Devono infatti aver pensato una cosa del genere i nostri genitori questo Natale, visto che sotto l'albero si sono scartati unicamente regali che già da giorni emanavano un chiaro profumino goloso.Stremati da discorsi deliranti sul biologico, su quello dell'alimentazione dei polli, passando alle considerazioni sull' agar agar e dagli hamburgher di semi di girasole devono aver pensato che "chi di arma ferisce di arma perisce". E così via con cesti straripanti di tisane biologiche, biscotti speziati, noci a km 0, vino, cioccolato di Modica, biscotti di pasta di mandorle, marmellate con zero zucchero aggiunto e fichi ripieni. E bisognava pure vederli spiegare il perchè la decisione era caduta su quel prodotto invece che su un altro. Poveri, abbiamo creato le prime vittime dello Slow Food.Il risultato comunque di tutto questo è che la dispensa pollentina non potrebbe essere più rifornita e anzi scoppia letteralmente di salute (meno il nostro giro vita:-).
In ordine infatti abbiamo:
- Nebbiolo le Marne Brune di Fontanafredda, riprendendo il precedente post anche questo vino non ha deluso le aspettative, buonissimo. Perfetto per una cena invernale di quelle serie, piemontesi, cariche di sapori decisi che necessitano di un vino che sostenga i piatti di accompagnamento (uhm.. forse sarebbe il vino d'accompagnamento e non il contrario?!)
- Marmellata di more selvatiche, pure more km 0, l'ideale da spalmare su un pan brioche (macrobiotico ovviamente:-)
- Mostaccioli, i meravigliosi biscotti natalizi molisani. Una pasta al cacao ripiena di spezie e poi passata a glassare nel cioccolato fuso. La versione fatta in casa dalla mamma di Serena, la nostra compagna molisana ha battuto ogni record di baffi di cioccolato in una classe dove l'età media è di 25 anni.
- Gallette molisane, queste sono una sorta di gauffres in versione meridionale, prodotte magistralmente dalla panetteria sotto casa in Molise. Ottime appena fatte e nappate di marmellata, buone qualche giorno dopo un po' più secchine per il the del pomeriggio.
- Noci del nonno, sono le noci del bosco molisano, proprio quelle dell'albero dove in estate aspettiamo che arrivi l'arietta fresca la sera.
- Praline di cioccolato fondente al basilico del Caffè Sicilia, una specie di After Eight con il basilico. Personalmente trovo interessantissimo l'uso del basilico nel dolce, per me assolutamente nuovo, soprattutto per noi palati nordici abituati ad associare quest'erba a Parmigiano, olio, aglio e pinoli. Ed invece sotto le sapienti mani di Corrado Assenza il basilico sposa il cioccolato in un matrimonio dall'alto tasso di mediterraneità.
- Fioroni del Cosentino. Dio che buoni. Fichi ripieni di mandorle e scorza d'arancia candita e poi ricoperti di cioccolato fondente. Caloricamente parlando sono da partenza per la prima guerra mondiale, ma se volete provarli Eataly è, anche questa volta, la soluzione.
- Cioccolato di Modica della dolceria Bonajuto. E' la "fabbrica di cioccolato" più vecchia di Modica e forse anche d'Italia considerando che la ricetta è quella che usavano gli Aztechi millenni or sono. La lavorazione delle fave tostate e sminuzzate è fatta a freddo e questo fa in modo che il burro di cacao non fuoriesca dalle fave e che lo zucchero rimanga intero in cristalli. Il risultato è un cioccolato che non rilascia nessuna patina di grasso sul palato e per niente stucchevole. Il cioccolato di Modica viene spesso anche speziato diventando un vero prodotto simbolo dell'unione di culture diverse: quella araba e quella sudamericana. Da qui la varietà di tavolette arrivate nella mia cesta siciliana: al cardamomo, al limone, alla noce moscata, al pepe bianco, all'arancia, alla maggiorana e pure al sale.