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Come si informano gli italiani: crolla l’affidabilità di Tg1 e Tg5, bene invece Sky, RaiNews e La7

Da Kobayashi @K0bayashi

L’Osservatorio Demos&Pi – Coop ha pubblicato il sondaggio annuale su “Gli italiani e l’informazione”, condotto pochi giorni fa su un campione di 1300 casi rappresentativi della popolazione italiana di età maggiore o uguale a 15 anni, che ha indagato il rapporto dei cittadini con le fonti di approvvigionamento delle notizie e ha portato alla luce risultati interessanti.

Quante volte si leggono in giro – soprattutto ultimamente e sulla rete – appelli contro l’eccessiva esposizione al mezzo televisivo e per un ritorno ad un’informazione meno politicamente concentrata e più verificabile (se non altro per via della maggior possibilità di scelta a disposizione), quale quella di quotidiani cartacei e online? Esternazioni spesso bollate come l’utopia di un singolo o il sogno irrealizzabile di presunte élite della blogosfera, che invece man mano cominciano ad essere supportate da dati più concreti.

In primo luogo il fatto che – seppur molto lentamente – si sta consolidando il trend al ribasso che vede in calo l’utilizzo quotidiano della televisione: se era prassi comune per l’87% degli intervistati nel 2007, oggi questa percentuale è scesa all’82%; per contro, se tengono radio e quotidiani cartacei (che anzi in 3 anni hanno incrementato il loro apporto alla dieta informativa mediatica giornaliera rispettivamente del 2,3% e 3,7%), vola Internet che fa segnare una crescita di ben 14 punti percentuali, passando dal 24,8% del 2007 all’odierno 38,5% – anche se, va detto, negli ultimi 12 mesi l’indicatore è salito solo dello 0,3%.

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Quel che risulta preoccupante, piuttosto, è il 24,7% (pari a un italiano su quattro) che dichiara di non leggere per niente i quotidiani né nella loro versione cartacea né in qualche corrispettiva versione digitale, affidandosi di fatto esclusivamente ad altri tipi di media (tv o radio).

L’approfondimento sulla fiducia nei tg delle reti nazionali, invece, conferma in parte il senso comune che negli ultimi tempi ha visto diverse manifestazioni d’intolleranza nei confronti degli orientamenti delle reti ammiraglie di Rai e Mediaset e una propensione positiva verso i “nuovi” spazi informativi di RaiNews, La7 e Sky.

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Il Tg1, come si può notare dalla tabella riassuntiva, crolla di quasi 16 punti percentuali nel triennio 2007-2010 (-10% negli ultimi 12 mesi) nei livelli di fiducia passando dal 69% del 2007 al 53,2% della nuova direzione Minzolini, mentre il Tg5 di punti ne perde 11 e piace a meno della metà del campione (il 48,6%, per la precisione). Crolla anche il Tg2 (-9% in un solo anno, dal 2009 a oggi), che pure mantiene la terza piazza assoluta.

Flessione triennale intorno al 3%, invece, per Studio Aperto di Italia1 e il Tg4 dell’omonima rete, quest’ultimo anche maglia nera generale con solo il 23,6% di apprezzamenti; mentre rimangono stabili al vertice il Tg3 regionale e il Tg3 tradizionale, così come fermo a metà graduatoria fluttua pochissimo il tg radio della Rai.

I miglioramenti più decisi sono appannaggio del TgLa7 (+11,5% nel triennio, ma solo +3% nell’ultimo anno: deve ancora godere pienamente dell’effetto-Mentana) ma soprattutto di SkyTg24, che si concede un ottimo +13,7% dal 2007 a oggi (di cui circa la metà guadagnati negli ultimi 12 mesi) e che deve per forza di cose anche tener conto della comunque limitata esposizione dovuta alla diffusione via satellite. Problema sentito solo a metà per il tg di RaiNews24, che viene “amplificato” sulle reti in chiaro da Rai3 e si guadagna però la palma di miglior rialzo assoluto con un gratificante +17,6% nel triennio preso in considerazione dall’indagine.


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