Di certo il mio rapporto con la scrittura è cambiato moltissimo nel corso degli anni. Leggere le considerazioni di coloro che si avvicinano ora all'arte della narrazione su carta (su ebook!) mi ricordano com'ero io quando scrivere voleva dire soltanto inventarsi delle storie, lasciando da parte tutte le considerazioni di contorno su editoria, promozione, rivoluzione digitale etc etc.
In un certo senso a quei tempi la scrittura era più pura.
Nonché un esercizio alquanto inutile.
Senza condivisione il gesto dello scrivere è forse catartico, ma non ha possibilità di evoluzione.
Grazie al Web ogni scribacchino, bravo o da strapazzo che sia, ha la possibilità di proporre ciò che produce a un pubblico ben più severo di quello composto dal consueto codazzo di parenti, amici e stretti conoscenti che MAI oseranno criticarlo, rischiando così di rovinare un rapporto personale consolidato.
Mi fa un po' impressione – credo sia il termine giusto – ricevere mail del tipo “Come si fa a diventare uno scrittore?”
Mi fa impressione soprattutto perché non mi definisco, né mi definirò mai “uno scrittore”. Scribacchino è il termine che uso. Mi piace perché rende l'idea di artigianalità. In tal modo azzera da subito lo snobismo insito in moltissimi individui che si avvicinano a questa passione.
L'ambiente è pieno di presunti Hemingway incompresi. Ok, io parlo male degli editori perché sono obiettivamente dei cialtroni (generalizzo: coloro che stimo sanno che NON si devono riconoscere in questa definizione). Tuttavia gli editori hanno spesso a che fare con degli immaturi saccenti che credono di avere nel cassetto il libro che cambierà la storia dell'umanità.
Ma torniamo alla domanda.
“Come si fa a diventare uno scrittore?”
La ricetta magica non c'è. Tuttavia ho voluto provare a stendere un elenco minimal di punti che ritengo imprescindibili. L'ho riletto e l'ho dimezzato. L'ho riletto e l'ho decurtato di nuovo. Ho tolto tutte le specifiche indirizzate a chi di scrittura se ne occupa già da un po': erano consigli troppo tecnici. Ciò che rimane di quell'elenco sono pochi punti che definirei di buon senso.
Ditemi un po' che ne pensate.
"Se voi signorine finirete questo corso, e se sopravviverete all'addestramento sarete un'arma, sarete dispensatori di morte scrittori, pregherete per combattere scrivere! Ma fino a quel giorno siete uno sputo, la più bassa forma di vita che ci sia nel globo! Non siete neanche fottuti esseri umani, sarete solo pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta merda."
Come si fa a diventare uno scrittore?
Scrivete. Il mondo è pieno di gente che ha dei romanzi interi... solo in testa. Io stesso ne conosco alcuni. Cominciare a trasformarli in parole messe su carta (su file) è come piazzarsi ai blocchi di partenza. Fatelo e almeno potrete dire “sto correndo”.
Scrivete con costanza. Lo so, la vita è dura. Ci sono sempre migliaia di cose inutili da fare (tipo lavorare). Di scuse per non scrivere ne potete trovare a bizzeffe: sono troppo stanco, devo uscire con gli amici, il mio capo mi chiede sempre gli straordinari, il computer serve alla mia ragazza etc etc. In realtà non c'è peggior cosa per un aspirante scrittore che... non trovare mai il tempo per scrivere. Abituatevi all'atto fisico di stare davanti al computer, alla fatidica pagina bianca di Word. Imponetevi un ritmo e mantenetelo. Mezza paginetta al giorno. Un racconto di media lunghezza al mese. Qualunque cosa, purché le vostre dita lavorino con costanza sulla tastiera qwerty del vostro PC.
Tenete sotto mano gli strumenti minimi per scrivere in un italiano passabile. Grazie a Internet potete usufruire comodamente di dizionari, traduttori online e di prontuari minimi per scrivere in modo grammaticalmente accettabile.
Fate leggere ciò che scrivete. Ne ho già parlato poco sopra. Proponete i vostri racconti, poesie, romanzi etc a lettori “neutrali”. Non valgono gli amici, gli zii, i cugini etc etc. Cercate dei buoni siti di scrittura e narrativa. Verificate la possibilità di proporre materiale inedito e condividetelo.
Accettate il giudizio altrui. Il che non vuol dire essere proni agli insulti. Cercate di scremare i suggerimenti costruttivi da quelli distruttivi. Ascoltate i primi e fate comunque tesoro anche dei secondi: l'ambiente è pieno di gente che vi dirà di “buttare il vostro romanzo dalla finestra”. Imparare a convivere con l'imbarbarimento progressivo del settore vi sarà utile.
È banale, ma essenziale: non smettete mai di leggere.
Corollario: imparate a leggere con occhio clinico. Assaporate la costruzione dei periodi. Studiate perché certi discorsi diretti funzionano e altri no. Trovate lo stile che più si confà alle vostre esigenze. Non c'è nulla di male nel seguire dei modelli d'ispirazione, almeno all'inizio.
La ricerca dell'originalità assoluta è spesso controproducente.
Non ascoltate i guru che sostengono di conoscere i “comandamenti della perfetta scrittura fantasy/horror/noir” etc etc. Setacciate i loro manuali, ma traetene solo ciò che sembra essere obiettivamente valido, scartando tutto ciò che nasce invece da meri gusti personali.
Valutate l'idea di partecipare a qualche concorso. Anche se arriverete ultimi, ne ricaverete due cose utilissime: pareri (spesso professionali) sulla vostra scrittura e visibilità.
Corollario: partecipate solo a concorsi seri, non a porcate organizzate per spillare soldi agli ingenui.
Questa la lista minima. Tutto il resto, per esempio creare ebook, aprire un blog, relazionarsi con altri scrittori etc etc, non è di attinenza alla domanda che ho preso in considerazione nel post.