Come organizzare una biblioteca pubblica secondo Umberto Eco

Creato il 01 febbraio 2011 da Mauser @Mauser89
Cari lettori, come siamo arrivati a parlare di un argomento tanto distante dal mondo georgiano e vittoriano come le moderne biblioteche pubbliche? Cosa diamine c'entra?
Ebbene, tutto nacque con questo post, che è diventato la nostra pietra dello scandalo. In mezzo alla moltitudine di parole con cui riempio le pagine ce n'erano anche alcune circa le biblioteche pubbliche secondo la visione del sommo Umberto Eco ed io, ingenuamente, le ho riportate.
Ho ricevuto ben 3 messaggi sulla casella email che mi chiedevano informazioni a riguardo.
Ed io, affetta da incontinenza verbale, naturalmente sono ben felice di fornirle, orgogliosa di sponsorizzare un libro poco conosciuto di un autore famosissimo.
Secondo diario minimo, scritto da Umberto Eco, è la raccolta esilarante, ironica e molto quotidiana di come si facciano certe cose, un autentico bignami del come si fa...
Al suo interno troviamo gli argomenti più disparati, dal Come viaggiare con un salmone a Come usare la cuccuma maledetta (Come mangiare in aereo, come non parlare di calcio, come diventare Cavaliere di Malta) e infine, per aspiranti scrittori, Come scrivere un'introduzione, il tutto trattato con arguta, sapiene ironia e spirito di osservazione della nostra società, spirito affinato negli anni dall'autore sulla famosissima Bustina di Minerva, la rubrica da lui curata sul quotidiano L'Espresso.
Molti pensano che Eco sia solo l'autore di romanzi storici al limite della peperonata di zia Assunta (Il nome della rosa), oppure scrittore di importanti saggi di analisi dei canoni di bellezza e bruttezza e, ancora, eccelso professore di semiotica, che, devo confessarlo, ci ho messo un po' a capire cosa sia.
Ma tra i molti "mattoni" che la sublime mente di quest'autore ha partorito, ci sono anche questi piccoli lepisma, le bustina che a cadenza regolare venivano pubblicate: più leggere e frizzanti, più ironiche che saggistiche, eppure non meno azzeccate, non meno ragionate.
Secondo diario minimo è il mio breviario e ogni volta che lo rileggo non posso fare a meno di ridacchiare come una scema, non solo per il sapiente uso delle parole o per le vicende narrate, ma anche per le avventure tutte quotidiane, eppure molto inconsuete che ci vengono narrate, come se inventariare la carta igienica in una università fosse la nuova missione dei moderni Don Chisciotte, interpretati dagl itrepidi rettori e dai loro Sancho, segretari e professori di cattedra.
Tra tutti i racconti proposti, che non mi stancherò di raccomandare sostenendo che questo è il miglior Eco che conosca perchè comprensibile da tutti, eppure eccelso come sempre e molto ironico, qualità che altrove traspare poco, uno dei racconti è quello citato in precedenza e ve lo riporto volentieri per capire che chi scrive un trattato sui dolciniani e sulle lotte religiose nell'Italia medievale non è necessariamente un antipatico, snob, esteta al maniacale, ma ha anche insospettabili tratti di umanità che fanno apprezzare ancora di più il suo lavoro: questo e anche quello fatto per la stesura di saggi e romanzi.
Ecco Come organizzare una biblioteca pubblica e ditemi se non è con questi mulini a vento che ci confrontiamo nella nostra società, ditemi se, con un po' di ironia, non è questo il quadro del nostro servizio pubblico. Una esilarante presa in giro. Il testo e anche le biblioteche.
COME ORGANIZZARE UNA BIBLIOTECA PUBBLICA
1. I cataloghi devono essere divisi al massimo: deve essere posta molta cura nel dividere il catalogo dei libri da quello delle riviste, e questi da quello per soggetti, nonchè i libri di acquisizione recente dai libri di acquisizione più antica. Possibilmente l'ortografia, nei due cataloghi (acquisizioni recenti e antiche) deve essere diversa; per esempio nelle acquisizioni recenti retorica va con una t, in quella antica con due t; Čajkovskij nelle acquisizioni recenti col Č, mentre nelle acquisizioni antiche alla francese, col Tch.
2. I soggetti devono essere decisi dal bibliotecario. I libri non devono portare nel colophon un'indicazione circa i soggetti sotto cui debbono essere elencati.
3. Le sigle devono essere intrascrivibili, possibilmente molte, in modo che chiunque riempia la scheda non abbia mai posto per mettere l'ultima denominazione e la ritenga irrilevante, così che poi l'inserviente gli possa restituire la scheda perchè sia ricompilata.
4. Il tempo tra richiesta e consegna deve essere molto lungo.
5. Non bisogna dare più di un libro alla volta.
6. I libri consegnati dall'inserviente perchè richiesti su scheda non possono essere portati in sala consultazione, cioè bisogna dividere la propria vita in due aspetti fondamentali, uno per la lettura e l'altro per la consultazione. La biblioteca deve scoraggiare la lettura incrociata di più libri perchè provoca strabismo.
7. Deve esserci possibilmente assenza totale di macchine fotocopiatrici; comunque, se ne esiste una, l'accesso deve essere molto lungo e faticoso, la spesa superiore a quella della cartolibreria, i limiti di copiatura ridotti a non più di due o tre pagine.
8. Il bibliotecario deve considerare il lettore un nemico, un perdigiono (altrimenti sarebbe a lavorare), un ladro potenziale.
9. L'ufficio consulenza deve essere irragiungibile.
10. Il prestito dev'essere scoraggiato.
11. Il prestito interbiblioteca deve essere impossibile, in ogni caso deve prendere mesi. Meglio comunque garantire l'impossibilità di conoscere cosa ci sia nelle altre biblioteche.
12. In conseguenza di questo i furti devono essere facilissimi.
13. Gli orari devono assolutamente coincidere con quelli di lavoro, discussu preventivamente coi sindacati: chiusura assoluta di sabato, di domenica, la sera e alle ore dei pasti. Il maggior nemico della biblioteca è lo studente lavoratore; il miglior amico è Don Ferrante, qualcuno che ha una biblioteca in proprio, che quindi non ha bisogno di venire in biblioteca e quando muore la lascia in eredità.
14. Non deve essere possibile rifocillarsi all'interno della biblioteca, in nessun modo, e in ogni caso non dev'essere possibile neanche rifocillarsi all'esterno della biblioteca senza prima aver depositato tutti i libri che si avevano in consegna, in modo da doverli poi richiedere dopo che si è preso il caffè.
15. Non deve essere possibile ritrovare il proprio libro il giorno dopo.
16. Non deve essere possibile sapere chi ha in prestito il libro che manca.
17. Possibilmente niente latrine.
18. Idealmente l'utente non dovrebbe poter entrare in biblioteca; ammesso che ci entri, usufruendo in modo puntiglioso e antipatico di un diritto che gli è stato concesso in base ai principi dell'Ottantanove, ma che però non è stato ancora assimilato dalla sensibilità collettiva, in ogni caso non deve, e non dovrà mai, tranne i rapidi attraversamenti della sala di consultazione, aver accesso ai penetrali degli scaffali.
NOTA RISERVATA. Tutto il personale deve essere affetto da menomazioni fisiche perchè è compito di un ente pubblico offrire possibilità di lavoro ai cittadini portatori di handicap (è allo studio l'estensione di tale requisito anche al Corpo dei Vigili del Fuoco). Il bibliotecario ideale deve anzitutto zoppicare affinchè sia ritardato il tempo che trascorre tra il prelevamento della scheda di richiesta, la discesa nei sotterranei e il ritorno. Per il personale destinato a raggiungere su scala a pioli gli scaddali più alti di otto metri si richiede che il braccio mancante sia sostituito con protesi a uncino, per ragioni di sicurezza. Il personale totalmente privo di arti superiori consegnerà l'opera tenendola tra i denti (la disposizione tende a impedire la consegna di volumi superiori al formato in ottavo).
1981
Umberto Eco, Il Secondo diario minimo
Bompiani

Mi ritrovo in ogni riga e in ogni osservazione acida, eppure espressa come se si trattasse davvero di una cosa seria e posso assicurare che dopo aver assimilato tutto ciò, anche lo strazio di vedere il livello a cui eravamo ridotti e andare in biblioteca è diventato sopportabile: di fronte a certe scene al banco, confesso di essermi messa a ridere di soppiatto tra la costernazione di studenti e adulti che facevano i prestiti, grigi e imbufaliti nella loro attesa perenne.
Note personali: i miei passaggi preferiti sono quello del critico d'arte, che mi fa spanciare, naturalmente come organizzare una biblioteca pubblica, e come diventare Cavaliere di Malta e come viaggiare con un salmone. Anche la parte finale riguardo la fatidica domanda: come avrebbero risposto certi personaggi storici famosi alla domanda Come va è un vero colpo di genio!
Qui trovate la scheda su aNobii
Il secondo diario minimo
Sull'edizione posso assicurare che vale tutti i soldi che costa, non è inavvicinabile come prezzo, le pagine non si sbriciolano e l'inchiostro non macchia, insomma, è un tascabile di tutto rispetto dal fascino postmoderno scritto in caratteri un po' antichi (proprio il font). L'unico difetto è che le pagine dopo diversi anni ingialliscono come se lo tenessi in libreria da un buon ventennio, ma lo sapete che io sono pignola...
E se vi capita (e avete del fegato e tempo da perdere), prendetelo in prestito alla biblioteca pubblica!
Baci

Mauser

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