Il Lago di Bolsena, formatosi in un cratere vulcanico dei Monti Volsini, con i suoi 114 kmq rappresenta il più grande bacino lacustre vulcanico d'Italia. Dopo una visita alla città di Viterbo, l'itinerario percorre le sponde del lago e i suoi dintorni, offrendo la possibilità di ammirare gli splendidi panorami lacustri che fanno da sfondo a piccoli e graziosi centri d'arte.
Situata lungo la Cassia tra i Monti Volsini e Cimini, Viterbo è una città di grande tradizione storica. Forse di origine etrusca e poi romana, la città venne ampliata dal re longobardo Desiderio che voleva farne il punto di partenza per la conquista di Roma; contesa tra Papato e Impero per secoli, divenne libero Comune e, successivamente, entrò a far parte dello Stato della Chiesa (nel sec. XIII fu anche sede papale), a cui rimase legata fino all'unità d'Italia. I principali edifici della città risalgono al Medioevo.
Da Viterbo, lungo la S.S. 2 per 16 km, si raggiunge Montefiascone. La cittadina, nota per il suo vino bianco, ospita la chiesa di S. Flaviano, singolare costruzione romanica del XII secolo. La parte alta dell'abitato è dominata dal Duomo del Sanmicheli (1519), completato con la cupola di Carlo Fontana nel '600 e il portale neoclassico di Paolo Gazola del 1840. Dal Duomo si consiglia di raggiungere la rocca.
Percorrendo 13 km lungo la sponda del lago si viene accolti dal centro di Capodimonte, sovrastato dalla mole dell'antico castello. Consigliata la gita all'Isola Bisentina. Dopo 16 km, a Borghetto si prende la S.S. 489 per altri 4 km e si raggiunge Gradoli, centro medioevale dominato da Palazzo Farnese eretto da Antonio da Sangallo il Giovane . Tornati a Borghetto si percorrono 7 km lungo la S.S 2 e si arriva a Bolsena. Qui nella chiesa di S. Cristina, dell'XI secolo, avvenne il miracolo da cui è nata la festa del Corpus Domini: nel 1283 un prete boemo vide del sangue fuoriuscire dall'ostia. Da visitare il castello Monaldeschi del XIII-XV secolo, manomesso agli inizi dell'Ottocento, che ospita un museo con reperti etruschi e romani.
Percorrendo circa 10 km si arriva una delle zone più suggestive del Viterbese: numerosi calanchi creati dall'erosione dell'acqua circondano i centri di Bagnoregio e Civita, adagiati su profondi speroni di tufo, in un paesaggio di grande fascino. A Bagnoregio, città natale di S. Bonaventura, meritano di essere ammirate la cattedrale del 1581, ampliata nel XVIII sec, e la chiesa di S. Agostino dell'XI secolo, trasformata in forme gotiche nel XIV secolo, con mirabili affreschi del '300 e '400. La bellezza del paesaggio invita a fare una passeggiata al belvedere di Civita, il nucleo più antico di Bagnoregio, detta anche la "città che muore", perchè le continue frane la stanno facendo sprofondare lentamente nel precipizio sottostante.
A 22 km , situata tra i due profondi burroni dei fossi Acqua Rossa e Vezzarella, si incontra Ferento. Di origine etrusca e poi fiorente città romana, Ferento conserva numerose traccie del suo antico passato, tra cui tratti di mura etrusche e le terme di età flavia.
Articoli correlati
- Lazio
- Regioni d'Italia