Facoltà di Lettere e Filosofia,
Palermo
Ovviamente posso dispensare saggi consigli per quanto riguarda la mia personale esperienza, per cui sappiate che in questo post si parlerà prevalentemente di quell'ameno luogo che è la facoltà di Lettere e Filosofia - sì proprio quella dove tutti pensano si iscrivano i nullafacenti...salve, sono una di quei nullafacenti.
In questo post vi parlerò di quelle che secondo me sono le due categorie fondamentali in cui si suddivide l'intera popolazione di Lettere: i fricchettoni e gli svampiti.
- I fricchettoni, o gli strafattoni, o gli alternativi o quelli delle aule autogestite, insomma quella vestiti male e che di solito puzzano.
Loro dovrebbero essere gli intellettuali, quelli impegnati sul sociale che organizzano cineforum e momenti di profondo scambio interpersonale e interculturale. Non li conosco uno per uno, quindi non posso dire che siano tutti così, ma la totalità di quelli con cui sono venuta a contatto io sono dei fighetti travestiti da punkabbestia. Diffidate e non seguiteli nei loro deliri anarchico-comunisti, vi faranno solo perder tempo (molti di loro sono infilati a Lettere da molto più tempo di me e con questo ho detto tutto).
Potete trovarlo spaparanzato su un gradino intento a conzare una sigaretta (cioè, sì, è più o meno una sigaretta ò_ò) oppure dentro il corridoio delle aule autogestite a fare chissacchè.
I fricchettoni si raccolgono in gruppi molto bene organizzati, con ruoli ben stabiliti: c'è quello che suona la chitarra, quello che ne capisce di filosofia, quello che più degli altri è informato di politica ed economia, quello che se la cava col computer e così via. Devo dirlo, non ne ho mai incontrato uno a lezione - magari proprio nel mio corso di laurea non ce n'era neppure uno...
- Lo svampito, o meglio dire la svampita perchè per il 99% si tratta di ragazze e il restante 1% si divide fra pochissimi eterosessuali e un buon numero di ragazzi gay incazzati col mondo (sì incazzati col mondo, o almeno lo ipotizzo, perchè tutti i gay che ho incontrato a Lettere erano acidissimi e arraggiati - siciliano per "contagiato dal virus della rabbia").
Facendo una sbrigativa statistica di tutte le persone che ricordo di aver incontrato/conosciuto/frequentato a Lettere la maggior parte di quelli laureati in tempi brevissimi appartenevano proprio a questa categoria. Ecco, sarà un discorso un po' machiavellico ma il mio consiglio è: approfittate degli svampiti. Sceglietene uno e diventate il suo parassita.
Gli svampiti studiano tre o quattro materie alla volta, tutte contemporaneamente, altre le studiano nel week-end (tutta una materia nel week-end, intendo), si presentano agli esami con appunti pluririassunti e sottolineati, spremono dai libri proprio il succo essenziale, vanno all'esame impavidi e immancabilmente lo passano (salvo trovare uno dei rarissimi professori che sa distinguere una buona memoria dalla preparazione vera e propria).
Gli svampiti scelgono le materie opzionali più semplici (anche se totalmente inutili), si aggregano gli uni agli altri per fare brillanti esami scritti di gruppo e se chiedete ad uno di loro un argomento a caso dell'ultimo esame sostenuto, fosse anche solo un paio di giorni fa, vi risponderà ridacchiando nervosamente "non me lo ricordo...vabè tanto l'esame già l'ho fatto".
Gli svampiti hanno anche dei superpoteri, ve lo assicuro. Non c'è alcuna spiegazione scientifica o razionale al fatto che anche i docenti più esigenti, severi e frustrati davanti ad uno svampito si spengono momentaneamente. Ho visto docenti andare in bestia per errori superficiali fatti da persone abbastanza preparate e invece sorvolare placidamente sulla totale mancanza di...come chiamarla?...verve? durante l'esame di uno svampito.
In un corso di laurea come il mio - lingue - riconoscere uno svampito è abbastanza semplice: generalmente lo svampito raccoglie dozzine di 28 e 30 in materie facilmente memorizzabili salvo poi cadere nel baratro dell'irrimediabile 18-20 in materie come le lingue che o le sai parlare o non le sai parlare.
La svampita-tipo generalmente è fidanzata da decenni con un ragazzo che poi sposerà e non fa altro che parlare di questo ragazzo, dei suoi regali, dei suoi parenti. Capita, soprattutto se la svampita è una fuori sede appena approdata nella grande metropoli, che il (lontano) grande amore della sua vita venga momentaneamente accantonato per dedicarsi a (vicini) e del tutto irrilevanti sfoghi carnali.
Nei miei sette anni di permanenza all'Università di Palermo mi sono imbattuta anche in esseri mitologici a metà fra il docente e lo studente: un insegnante piuttosto giovane che reca ancora visibili tracce del tipo di studente che è stato.
- Il docente-fricchettone generalmente è un uomo.
L'insegnamento del docente-fricchettone in genere è abbastanza approfondito, appassionante da seguire salvo poi dimostrarsi un po' inconcludente. Tipico di questa categoria di insegnanti è imbarcarsi in ore di conversazioni pseudo-filosofiche su un decimo del programma che poi chiederanno all'esame e poi esclamare stupiti, venti giorni prima dell'esame "oddio ragazzi, non ce la facciamo a finire il programma!".
- Il docente-svampito solitamente è una donna.
Sono abbastanza sicura che la
Gelmini a suo tempo, sia stata
una studentessa-svampita
Attenzione quando sostenete un esame con un docente-svampito perchè se le vostre risposte dovessero dimostrarsi troppo intelligenti potrebbe mettersi sulla difensiva e attaccarvi: mantenete, piuttosto, un profilo basso, mostrate chiaramente di non aver compreso alcuni passaggi ma di averli solo imparati a memoria e non dissimulate il fatto che siete lì non perchè vi va quanto perchè all'Università ci si deve andare.
Vi chiederete, io che che faccio tanto la saccente a quale delle due tipologie appartenga. Beh, a nessuna delle due in effetti. Esiste una zona grigia popolata da tutti quelli troppo poco strafatti o troppo poco svampiti che non vengono accettati né nell'uno né nell'altro gruppo: per i fricchettoni io sono una fighetta, per gli svampiti una fricchettona.