Come preparare un viaggio in Giappone (2): dove dormire

Creato il 15 gennaio 2013 da Patrickc

I capsule hotel in realtà, che ci crediate o no, sono piuttosto comodi
Ma ci sono anche posti meno bizzarri dove dormire
(da http://travellingboard.net/hotels/capsule-inn-akihabara-welcome-to-tokyo/)

capitolo precedente: Giappone, costi e trasporti

Continuo la mini serie di post su come preparare un viaggio in Giappone e mi occupo del pernottamento. Naturalmente ci sono le catene di alberghi internazionali, come in molti altri Paesi del mondo. Quindi darò per scontato che non ti interessino (vai su tripadvisor, per quelli).  Sono uguali in tutto il mondo e i prezzi sono sempre gli stessi: non ci andrei nemmeno se me lo potessi permettere. Mi concentrerò invece su alcune opzioni, tipicamente giapponesi, facendo una panoramica che va dalle pensioni tradizionali ai templi. I prezzi vanno da 10 euro (ma dovrai avere grande spirito di adattamento) a 500 euro e oltre per gli alloggi di maggior fascino in edifici storici. Io amo ryokan e minshuku. Ora ti spiego cosa sono.

Alloggi in stile tradizionale

Ryokan (3.000-50.000 yen)

Una tipica stanza di medio livello
(da Murataya ryokan, Kanazawa)

In Giappone, se non ti spaventa dormire sul pavimento (c’è il futon, ma è sottile) probabilmente alloggerai in un ryokan. Non ti fare impressionare, non è così scomodo. Consiglio di passarci almeno una notte. Io però se non dormo in un ryokan non mi sento in Giappone. Si tratta di pensioni in stile tradizionale più o meno rigoroso che coprono una gamma di prezzi (e di comfort) davvero molto ampia. Secondo l’ente del turismo in Giappone ce ne sono addirittura 70mila, di cui 1.800 fanno parte della japanese ryokan association.

Attenzione, ‘tradizionale’ non significa che dormirai necessariamente in un edificio antico: spesso queste pensioni sono ospitate in orribili edifici di cemento, decisamente poco invitanti dall’esterno.  In questi casi generalmente si tratta di ryokan hotel, in tutto e per tutto simili a un normale albergo, con l’unica differenza che tutte o quasi tutte le camere sono in stile giapponese, quindi con il tatami e il futon. C’è comunque un’ampia scelta di ryokan di medio livello – in genere ospitati in edifici moderni – che coniugano elementi tradizionali con un certo comfort. In questi casi il prezzo (circa 50-90 euro a persona) include la colazione tradizionale e, a volte, la cena.  I bagni  non sono quasi mai in camera, ma nel corridoio. Quasi sempre c’è un ofuro, un bagno comune giapponese con una vasca di acqua caldissima (attenzione, ci si immerge nudi e dopo essersi lavati e risciacquati con apposite docce). Una volta nel ryokan in camera troverai, oltre al necessario per fare il tè, anche una yukata, una sorta di kimono leggero da indossare mentre si è in albergo (qui una breve guida per indossarlo, il bavero sinistro va sopra quello destro): letteralmente significa vestito da indossare dopo il bagno. Noterai che nella stanza non c’è il letto: il futon è infatti conservato dentro un apposito vano in uno degli armadi a muro e in genere sarà preparato durante la cena o il bagno dal personale del ryokan.

Tawaraya (Kyoto) ha 300 anni
La qualità si paga 500 euro a notte
(foto Takemetoasia)

Fra i ryokan sono anche inclusi splendidi e costosissimi alberghi tradizionali in edifici storici. Ed è a questi posti, pieni di gente in kimono che frulla di qua e di là, che i giapponesi pensano immediatamente quando si nomina la parola ryokan. Curati nei minimi dettagli, propongono cucina kaiseki di alto livello, spesso servita in camera. Parliamo di centinaia di euro a notte per un’esperienza però  indimenticabile. Alcuni di questi alberghi, chiamati onsen, hanno bagni di acque termali (comuni o privati).  A volte le terme sono aperte al pubblico dietro il pagamento di un biglietto d’ingresso.

Vorrei precisare che i ryokan – e gli onsen a maggior ragione – non sono strutture con uno stile tradizionale appiccicato sopra per compiacere turisti occidentali. Anche se in alcuni il personale parla inglese ed è abituato agli stranieri, sono strutture molto frequentate dai giapponesi che spesso amano lo stile tradizionale e lo legano all’evasione, alla vacanza. In particolare le strutture con onsen di medio livello sono meta di grandi gruppi di amici in occasione di festività (o semplici weekend).

Suggerimento Se dormi in un ryokan verifica sempre che d’inverno sia riscaldato e come. In genere c’è un condizionatore (o una stufetta) in camera, ma andare in bagno di notte significherà probabilmente attraversare un corridoio gelido!

Minshuku (5-10.000 yen)

Una splendida cena in minshuku (Ishiyama, a Utoro
Nota: è per una sola persona

Si tratta di pensioni a conduzione familiare, in genere molto tradizionali. Simili ai ryokan (alle volte la differenza è sottile), la differenza è in pratica il contatto più stretto e diretto con la famiglia che li gestisce. Il prezzo non è economico, ma il trattamento è in genere di mezza pensione (o completa) e ci sono tutte le cose che fanno la differenza, almeno per me. E’ bello il contatto con i gestori, spesso meno formale che in ryokan . E poi si fa colazione e si cena di solito con tutti gli altri ospiti della pensione ed è un bel momento di socialità. Ma spesso è proprio la cucina a stupire: alcuni dei pasti migliori li ho mangiati in minshuku.

Consigliatissimo, valgono gli stesso suggerimenti del ryokan.

Suggerimento: sia ryokan che minshuku hanno personale che spesso non parla giapponese e alcune non hanno sito web, specie quelle nei luoghi meno frequentati dai turisti stranieri. La rete Japanese guesthouses offre un efficiente servizio di prenotazione gratuito con le strutture convenzionate. Sono sempre più comunque le strutture su Booking.com ma soprattutto su Agoda, sito decisamente più completo per quanto riguarda questo tipo di alloggio e il Giappone in particolare.

Alloggi non tradizionali

Ostelli (2.500-4.000 yen)

Li ho utilizzati sempre poco perché in Giappone è un tipo di sistemazione relativamente poco sviluppata e ha la brutta abitudine di imporre un rigido coprifuoco agli ospiti (di solito si resta chiusi fuori dopo le 23). C’è però un’eccezione: è la catena j-hoppers ha ostelli a Kyoto, Osaka, Hiroshima and Takayama. Unisce elementi da ryokan (in particolare lo stile giapponese) con un classico ostello. E senza coprifuoco. L’ostello di Osaka ha un clima particolarmente vivace forse perché più piccolo e raccolto di quello di Kyoto, più dispersivo. Il folle Yano san, pittoresco dipendente dell’ostello organizza serate in Izakaya (sorta di pub) e passeggiate per la città. Non ho più l’età per apprezzare fino in fondo questo tipo di iniziative – e ho sempre preferito l’indipendenza – ma è un buon modo per incontrare viaggiatori. Il prezzo si aggira sui 2.500-3.000 yen

Suggerimento: ogni 4 notti di pernottamento in ostelli della catena con timbro nella tessera a punti, j-hoppers ti offre uno sconto.

Capsule hotel (2.500-4.000 yen)

Lo splendido Nine Hours hotel di Kyoto, capsule di design e, assicuro, comodissime http://ninehours.co.jp/kyoto/

http://travellingboard.net/hotels/capsule-inn-akihabara-welcome-to-tokyo/

Effettivamente i capsule hotel sono visivamente impressionanti e vengono spesso definiti ‘loculi’ da chi non ci è mai stato. Sono nati  come sistemazione per chi ha fatto tardi al lavoro e ha perso il treno o per chi ha fatto tardi in izakaya, i pub giapponesi.  L’idea di un alloggio ad alveare (o che ricorda uno dei nostri moderni cimiteri, in effetti) è comunque abbastanza inquietante, non si può negare. Se ci si riflette un attimo, non è comunque molto diverso dal dormire in una cuccetta in treno. Con la differenza che qui a volte c’è la televisione in camera, c’è una certa privacy ed è tutto pulitissimo. E sono molto comodi. Una piccola nota: le capsule non sono chiuse ‘ermeticamente’, tipo lavatrici’, ma in fondo hanno una semplice tenda.

Ace inn, Tokyo

Le controindicazioni non mancano comunque:

-non sono poi così economici

-sono sconsigliati decisamente ai claustrofobici

-uomini e donne stanno in genere in piani separati (niente capsule matrimoniali, mi spiace!)

-i bagagli vanno lasciati in armadietti all’ingresso

- alcuni impongono check out e check in ogni giorno per chi resta più di una notte

Il mio albergo preferito nel genere è l’Ace inn - in ottima posizione vicino a Shinjuku – che è in realtà un capsule hotel molto soft (le capsule sono in legno e aperte su un lato lungo, il che le rende meno claustrofobiche). Ideale per i viaggiatori solitari o per i gruppi di ragazzi. Un famoso capsule hotel è ad Akihabara, il quartiere degli otaku, dell’elettronica e delle bizzarrie. E’ uno dei pochi abituati ad accogliere clientela straniera. Ma nell’ultimo viaggio ho apprezzato moltissimo il Nine hours hotel di Kyoto, dal design… spaziale (e dalla posizione fantastica).

Business hotel e hotel (4-8.000 yen)

Hotel in genere estremamente semplici pensati per i frequenti viaggi di lavoro degli impiegati giapponesi. Si tratta di strutture senza alcuna personalità (e paradossalmente acquistano carattere proprio per questo) e molto, molto essenziali. A me alcuni , con i loro lunghi corridoi vuoti e uomini in abito scuro che si aggirano assonnati o mezzi ubriachi al termine di una serata di bevute fanno pensare al Dolphin hotel di Murakami e inquietano un po’. Se però vuoi un letto all’occidentale e qualcosa che assomigli un vero albergo possono essere una buona soluzione, specialmente a Tokyo. Spesso chi va la prima volta in Giappone li sceglie per comodità, ma è una scelta che non approvo! Ci sono anche hotel per turisti, quelli sono uguali in tutto il mondo. In Giappone però spesso le stanze sono piccole, specie nelle strutture non di lusso, e il letto è da una piazza e mezzo. Nota importante: quasi sempre ci sono a disposizione un asciugacapelli, ma anche uno spazzolino usa e getta e prodotti da bagno.

Airbnb (10.000 yen a camera circa + cauzione)

Mai provato in Giappone il servizio di Airbnb che offre dall’affitto di appartamenti interi a una sorta di bed & breakfast in una camera. Tokyo sembra avere innumerevoli opzioni, anche in ottime posizioni e in quartieri divertenti come Shibuya o Harajuku. I costi non sono bassissimi e spesso c’è una cauzione piuttosto salata da pagare. Ma le offerte non mancano e sembra economicamente vantaggioso soprattutto per i gruppi che sanno adattarsi (se si dorme in cinque e ci si accontenta anche di un divano per esempio) e per le permanenze prolungate. Va considerato che alle volte questa formula consente il contatto con qualcuno che conosce bene la città.

Altre opzioni

Una stanza privata in un manga kissa
(da Casase blog)

Le opzioni non sono certo finite! Ci sono tanti alberghetti normali in stile occidentale, certo. E poi i famosi love hotel (6.000 yen, anche il doppio nel weekend) , alberghi a ore per coppie (ma, va detto, anche per incontri a pagamento) che alcuni viaggiatori hanno utilizzato – sono pulitissimi e confortevoli, in genere nulla di sordido – per pernottare in situazioni di emergenza. I costi cambiano a seconda dell’orario e del giorno della settimana e ce ne sono di veramente bizzarri. Spesso comprendono anche tutto il necessario per pernottare (compresi saponi, spazzolino ecc) e addirittura un sistema karaoke (che sfido a far funzionare a chi non conosce il giapponese). C’è una famosa concentrazione di Love hotel a Shibuya sulla love hotel hill, indicata su tutte le guide.  Poi c’è il couch surfing che però purtroppo in Giappone – dicono – è piuttosto difficile, non ultimo per il fatto che le case sono estremamente piccole.

C’è addirittura la possibilità di pernottare nei templi (3.000-10.000 yen), come racconta anche Pico Iyer in ‘Una stagione a Kyoto’. Alcuni, come lo Zenkoji di Takayama, hanno un vero e proprio ostello al loro interno. Uno dei luoghi migliori dove pernottare in un tempio è sul monte Koya, vicino a Kyoto.

Infine ci sono gli internet cafè (appena 1.000 yen!) , i manga kissa che trovi in tutte le grandi città. Se vuoi risparmiare al massimo e un po’ di scomodità non ti pesa forse fa per te. In queste grandissime strutture oltre a computer per navigare su internet trovi anche stanze private insonorizzante e con comodissime poltrone reclinabili. Quasi sempre ci sono anche docce gratuite o quasi. Sono pensate per i videogiocatori incalliti che potrebbero viverci dentro anche per settimane. E pare che ci sia gente che ci vive per lunghissimi periodi.

Ma queste stanze private sono perfette anche per il viaggiatore che può farsi una bella dormita sfruttando il prezzo forfait notturno che si aggira sui 10 euro.  In aggiunta ci sono bevande calde e fresche gratis e se leggi il giapponese, ci sono manga da leggere in quantità.

Il campeggio l’ho provato una volta sola: una struttura semi abbandonata in Hokkaido (a Rausu, nello Shiretoko). Troppo poco per scriverne.

vedi anche

Dove dormire in Giappone (Sushi night): offre una scheda più sintetica. L’ho vista simile anche in altri siti, ma non ho saputo dire da dove venisse l’originale.

Japanese guesthouses fornisce una valanga di informazioni e un utile servizio di prenotazioni (gratuito). Nello staff c’è anche un italiano che si occupa delle prenotazioni, immagino che vi rispondano anche se non scrivete in inglese, ma non ho provato.

Post su ‘Come preparare un viaggio in Giappone’:

Viaggio in Giappone (1): costi e trasporti

Viaggio in Giappone (3): il passaporto

Viaggio in Giappone (4): l’itinerario

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