Nel Frattempo, nonostante la Russia sia ancora circondata dalle basi statunitensi, basta una esercitazione delle forze armate di Mosca per creare grande scompiglio nelle cancellerie occidentali. L’ultima di queste, che il Cremlino ha voluto proprio per rispondere al dispiegamento di ulteriori forze Nato nei paesi Baltici e in quelli dell’ex patto di Varsavia, è stata subito bollata come una inaccettabile intimidazione. Non conta che a voler modificare gli equilibri nelle aree di confine, prima sotto controllo sovietico, abbiano incominciato proprio gli statunitensi. Costoro, evidentemente, non conoscono i principi basilari della fisica newtoniana. Ad ogni azione corrisponde una reazione, che sarebbe appunto improprio definire minaccia laddove essa è stata causata da proprie iniziative a monte. Sicuramente i numeri sono impressionanti, considerato che i russi stanno impegnando nelle operazioni 45.000 militari, circa 3.000 mezzi corazzati, 40 navi, 15 sottomarini e 110 aerei. Iskander, bombardieri strategici Kaliningrad e i Tu-22M3 sono armamenti sofisticatissimi che dovrebbero indurre ad una maggiore ragionevolezza tutti ma le dichiarazioni rilasciate da oltreatlantico, come quelle dell’impreparata Psaky, non aiutano ad abbassare i toni. Innanzitutto, non si può avere rispetto per un portavoce del Dipartimento di Stato americano che fa diplomazia con i selfie e la cartellonistica. Se quello è il meglio che sa fare il suo posto potrebbe essere preso anche da Kim Kardashian senza sfigurare. Purtroppo però quando parla la Psaky riesce a fare anche figure peggiori, dimostrando di non conoscere la geografia e le sottigliezze della politica estera. Ieri ha detto che
“Le esercitazioni militari russe o il dispiegamento di armi in Crimea, che fa parte dell’Ucraina ed è occupata illegalmente dalla Russia, minano la soluzione pacifica della crisi”. Continua ad operare un difetto fisico (sempre nel senso newtoniano, ma anche un po’ nel modo di sragionare di certi americani capitati per sbaglio in determinati ruoli) che fa dire alla Psaky delle sciocchezze. Senza il golpe di Majdan non ci sarebbe stata l’annessione della Crimea alla Russia. Ed il colpo di stato di Kiev è stato preparato ed attuato con la complicità degli occidentali. I russi hanno reagito, come era ovvio che fosse. Ora le lancette dell’orologio non possono essere riportate indietro. I giocatori dovranno accettare la nuova configurazione geografica dell’Ucraina, al di là delle asserzioni di principio. In alternativa possono sempre farsi la guerra, ma per quello c’è tempo.
Come osano i russi essere così vicino alle nostre basi?
Creato il 20 marzo 2015 da ConflittiestrategiePossono interessarti anche questi articoli :
-
La Grecia sceglie la democrazia (anche se rischia il baratro)
Dopo settimane di tira e molla e di estenuanti trattative, sembra che tra Grecia e Europa sia la resa dei conti. L'ex troika ha rifiutato per l'ennesima volta i... Leggere il seguito
Il 28 giugno 2015 da Fenrir
SOCIETÀ -
Il doppio fronte operativo in Afghanistan. Al via “Azm” la nuova offensiva di...
di Claudio Bertolotti scarica la pubblicazione completa CeMiSS OSS 3/2015 (articolo pp. 114-128) ISBN 978-88-99468-06-04 Claudio Bertolotti warns us of the IS... Leggere il seguito
Il 27 giugno 2015 da Asa
POLITICA, POLITICA INTERNAZIONALE, SOCIETÀ -
Quel filo nero che unisce le stragi in Tunisia, Francia, Kuwait
Tre stragi diversi, in contesti diversi, nel medesimo giorno. Coordinate o meno, dimostrano la capacità dell’Isis di fare proseliti e colpire ovunqueDavide... Leggere il seguito
Il 27 giugno 2015 da Andrea86
ATTUALITÀ, SOCIETÀ -
I gasdotti TAP e Turkish Stream: coesistenza pacifica o guerra energetica?
Nel giro di poche settimane il costruendo gasdotto Turkish Stream è diventato oggetto di numerosi dibattiti, sia sui giornali che in ambienti finanziari e... Leggere il seguito
Il 27 giugno 2015 da Alessandroronga
POLITICA, POLITICA INTERNAZIONALE, SOCIETÀ -
L’Egitto al centro della lotta anti-jihadista
Il 16 febbraio scorso il Ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian si è recato al Cairo per firmare l’accordo per la vendita di una Fregata e 24... Leggere il seguito
Il 26 giugno 2015 da Geopoliticarivista
POLITICA, POLITICA INTERNAZIONALE, SOCIETÀ -
Sul “mancato arresto” del presidente sudanese
Sudan :::: Enrico Galoppini :::: 26 giugno, 2015 :::: Ha destato sorpresa e sconcerto nei vari ambienti dell’atlantismo il mancato arresto del presidente... Leggere il seguito
Il 26 giugno 2015 da Eurasia
CULTURA, POLITICA INTERNAZIONALE, SOCIETÀ