Ma come ci si deve comportare per “togliersi di dosso il grigio dell’inverno” senza correre rischi, in
completa sicurezza?
Nonostante la sua elevata resistenza e la sua alta capacità di rigenerazione, la cute deve meritare il
massimo rispetto, cura, attenzione: si pensi che se solo 1/10 della superficie cutanea venisse
distrutto, per esempio per un’ustione, le conseguenze potrebbero essere addirittura mortali.
La pelle, soprattutto quella dei bambini, va dunque protetta, rispettata, coccolata, aiutata.
Perché aiutata?
Già da sola la pelle pensa a proteggersi: ricordiamo subito che l’abbronzatura non è altro che la
conseguenza di un meccanismo naturale di difesa detto “melanogenesi”. In sostanza si tratta della
produzione della melanina da parte di particolari tipi di cellule cutanee, con lo scopo di creare un
film protettivo contro l’aggressività dei raggi solari.
Non bisogna però esagerare (più che mai oggi con il buco nell’ozono): il sole è buono e generoso
solo se preso a giuste dosi. E’ dimostrato che un’esposizione graduale e protetta non comporta
rischi, mentre esposizioni intense ed intermittenti sono le più pericolose. E’ dunque molto sottile il
confine tra effetti benefici (tintarella, sintesi della vitamina D -fondamentale per le ossa, soprattutto
dei bambini-, attività antinfettiva, ecc.) e patologie o disturbi più o meno gravi (melanomi, eritema
solare, disidratazione, macchie solari, perdita di elasticità e invecchiamento,ecc.) causati
dall’esposizione solare. Questo discorso è ancora più valido per i bambini: a causa della loro pelle
particolarmente delicata, sono tra i soggetti più a rischio. Le gravi scottature sofferte durante
l’infanzia sono responsabili dell’80% dei tumori della pelle che si sviluppano tra i 25 e i 30 anni
(ecco l’importanza dell’uso delle creme a protezione totale). I danni causati dal sole si accumulano
nel tempo: quando la pelle di un bambino subisce un’ustione solare, le cellule registrano la
scottatura come un vero e proprio trauma e il danno subito rimane memorizzato in loro per tutta la
vita. Sarà sufficiente un’altra scottatura, come causa scatenante, per ricordare a quelle cellule il
danno subito e determinare l’inizio della trasformazione in cellule maligne.
Insomma, sole sì, ma con prudenza.
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