Come un brivido nel mare - Francesco Grasso

Creato il 19 gennaio 2014 da La Stamberga Dei Lettori
Messina, 28 dicembre 1908: un terremoto di potenza mai registrata prima, seguito da un ancor più violento maremoto, uccide 120.000 persone, radendo al suolo due città e annientando paesi e porti sulle due sponde dello Stretto. I primi a prestare soccorso alla popolazione sono i marinai di una flotta da guerra russa, alla fonda davanti a Messina, e gli uomini di una squadra navale britannica, anch’essa ormeggiata in rada. Ma perché due nutrite flotte da guerra si fronteggiano proprio nell’esatto luogo e istante della catastrofe? Che cosa stanno cercando, russi e inglesi, nelle acque siciliane? Forse i servizi segreti dello zar e l’intelligence britannica hanno previsto l’evento? È possibile che due delle maggiori potenze mondiali siano sulle tracce di un’arma segreta in grado di… provocare i terremoti? Il romanzo offre una risposta a questi interrogativi. E racconta ciò che all’epoca fu taciuto, rivelando un incredibile segreto – costato la vita a più di centoventimila italiani – tenuto nascosto da oltre un secolo e le cui implicazioni potrebbero essere terribili anche per il nostro futuro come popolo e come nazione.

Recensione

1907. Il giovane Alec Brasivin si arruola nella marina russa nella speranza di ritrovare il fratello disperso durante l’ultimo conflitto con il Giappone e per sfuggire alle attenzioni della nuova moglie del padre. Durante i lunghi giorni di navigazione ha tempo di scrivere un diario sotto forma di epistolario al fratello che spera ancora in vita, forse prigioniero.
La prima parte della vita di Alec sull’incrociatore Makarov fa venire in mente i libri di stampo marinaresco di Forester. Alec, infatti, come il guardiamarina Hornblower  prima di lui, deve subire le angherie dei più anziani, come accade durante il servizio militare alle reclute di tutte le nazioni, con la precisazione che, peraltro, un tempo gli atti di protervia erano decisamente più cattivi di quanto non lo siano adesso. Alec, tuttavia, grazie alla sua intelligenza, prontezza di spirito e, non ultima, la sua fortuna, riuscirà ad ottenere incarichi che lo metteranno al riparo dalle vessazioni dei commilitoni più anziani o più alti in grado.
La seconda parte del racconto si svolge invece sulla terra ferma, soprattutto a Messina. Perla, soprannome di una  avvenente spia russa che ha ricevuto un incarico segreto e molto delicato, sceglie Alec come aiutante per la sua missione presso l'arcivescovato e la malavita della zona. L'ammiraglio a capo della flotta non può che acconsentire, dati gli ampi poteri di cui gode la spia, ma affidando ad Alec il compito di controllarla e riferire loro. Lui si trova a dover imparare la lingua italiana per poter mescolarsi agli abitanti del luogo. Perla, che oltre ad essere una baronessa russa, è anche una specie di Lara Croft, deve compiere una missione particolare che svelerà ad Alec solo verso la fine del romanzo. E qui si entra nella parte fantastica del racconto e anche la più drammatica, che dovrebbe spiegare perché la flotta russa, normalmente operante nel mar Baltico, si fosse trovata davanti alle coste siciliane e venga fronteggiata da quella inglese.
La storia si snoda scorrevole ed intrigante. L’autore ha anche saputo trasferire nel romanzo il modo di scrivere piuttosto ampolloso dell’inizio secolo. Per farlo, ha dovuto tralasciare la regola del “show don’t tell” e porre il romanzo sotto forma di diario/epistolario scritto dal marinaio Alec Brasivin. Si può discutere la scelta di Grasso, tuttavia il risultato a me sembra buono.
L’ottima forma linguistica può essere giustificata dalla libera trascrizione dal russo fatta dalla regina Elena, dato che è lei a ricevere il diario di Alec e a provvedere alla traduzione, ma va da sé che difficilmente un marinaio, con alle spalle un bagaglio di studi e cultura non certo ampi, avrebbe potuto scrivere con altrettanta proprietà e ricchezza di vocabolario. Tuttavia non ne farei un appunto all’autore, in quanto l’ultima cosa che si vorrebbe leggere è una prosa sconclusionata e piena di errori. Per rendere più realistica la traduzione da parte della regina italiana, Grasso ha inserito anche alcune note, scritte di pugno dalla sovrana in relazione all'interpretazione di vocaboli sconosciuti o con più significati.
Nel romanzo l'autore non ha lesinato i colpi di scena per rendere la lettura avvincente, come è tradizione nei migliori thriller. Ogni tanto ha inserito nel testo anche la narrazione per bocca di Perla, la spia tanto colta quanto abile nelle arti marziali, di alcuni intermezzi culturali riguardo ai miti greci, facendo peraltro attenzione a non cadere nell’infodump. Il romanzo si legge volentieri e può piacere anche a chi non apprezza le storie soprannaturali, tenuto conto che la parte fantastica, con risvolti pseudoreligiosi, è decisamente limitata.
In definitiva una bella prova, tanto da indurre a leggere con curiosità i precedenti racconti di Grasso che hanno vinto premi e ottenuto significativi riconoscimenti specie nel campo della fantascienza.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Come un brivido nel mare
  • Autore: Francesco Grasso
  • Editore: NEMO Editrice
  • Data di Pubblicazione: 2013
  • Collana: Il Narratore
  • ISBN-13: 9788890250781
  • Pagine: 201
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 17,90

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