come un manto nero sull'anima...
Creato il 17 settembre 2014 da Omar
Approcciare a un'opera di Pete Dexter significa venire catapultati di peso in porzioni spazio-temporali precise (la Los Angeles degli anni Cinquanta, la Georgia degli anni Quaranta), luoghi dove uomini e donne non riescono a condividere gli stessi spazi senza configgere entro qualche grumo inestirpabile di violenza che, quando esplode, lo fa con una potenza letale e dirompente.
Il cuore nero di Paris Trout,splendida tragedia nera aggiudicatasi nell'87 il prestigioso National Book Award, comincia con un'epidemia di rabbia delle volpi per scivolare agile con la vendita di un rottame d'auto mascherato da berlina da parte di un uomo d'affari bianco - il Paris Trout eponimo - a un giovane bad-guy di colore: il mancato pagamento del debito generato da questa semplice transazione darà luogo a un temibile avvicendamento di vendette, svelando lungo lenti, inflessibili capitoli, l'orrore che si cela nel profondo di un uomo convinto di essere al di sopra della legge (quanti ancora ne esisteranno?) per consegnarci un cattivo davvero memorabile, un sociopatico crudele e razzista capace di mascherare la propria follia omicida sotto la patina d'inflessibile rispettabilità che gli regala una società negletta e classista - e quindi più o meno indirettamente complice.Tradotto in italiano in maniera virtuosa ed efficace da Stefano Negrini (era già uscito ne I Gialli), Il cuore nero di Paris Trout affronta una storia di ordinaria discriminazione del Sud degli Stati Uniti, trovando però nella penna di Dexter un interprete esemplare, capace di gettare una luce universale sugli eventi narrati per trasformarli in una vicenda che, come disse William Styron, «viene da un autore che ha saputo catturare l'essenza dell'America profonda con una fedeltà ai dettagli e un orecchio per i dialoghi che non si vedeva dalle opere di Flannery O'Connor». Scrittore dotato e poliedrico (qui parlammo di un suo altro successo, lo splendido Train), Peter Dexter è oggi un autore considerato in grado di maneggiare abilmente il canone a prescindere dalla natura thriller o noir delle sue storie: visionario dallo stile accurato e immaginifico, le sue frasi sono accurate, spesso ammalianti per via di una strana sensazione di energia trattenuta. Suo il lavoro di sceneggiatura anche del film omonimo che Stephen Gyllenhaal trasse dal libro nel '91, interpretato da un calzante Dennis Hopper e da altri due assi del grande schermo quali la bella Barbara Hershey nel ruolo della moglie vessata e il sempre perfetto Ed Harris, che stavolta presta la sua espressione granitica all'avvocato cui toccherà l'oneroso incarico di difendere Paris Trout dinanzi a una corte fin troppo disposta a tollerare le mattane del commerciante razziatore. La pellicola svolge il suo compitino senza eccellere, ma il cast è meritevole e restituisce con passione l'inestricabile impasto di dolore e cattiveria che fanno di questa storia un classico color pece...
Il cuore nero di Paris Trout
Pete Dexter (Ed. Einaudi)
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