Ve l’ho detto che Saruccia ha avuto un piccolo incidente con la bicicletta?
No?
Beh, è andata così:
Io ero in casa a preparare la cena, mentre lei e il Marito erano fuori con la bici.
Insomma, ad un certo punto, diciamo un dieci minuti dopo che erano usciti, li sento rientrare e mi arrivano dei lamenti.
Solo che non mi sembravano di dolore, quanto piuttosto piccoli lamenti dovuti ad una discussione con il papà (no, perchè, loro due si amano alla follia, ma litigano anche spesso).
E’ stato quando ha aperto la porta che ho capito di essermi sbagliata, e anche tanto:
perchè mi sono ritrovata davanti una bambina che tentava di stare calma, ma era spaventata…e aveva tutto il viso coperto di terra e sangue.
E mi è bastato uno sguardo al volo al marito per capire che DOVEVO far finta di nulla (anche se il primo impulso è stato quello di piangere).
Ho preso la ferita e l’ho portata in bagno, l’ho lavata e medicata.
E poi tante coccole.
Diciamo che il bottino di guerra non era molto incoraggiante: bernoccolo in fronte, labbro gonfio, naso e mento graffiati.
Però nessun dente rovinato.
Quindi non è andata poi malissimo.
Più che altro ho dovuto coccolare la piccola ferita che continuava a ripetere
“Mamma sono diventata tanto brutta!!”
Va beh, è femmina, dopotutto!!
Diciamo che poi ha avuto una velocità di guarigione record e che quegli acciacchi che vedete nella foto sono soltanto un lontano ricordo.
Incidenti casalinghi a parte, il resto della settimana è volato tranquillo.
Io, nonostante i tentativi di dieta (perchè ci provo e mi impegno anche, ma ogni tanto ho la tentazione homemade…mi faccio male da sola…) e il caldo improponibile di questi giorni (che Scipione mi sta stendendo al tappeto…non oso immaginare quando sarà il momento di Caronte…) accendo imperterrita il forno e cucino.
Dolci soprattutto.
Come questi cupcakes.
La ricetta l’ho presa direttamente dal sito di Nigella…giusto per farmi ulteriormente male!
E visto che le uniche varianti che ho fatto alla ricetta originale sono il cacao in polvere e la copertura con cioccolato fondente…beh, vi lascio direttamente il link
Diciamo che non cucino soltanto per spirito di sacrificio.
E’ che, di tanto in tanto, abbiamo ospiti durante la giornata.
Uno in particolare:
Il mio nipotone, che almeno insieme alla cugina si annoia di meno (oddio, magari io mi rilasso molto meno…ma solo quando non esagera!)
E allora li portiamo in giro (in luoghi al chiuso e muniti di area condizionata, s’intende…ci tengo alla mia e alla loro vita!!).
E poi li riportiamo a casa e organizziamo qualche gioco insieme.
Quasi sempre il nipotone mi chiede:
Zia, non è che, PER CASO, hai cucinato quei buonissimi muffin? Avrei giusto un languorino…
E te lo dice dopo aver ispezionato la cucina e aver visto che si, la zia i muffin li ha a portata di mano
A me fa piacere.
E una sudata val bene un sorriso di mio nipote (tanto dopo c’è sempre la doccia…).
In effetti il nipotone non è l’unico ad avere richieste culinarie.
Domenica scorsa, ad esempio, chiedo a Saruccia cosa preferisse per colazione.
E lei, senza esitazione mi fa:
Mamma lo sai di cosa ho voglia? Voglio due bei pancakes con la nutella sopra!!
L’importante nella vita, dopotutto, è avere le idee chiare…
E insomma:
stiamo vivendo questi giorni uno dopo l’altro con calma…un po’ come se fossero un’ordinata torre di pancakes.
Ne prendiamo uno alla volta, lo gustiamo piano piano, ci godiamo il sapore fino all’ultimo boccone.
Il fatto è che so che, nonostante i problemi, i vicini che farei sparire in un nanosecondo e tutte le incertezze questa casa mi mancherà.
Che questa città mi mancherà.
E’ normale: ci ho vissuto tutta la mia luuunga vita finora.
E allora penso che questo periodo di transizione, pieno di momenti indaffarati, di cose da dare via, di conti da chiudere e di visite immobiliari meriti anche dei piccoli spazi di tranquillità.
Mi piace mantenere una routine.
E mi va di ritagliarmi dei momenti allegri con la mia famiglia.
Perchè ecco.
Quando ripenserò a questa casa lo farò ricordando la nascita di Sara, i suoi primi passi, le sue prime parole e le risate di una stramba (ma simpatica) famiglia che, un giorno, ha deciso di fare fagotto per andare a portare il suo caos divertente in un altro luogo.
Pensato da