Come Salgari

Creato il 21 novembre 2012 da Mcnab75

Solo i cretini non cambiano mai idea.
Io l’ho fatto su parecchie cose, anche nel campo della scrittura, dove è sempre meglio andare piano coi pregiudizi.
Fino a qualche tempo fa credevo che fosse indispensabile ambientare racconti e romanzi in scenari conosciuti, visitati in prima persona, magari anche con una certa frequenza. Quando ne parlai sul vecchio blog raccolsi pareri discordanti. Alcuni concordavano, altri erano del parere opposto, citando come esempi a favore della loro tesi i romanzi fantasy e di fantascienza, dove l’ambientazione non solo non è conosciuta, bensì viene inventata di sana pianta.
Da allora sono trascorsi diversi mesi e di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. Tanto per dirne una sono stato per mesi a Puerto Rico, nella città di San Juan, ribattezzata Admiral City per la Round Robin Due Minuti a Mezzanotte. Ci sono stato virtualmente, purtroppo, senza muovermi da casa mia. Eppure il lavoro di documentazione, di ricerca e (perché no) di fantasia mi ha quasi teletrasportato laggiù, nelle Antille.

Non mi rimangio quanto sostenuto in passato: visitare un luogo in prima persona e poi descriverlo in un racconto è senz’altro un vantaggio. Un punto a favore della verosimiglianza e del realismo, indubbiamente. Per esempio, scrivere Pandemic AD dopo aver visitato New York per ben due volte è stato più semplice, più naturale.
Eppure, come già detto, ho ambientato molti racconti anche a Puerto Rico, senza esserci mai stato. Il risultato mi sembra comunque pregevole, idem per il lavoro fatto da altri amici che hanno partecipato a 2MM. Grazie a strumenti quali Google Maps e Wikipedia è possibile ricreare qualsiasi scenario in maniera decente. Per tutto il resto occorre quel mix di fantasia e faccia tosta che va a colmare le inevitabili lacune cognitive.
Nel caso di San Juan è bastato, per esempio, ricreare la città in versione leggermente ucronica, ampliandola e aggiungendo degli elementi funzionali alle storie da narrare.

San Juan/Admiral City, l’ambientazione principale di 2MM.

Uno scrittore celebre per aver viaggiato in luoghi esotici e lontani, pur senza muoversi dal suo studio, è Emilio Salgari. Il papà della narrativa d’avventura italiana era originariamente un giornalista veronese. Pur ambendo a diventare un capitano della Regia Marina non riuscì mai a raggiungere l’ambito grado, sicché la sua vita si articolò prettamente in territorio italiano. Iniziò a scrivere racconti e romanzi d’avventura attorno al 1880. Le ambientazioni era quasi sempre selvagge, lontane, da sogno: Malesia, Papuasia, India, Paraguay, Stati Uniti d’America.
A quanto pare i suoi unici viaggi furono quelli quotidiani, in tram, da casa sua alla biblioteca civica centrale, dove raccoglieva la documentazione necessaria per lavorare ai romanzi.
Nonostante ciò le sue opere vengono ritenute ancora oggi delle pietre miliari del genere avventuroso. Nessuno si è mai lamentato della verosimiglianza delle descrizioni riguardanti il ciclo di Sandokan o quello dei Corsari delle Antille.
Con ancora maggiore affetto ricordo poi i romanzi ambientati in India e in Africa, dove immagino che le incongruenze di alcuni passaggi siano comunque parecchie.
Infatti Salgari è ricordato per le belle storie e null’altro, tranne forse per la sfortuna che perseguitò la sua carriera di scrittore.

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