Come ricercare un posto di lavoro

Creato il 28 ottobre 2012 da Pps @ppsposato

La ricerca di un posto di lavoro è sempre stata un’impresa impegnativa ma, oggi, richiede una ancora più attenta preparazione ed un approccio decisamente scientifico; spesso si compiono errori di valutazione ed ingenuità di cui  non si ha coscienza e che, pertanto, si tende inevitabilmente a ripetere.
Considero errori di valutazione quelli riferibili all’analisi dei settori verso cui indirizzare gli sforzi di ricerca e quelli portano a scartare ipotesi di lavoro che, se non altro, possono, invece, essere esplorate.
Un primo errore nella ricerca di un posto di lavoro consiste nel fatto che, fatte salve rare eccezioni, è generalmente molto difficile essere accettati come neofiti superata una certa età anagrafica; in questi casi è necessario considerare solo quei settori dove le conoscenze di base possedute potrebbero costituire un vantaggio competitivo per il potenziale datore di lavoro.

Esiste poi l’aspetto relativo alla valutazione sulla correttezza delle aziende e delle loro proposte; non è possibile analizzare tutte le possibili situazioni che si possono presentare ma è possibile tenere presente alcune precauzioni di carattere generale:
1.   sono certamente inaffidabili tutti coloro che richiedono il versamento di denaro per il preventivo acquisto di stock dei loro prodotti da vendere.
2.   sono truffe tutte quelle proposte che prevedono l’ottenimento di guadagni attraverso l’organizzazione di vere e proprie catene di sant’Antonio.
3.   ugualmente da scartare quegli inserimenti che presuppongono una preventiva partecipazioni a corsi di addestramento a pagamento; se i corsi non sono a pagamento la partecipazione al corso, seppure pratica scorretta, è un sistema per affinare la selezione dei candidati.
4.   non sono accettabili proposte commerciali quale agente plurimandatario a meno che non si sia persona già molto introdotta nell’ambiente in cui deve svolgere la propria attività.
5.   più difficile valutare offerte commerciali che prevedono solamente il pagamento di provvigioni; non tutte sarebbero da scartare. L’azienda che fa tali proposte deve comunque vendere i propri prodotti per cui, in linea generale, dovrebbe essere interessata a che i venditori raggiungano alti livelli di fatturato. L’eventuale scorrettezza consiste nel far scattare le provvigioni solo al raggiungimento di una certa quota di vendite; se tale quota e difficilmente raggiungibile, l’azienda ottiene comunque delle vendite senza pagare le provvigioni. Una proposta commerciale, basata solo sulle provvigioni, potrebbe essere considerata quando le provvigioni sono calcolate un tot al pezzo.
Gli errori d’ingenuità nella ricerca del posto di lavoro, per contro, sono riferibili alle selezioni a cui si partecipa e cercherò di spiegarvi più approfonditamente il perché. Esiste una differenza fondamentale tra il non trovare una posto di lavoro perché non esistono opportunità o perché non si emerge dai processi di selezione. Le aziende, quando devono assumere del personale, compiono sempre, in maniera più o meno professionale, due processi; il reclutamento e la selezione.
Il reclutamento consiste nell’utilizzare le fonti più varie ( inserzione giornalistica, head hunters, istituti d’insegnamento, siti aziendali, candidature spontanee) per individuare un sufficiente numero di candidati alla posizione offerta. Se ricevete, un discreto numero di convocazioni, ciò significa che il vostro CV è stato preso in considerazione come potenzialmente valido per ricoprire le posizioni in oggetto e, dunque, esistevano delle opportunità.
La selezione è, invece, quel processo che porta ad individuare, tra i candidati, quello che più si avvicina al profilo cercato; se, pur partecipando a diverse selezioni non avete mai raggiunto la fase finale dovete porvi seriamente il problema di scoprire il perché e porvi rimedio. C’è la tendenza a trovare, in queste situazioni, due giustificazioni diverse tra di loro:
  1. c’era un candidato più qualificato di me
  2. c’era un candidato che si è venduto meglio di me

Il primo atteggiamento è passivo mentre il secondo è proattivo: nella definizione di un profilo devono sempre essere espresse le capacità, le caratteristiche personali ed i comportamenti; come capire quali di questi aspetti( uno o più) può aver determinato l’esclusione dalla candidatura finale? Cercate di ricordare su quali di questi elementi gli intervistatori vi hanno maggiormente sondato; se si ricevono molte domande su un argomento significa che c’è qualche cosa che non sta convincendo l’intervistatore. Cosa adottare e/o cambiare nei tre differenti casi:
  • Problema capacità; in questo caso purtroppo l’unica soluzione è quella di migliorarle, acquisendo nuove conoscenze. Le capacità critiche, comunque, cambiano a seconda della posizione in discussione; nelle attività commerciali sono importanti la capacità di persuasione, il possedere buone comunicazioni orali e quella di sapersi ben relazionare con gli altri. In un lavoro come designer penso sia importante il saper lavorare in team ed, ovviamente, di saper usare in maniera eccellente tutti gli strumenti di disegno.
  • Problema caratteristiche personali; è utile farsi privatamente il proprio bilancio. Attività commerciali richiedono dinamismo, entusiasmo, aggressività mentre per un profilo di disegnatore sono richiesti precisione, creatività, flessibilità. Chi si sa vendere bene nei colloqui cerca di minimizzare le caratteristiche su cui è debole ed esalta quelle su cui si sente forte.
  • Problema comportamenti; i CV e le informazioni scambiate con gli intervistatori devono essere coerenti con i comportamenti che si sono messi realmente in atto nella vita sociale e di lavoro. Gli intervistatori, più o meno scientemente, si fanno un’idea dei comportamenti adottati dal candidato da come ha condotto gli studi, da come si è mosso a livello sociale, dalle compagnie, dai viaggi, dai rapporti e risultati di lavoro.

Un’attenta analisi di questi punti non darà la certezza, ma aumenterà la probabilità di trovare un posto di lavoro

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