Una gita delle superiori. Meglio: un viaggio con le amiche dopo la maturità.
Non tocco suolo spagnolo da circa sei mesi, e oggi mi sento proprio così. Come alla vigilia di un evento epocale.
Sarà che poi, alla fin fine, lo è. Chè quando torno sarà tutto diverso. Sì, insomma: libro – me l'hanno confermato proprio l'altro ieri – sarà fisicamente disponibile tra Lunedì e Martedì. Lo porteranno anche alla Fiera di Roma nei giorni attorno all'Immacolata. O così pare. E allora potrò finalmente svelarvi tutte le ragioni del suo retrogusto folle. Innovativo, forse. Sarcastico. Dissacrante. Qualcuno ha anche avuto il coraggio di usare la parola “geniale”. Ma per me resta indubbio di essere del tutto schizzata. La verità è questa. Ne vado pure fiera, by the way.
O forse sarà che mi sento leggera. Due concerti, nessun minuto libero da incontri, impegni o abbracci. Un diluvio di “e se...” nella testa, ma ancora zero ansie disperate se quello in cui poi spero non si realizzerà. Non mi importa nemmeno, a conti fatti, di accaparrarmi la prima fila. Sarà che non è Dani. Dai, è sempre stato ovvio che io sono più “da Dani”. Comunque, voglio solo divertirmi. Divertirmi come se, alla storia dei Maya, ci credessi davvero. E allora va così. La valigia si chiude, piena di regali, pesci di cartone e dischi da firmare. Piena di nove chili di illusione e d'impazienza. Orgogliosa dei due che ho appena scoperto di aver perso io.