Dal 27 al 29 marzo 2015 è in programma a Bologna il raduno di Spaghetti OpenData (con seminari, hackathon, formazione), anche l’Ansa ne ha dato notizia alcuni giorni fa - l’immagine di copertina è una foto del Raduno 2014. È una comunità della quale faccio parte da tre anni e lì ho imparato molte delle cose che mi hanno aiutato a sviluppare una nuova professionalizzazione in tema di Data Journalism, per le mie attività in Dataninja.it e Datamediahub, come anche in tutti i progetti che seguo e seguiamo.
Una newsroom virtuale in realtà — vista dal mio punto di vista più giornalistico — in cui l’obiettivo è favorire una discussione ed estrarre informazioni dai dati, attraverso attività sperimentali e collaborando con professionalità diverse. Il concetto classico di giornalismo perde “finalmente” il suo peso specifico rispetto a quello veramente importante di “informazione”. Ormai è conclamato e condiviso largamente: l’informazione non esiste in quanto esiste il giornalista, ma in quanto esistono persone che provano a costruirla insieme (in questo caso ad estrarla da una base di dati) e contribuendo con le loro diversissime competenze (giuridiche, tecnologiche).
Per quanto possa apparire un po’ filosofico come ragionamento, le questioni molto secche che emergono sono semplici e fanno parte della nostra vita di tutti i giorni:
- I giornali hanno perso da anni la loro centralità rispetto alla raccolta e divulgazione delle notizie (i dati che Datamediahub ha analizzato mostrano in effetti una certa marginalità dei giornali rispetto al consumo di contenuti online, più info qui).
- I giornalisti pure: non hanno più il monopolio divulgativo e si ritrovano spesso a valle del processo di costruzione dell’informazione. Se vogliono avere un ruolo, se vogliono esistere ancora — e non fare la fine preannunciata nell’ebook “Il Giornalista Fantasma” di Carlo Felice Dalla Pasqua — devono trovare un ruolo in questo contesto, partecipare al pari di altre professionalità e mostrare che il loro contributo può dare un valore aggiunto. Devono imparare ad ascoltare e discutere, perché il racconto alla vecchia maniera è un pezzo del passato, con l’obiettivo di favorire la trasparenza delle informazioni, incentivarla, battersi perché cresca sempre di più.
- Il processo di costruzione dell’informazione dev’essere verificabile, i dati lo permettono facilmente. Verificabilità quindi, non verità.
Il raduno di Spaghetti OpenData può essere utile a capire cosa bolle in pentola:
- Il 27 marzo verranno presentati circa venti progetti basati sui dati dai rispettivi autori (in Regione Emilia-Romagna, viale Aldo Moro 8 a Bologna)
- Il 28 marzo si passerà dalle parole ai fatti nel corso di un hackathon in cui ci si metterà all’opera per lavorare sui dati, liberarli, analizzarli, raccontarli (a Working Capital, via Oberban 22 a Bologna)
- Il 29 marzo sarà dedicato alla formazione (gratuita ovviamente): per lavorare sui dati occorrono competenze, che alcuni divulgheranno nell’ambito di percorsi di training (sempre a Working Capital, via Oberban 22 a Bologna).
Il link al programma completo è qui
Per maggiori info basta un tweet a @spaghetti_folks.
Ne vedremo (e faremo!) delle belle: vi aspettiamo!