faggi e abeti fino al Passo della Consuma, dove una deviazione ci porta a Vallombrosa ( a 25 km). La località, immersa in una splendida foresta secolare, è rinomata per l'antica abbazia, fondata da S. Giovanni Gualberto nell'XI sec., che vi istituì l'ordine dei Vallombrosani. Il grandioso complesso presenta l'aspetto di un severo castello, risultato di un rifacimento del Seicento, mentre mantiene immutato il campanile del '200 e la torre quattrocentesca. 

Immagine | Castello di Poppi (AR), di Hop-Frog,
da Flickr Creative Commons, Licenza: CC-by

Tornati sulla statale 70 si percorre una bella discesa in vista, sulla sinistra, del Monte Falterona e, dopo 29 km, sopra un colle isolato, ecco Poppi con l'imponente castello. Il maniero, grande esempio di architettura fortificata, fu edificato verso la fine del XII secolo. Presenta una facciata merlata con un'alta torre centrale; all'interno un elegante cortile, con ricchi ballatoi in legno e stemmi alle pareti. Da vedere la splendida cappella decorata da Taddeo Gaddi, il salone principale con soffitto a capriate dipinte, e le numerose sale affrescate da artisti di scuola fiorentina del '400. Infine, in un'ala del castello, di particolare interesse è la Biblioteca Rilliana, come manoscritti che salgono all'XI secolo.  Per una strada secondaria ci dirigiamo verso Camaldoli ( a 15 km), località dell'Appennino casentinese, tra una fitta  foresta di faggi e abeti bianchi. Il luogo, di grande spiritualità, è sede della casa.madre dei monaci camaldonesi e comprende il Monastero di Fontebuona e l'eremo stesso, a circa 3 km. Il complesso monastico fu fondato come ospizio, per volere di S. Romualdo, per i pellegrini che si recavano all'eremo nell'XI secolo.  Da sempre importante centro di culto, il massiccio edificio comprende l'antica foresteria, la chiesa e il monastero vero e proprio. All'interno è possibile ammirare il chiostro con colonne dell'XI-XII secolo, il chiostrino quattrocentesco, la biblioteca medioevale, la chiesa barocca con tavole del Vasari, l'antica farmacia e, nel refettorio, dipinti di Lorenzo Lippi e del Pomarancio. Si sale quindi al solitario e suggestivo eremo, prima sede dell'ordine camaldolese (1012) che ancora oggi ospita venti celle abitate dagli eremiti. Entrati nel cortile, sulla destra si erge la barocca chiesa del Salvatore, più volte rifatta, la cui facciata è compresa tra due campanili a torre. L'interno, riccamente decorato da stucchi dorati, custodisce due tabernacoli marmorei e una bella terracotta di stile robbiesco.  Ripreso il tragitto, ci immettiamo sulla S.S. 71 e, dopo 14 km, arriviamo a Bibbiena, il centro più importante del Casentino. Da visitare la quattrocentesca chiesa di S. Lorenzo, dall'interno rinascimentale con due terrecotte robbiane, e la chiesa dei Ss. Ippolito e Donato (XII sec. ) che conserva un crocifisso ligneo attribuito a Duccio di Buoninsegna. Fuori dall'abitato merita una sosta il quattrocentesco Santuario di S. Maria del Sasso. con interessanti dipinti del '500 e del '600.
Si continua poi lungo la S.S. 208, in un paesaggio di montagna, fino a raggiungere La Verna (a 23 km). La singolare vetta calcarea, coperta da una magnifica foresta, è famosa per il convento fondato da S. Francesco d'Assisi nel XIII secolo ed è oggi meta di pellegrinaggi. Il Santuario della Verna comprende la chiesetta di S. Maria degli Angeli (1216), il Museo del Santuario e sec. ) con pregevoli terrecotte di Andrea della Robbia. Infine, attraverso un corridoio ornato da affreschi si entra nella chiesa delle Stimmate, dove in una cappella S. Francesco si ritirava a pregare e dove, nel 1224, ricevette appunto le stimmate. Da non perdere lo splendido tondo (Madonna col Bambino) di Luca della Robbia e la grande terracotta invetriata (Crocifissione) di Andrea della Robbia. 

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