Come sto progettando la mia storia scena per scena

Da Anima Di Carta
Qualche giorno fa, a proposito di quanto ho detto sul mio nuovo metodo di scrittura, Chiara in un commento mi ha chiesto di approfondire il discorso della differenza tra eventi e scene in una storia. Più che fare un discorso teorico, ho pensato di raccontarvi in pratica come sto usando questa distinzione nel romanzo che ho in corso.

La scelta delle scene


Quando scriviamo un romanzo o un racconto, ci proponiamo di raccontare attraverso le parole una storia, cioè una serie di eventi con un inizio, uno sviluppo e una conclusione. Questa narrazione avviene tramite delle scene che si susseguono una con l’altra. Tuttavia, la scelta delle scene e il loro ordine dipende completamente dall’autore. Se per esempio alcuni di noi provassero a scrivere un racconto partendo da una trama definita, ognuno sceglierebbe di farlo usando scene diverse, a seconda del suo modo di sentire e vedere le cose. E i risultati finali sarebbero molto diversi tra loro.
Quando scriviamo un romanzo, dunque, decidiamo quali scene vogliamo usare per raccontare la storia che abbiamo in mente. Ci sono eventi che ci sembrano così importanti da meritare una rappresentazione, altri che consideriamo secondari e che omettiamo del tutto, oppure che decidiamo di raccontare a parole. Altre cose accadute in passato le facciamo conoscere al lettore indirettamente, senza mai mostrarle.
Si tratta di una decisione, quindi, soggettiva. Però dobbiamo considerare che un evento raccontato attraverso parole ha meno impatto di uno mostrato (il famoso show don’t tell), quindi va da sé che la scelta delle scene è determinante per la buona riuscita della storia.
Un esempio di scene da mostrare nei minimi dettagli sono quelle che sostengono l’intera trama, cioè: l’inizio, il climax e la conclusione. Nei primi capitoli, poi, avremo bisogno di una serie di rappresentazioni sceniche per far conoscere i personaggi e le loro relazioni. Potremo anche aver bisogno di fare dei salti nel passato, e anche qui dobbiamo decidere se meritano un’intera scena o solo un accenno.
Gli sceneggiatori sono già abituati a “pensare per scene”, gli scrittori non sempre lo fanno. Ma può essere molto utile fare una distinzione tra quelli che sono i fatti e ciò che invece intendiamo mostrare al lettore attraverso singole scene.

Come ho organizzato il lavoro


Tornando alla mia esperienza, mentre lavoravo a questo romanzo, ho sentito l’esigenza di fare un elenco di eventi, per chiarirmi le idee, visto che la trama cominciava a complicarsi e non volevo perdermi.
  • Ho cominciato facendo un elenco in ordine cronologico di tutti gli eventi che riguardano la storia e i personaggi principali e secondari.
  • Successivamente ho esaminato l’elenco e ho deciso cosa meritava una scena tutta sua (o addirittura una serie) e cosa poteva restare dietro le quinte. Gli eventi da mettere in scena li ho segnalati con il grassetto.
  • A quel punto ho compilato un secondo elenco, su una tabella a tre colonne: nella prima ho messo il numero del capitolo, nella seconda la data, nella terza cosa succede nel capitolo (i fatti segnalati con il grassetto dell’elenco precedente), aggiungendo una breve descrizione delle scene.
  • Nelle stessa colonna ho riportato poi tutti i fatti che accadono lo stesso giorno, ma che non mostro direttamente. Per distinguerli li ho messi in corsivo. Si tratta di cose che farò conoscere al lettore in altri modi.

Ho dedicato interi capitoli a fatti avvenuti nel passato. Visto che tutta la storia gira intorno a un evento accaduto due anni prima, un omicidio, mi sembrava fondamentale dedicargli diverse scene con veri e propri flashback. Ciò che precede quell’evento, l’ho invece solo accennato.
Mi si è posto poi il problema delle scene dietro le quinte. Ero allettata dall’idea di mostrare al lettore alcuni fatti che non riguardavano direttamente i protagonisti, in particolari i progetti dei loro nemici. In questo modo mi sembrava di creare una maggiore suspense. In teoria mi sembrava una buona idea, ma quando ho scritto le scene, ho capito che stonavano un po’. Mettendomi dalla parte del lettore, mi sono accorta che non avevano abbastanza presa. Usare dei punti di vista nuovi infatti può essere rischioso. Così ho fatto un’ulteriore selezione e ho lasciato solo due o tre scene fuori campo.
Stralcio del mio schema:

Nel cap. 10 c’è un evento di cui non parlo direttamente ed è in corsivo.
Nell’11 invece c’è un flashback, infatti la data è diversa. Nel 12 torno al tempo normale.


Andando avanti...


Vorrei precisare che questo lavoro non è stato di pianificazione. Molti capitoli li avevo già scritti, quindi conoscevo il contenuto e l’ho solo schematizzato per averlo ben chiaro. Tuttavia, ora per proseguire sto usando gli stessi criteri. Prima stabilisco gli eventi e poi decido se voglio o meno mostrarli con una scena. Facendo questo lavoro ho anche eliminato un paio di scene che in fin dei conti erano inutili, e individuato altri fatti importanti.
Avete mai usato niente del genere? Pensate possa esservi utile?