Come raccontare una storia sui social network: esempi e ringraziamenti

Creato il 15 dicembre 2014 da Scrid
Posted on 15 dicembre 2014 by Sonia Lombardo in senza parole | Leave a comment

A quasi cinque anni dall’apertura di Storiacontinua.com, mi sono resa conto di essermi imbattuta in tante storie e soprattutto di aver incrociato tanti autori che hanno saputo, attraverso la scrittura, trovare modi alternativi di utilizzare i nuovi media. Era doveroso, a questo punto, citarli in un post che fosse riepilogativo dei loro insegnamenti, come ringraziamento per averci mostrato che è ancora possibile sperimentare diverse forme di racconto.

Come si racconta una storia su Facebook

Non c’è limite ai contenuti che si possono pubblicare su Facebook – testo, immagini, video – ma quello che fa di questo social network il più diffuso tra gli utenti del Web è l’alto livello di interazione che consente. Il fulcro della piattaforma è costituito dai commenti: il flusso di notizie che vedete scorrere sulla vostra bacheca dipende da ciò che commentate, anche con un semplice “mi piace”; così come il successo dei vostri post dipende da quanti commenti e like riuscite ad ottenere. Allora, scrivere un racconto su Facebook significa scriverlo attraverso il contributo dei lettori, così come è stato sperimentato, nel 2010, dal gruppo dei 1000 autori di Bookface, primo racconto corale apparso sulla piattaforma.
Non è certo questo l’unico modo di far vivere una storia su facebook, perché, appunto, sui social network pensonaggi e ambientazioni possono prendere vita e ce lo ha dimostrato Aldo Penna, che ha aperto un profilo personale per ognuno dei personaggi del suo romanzo “Il silenzio imperfetto”. Io li ho perfino incontrati per un’intervista, dal risultato piuttosto curioso”.

Come si racconta una storia su Twitter

Bhè su come pubblicare racconti su Twitter abbiamo scritto decine di articoli e pubblicato anche un ebook dal titolo “Narrativa in 140 Caratteri”. Quindi, cosa aggiungere che non sia già stato detto? Che è il social per eccellenza della scrittura, catalizzatore di tutti quei tanti esperimenti di narrativa breve che lo hanno preceduto (frammentismo, flash fiction, romanzi in miniatura, ecc… ecc…).
Ma cosa caratterizza la scrittura su Twitter? Ovvero, quali sono i suoi ingredienti principali?
Secondo Andrea Maggiolo, fortunato autore di @Micronarrativa, per scrivere su Twitter c’è bisogno di cura, precisione, passione e capacità di condivisione. Ce lo ha spiegato tempo fa.

Come si racconta una storia su Tumblr

Lo so, starete pensando “Tumblr è un blog”. E invece no, è una piattaforma di pubblicazione dinamica! Mescola il blogging al social networking. Pubblicare un racconto su Tumblr, significa avere già una comunità di lettori pronta a testare la vostra scrittura.
E, a proposito di frammentismo e di vecchi e nuovi generi letterari che si contagiano a vicenda, è stato Angelo Ricci, autore del manuale “Viva Tumblr” (Errant Edition, 2013) a dichiarare:
“Non so se David Karp, quando creò Tumblr, fosse al corrente di questo, ma considerando il microblogging, e in particolate Tumblr, come un mezzo attraverso il quale molti di noi raccolgono brani e citazioni prese sia dai libri che dalla rete, ecco che, se vivesse oggi, credo che Borges avrebbe un Tumblr.”

Come si racconta una storia su Pinterest

Sempre grazie ad Angelo Ricci abbiamo poi scoperto che una storia può essere raccontata per immagini grazie alle board di Pinterest, luogo dove immagini e parole possono amalgamarsi fino alla creazione di un nuovo modo di intendere la comunicazione. Comunicazione che diventa, alla fine, lo storytelling di quello che è lo stesso scrittore. Un libro, infatti, è sempre un insieme di rimandi alla produzione precedente dell’autore, alle fonti che ha utilizzato e agli altri che lo hanno ispirato, ai luoghi dove è ambientata la trama, alla letteratura in generale. Board costruite con immagini che si collegano a questi elementi si trasformano in una appendice digitale che andrà ad unirsi ai contenuti del libro pubblicato.

Come si racconta una storia con Instagram

Una menzione spaciale va fatta al prof. Marco Minghetti, che con il suo Wikiromance – Racconto in 118 (Pseudo)Instagrammi – ha saputo guardare al di là dei fenomeni di tendenza, tipo il “selfie” selvaggio, per cogliere una volta per tutte le potenzialità narrative dei social network.
L’idea del Wikiromance è quella di raccontare un luogo, attraverso immagini realizzate con Instagram. “Si tratta di un vagare, sia mentale, sia conoscitivo, che avviene a partire dalla parola scritta, dalle immagini, dai collegamenti interni all’opera (in blu) e al web (in rosso). Il percorso narrativo diviene così percorso emotivo, che ogni singolo lettore può creare e ricreare in maniera originale e sempre nuova, quasi come in un videogame”.

E voi state raccontatndo le vostre storie sui social nework?


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