Basta osservare quello che avviene in natura,
in quei luoghi dove non arriva la mano dell’uomo e si accumula autonomamente materia organica come accade nei boschi o in certi angoli del giardino dove foglie, ramaglie e altri frammenti piano piano, aiutati dal tempo e sotto l’azione degli agenti atmosferici, si trasformano in meraviglioso humus ricco di vita. Avete mai sollevato quella spessa coltre vegetale? Sotto, la terra è soffice e profumata, è fertile e ricca di elementi nutritivi, non vi crescono erbe infestanti, in estate è sempre umida e in inverno è protetta dal gelo. Oppure vi siete mai chiesti perché possano crescere così sane e rigogliose alcune piante le cui radici si fanno strada tra sassi e pietrisco? E’ proprio lo strato di minerali che contribuisce a trattenere il giusto grado di umidità del terreno e a proteggere le radici da sbalzi termici.
Pacciame e pacciamatura
Per ottenere il medesimo risultato occorre riprodurre le stesse condizioni, quindi sarà necessario preparare una copertura di pacciame, parola che come riportato dal vocabolario etimologico italiano, deriva da pacciume, forma modificata di pattume, cioè un miscuglio di cose fracide anche se la parola poi viene estesa anche a materiali inerti. Nel glossario dell’orto e del giardino il termine pacciamatura, operazione derivante dall’atto di disporre il pacciame, indica una pratica agricola di uso domestico da sempre praticata della quale negli ultimi tempi, con la rivalutazione delle tecniche naturali di coltivazione, se ne è compresa maggiormente la grande utilità.
Quando pacciamare
Nelle pratiche di agricoltura naturale la pacciamatura si effettua successivamente alla preparazione del terreno che viene lavorato superficialmente con bioforca o tramite tradizionale vanga e diserbato manualmente, eliminando tutte le radici delle piante infestanti man mano che affiorano. Si procede poi a innaffiare e a disporre la copertura con materiale di diversa natura. L’operazione è applicabile per l’orto quanto per il giardino.
Come pacciamare
Distribuire uno spesso strato di almeno dieci centimetri di materiale sulla zona da coprire lasciando un po’ di spazio intorno allo stelo o al tronco delle piante per evitarne il degrado. Nel caso si utilizzi una pacciamatura vegetale suscettibile di riduzione di volume è necessario integrare con nuovo materiale almeno ogni sei mesi. Nel caso si dovesse intervenire per mettere a dimora una nuova piantina occorrerà rimuovere localmente la pacciamatura per realizzare la buca direttamente nel terreno ricollocandola in seguito attorno alla pianta.
da articolo per Casa in Fiore gennaio 2015
nel prossimo post vi racconterò quali tipi di pacciamatura è possibile utilizzare.