La domanda diventa ogni giorno più importante: tanto di più, quanto più scopriamo il fallimento di tante ricette economiche che avrebbero dovuto curare il male e che invece l'hanno peggiorato. In Grecia, come in Italia.
Oggi l'ecomomia e le sue leggi (anche quelle leggermente in direzione contraria alla nostra Costituzione) sembra diventata un dogma. Vietato criticare e mettere paletti al libero mercato, anche quando il mercato non è libero ed è pure falsato.
Vietato criticare l'austerità, anche quando questa parola è solo uno slogan vuoto: perché austerità è contro la spesa pubblica per sanità, istruzione, investimenti pubblici. Austerità non è invece bloccare le spese militari, le spese per le grandi opere, inutili. Austerità, e la politica del rigore, nella versione falsa e tendenziosa che ci hanno venduto, non significa controllare quale parte della spesa pubblica viene persa in corruzione e sprechi.
Ne ha parlato Report domenica scorsa, nell'inchiesta sulla corruzione in Lombardia e se ne tornerà a parlare stasera con la seconda parte del servizio (Do ut des 2 di Alberto Nerazzini).
Oggi, dopo aver messo in Costituzione il pareggio di bilancio (la stessa Costituzione che parla di scuola per tutti!), dopo aver chinato il capo con l'Europa sul rapporto deficit PIL sotto il 3%, dopo tutti i tagli lineari, oggi il governissimo che fa benissimo ha indicato le priorità. Imu, far ripartite le costruzioni e la disoccupazione giovanile. Dunque, altro cemento per far felici i costruttori e una mancetta per i giovani e disoccupati con altra cassa integrazione. E magari ci illuderemo che facendo partire i cantieri del TAV in val di Susa e per il Terzo valico, ripartirà l'occupazione e l'economia. O anche facendo anche altre privatizzazioni false.
Togliendo di mezzo sindacati, tagliando ancora sul costo del lavoro (ma non costo dei manager magna e scappa), sulle tutele e sulla sicurezza dei lavoratori (6 morti bianche, l'altro giorno). Ma non esiste un altra prospettiva? Un'altra strada?
L'anticipazione su Reportime:
La scheda dell'inchiesta “Gli austeri” di Michele Buono
Abbiamo cambiato la costituzione: pareggio di bilancio obbligatorio da questo anno. E poi: patto di stabilità. Cosa cambia nella vita quotidiana di tutti noi?La seconda parte dell'inchiesta sulla corruzione e sulla sanità in Lombardia.
“Abbiamo bisogno che i nostri governi spendano di più, non di meno – dice il premio Nobel Paul Krugman – perché questa è l’unica soluzione. Assumere insegnanti. Costruire infrastrutture. Fare quello che fu fatto con la seconda guerra mondiale, possibilmente scegliendo spese utili”. E invece no dicono gli austeri di tutto il mondo, non ci sono i soldi.L’economista Keynes avrebbe risposto: “E che le case, le fabbriche si costruiscono con i soldi?” – direbbe–. “Mancano per caso i mattoni, le materie prime? Non ci sono gli operai, gli ingegneri? Ah i soldi! Ma è solo una questione tecnica!”Ma hanno ragione gli austeri? E soprattutto dove ci stanno portando?Raccontiamo quale sarebbe il risultato di un sistema politico ed economico centrato sul cittadino, il lavoro e l’interesse generale. Ribaltiamo il modello delle politiche recessive e pensiamo che ci siano soldi da investire e una regia pubblica: niente fiscal compact in Europa e niente pareggio di bilancio nella nostra costituzione. Come cambierebbero le nostre vite se il nostro paese – per esempio – avviasse un programma di ricostruzione urbana? Le città sono la principale infrastruttura economica dove vive più della metà della popolazione mondiale. Se non funziona bene vivi male, lavori male - se lavori - e il valore della produzione è di conseguenza. Quale sarebbe l’impatto di investimenti di questo tipo sul debito pubblico e la crescita? Si avvierebbe un volano economico che crea lavoro, beni materiali duraturi e benessere delle persone. E i titoli di debito pubblico di un paese che si indebita per un progetto del genere come li considererebbe il mercato? Del resto Nantes uscì da una crisi profonda negli anni ’80, provocata dalla chiusura dei cantieri navali, con una politica pubblica vigorosa di investimenti sulla città e sulla ricerca.E se nel sistema diverso pensassimo a banche pubbliche che raccolgono il risparmio e lo investono in progetti industriali e lavoro? Come la KfW tedesca. E se il lavoro non fosse un dannato incidente nella produzione? Con i sindacati e i rappresentanti politici del territorio seduti alla pari nei consigli di amministrazione? Come alla Volkswagen.E’ con il lavoro e la produzione che si crea la ricchezza. Senza politiche industriali succede poi come a Youngstown in Ohio, giusto per fare un esempio. Deindustrializzazione, tagli di bilancio e politiche recessive creano il deserto: le città si svuotano, scheletri di fabbriche, giù i valori immobiliari e su la delinquenza. E in tanti dagli Stati Uniti a dire attenta Europa! Noi i vostri errori gli abbiamo già fatti.
Il Cerba, Ligresti e la sanità lombarda. DO UT DES 2 Alberto Nerazzini
Umberto Veronesi è la figura di garanzia indicata dal presidente della Lombardia Maroni per vigilare sul sistema sanitario, martoriato dagli scandali. Si pensa di metterlo a capo di una commissione speciale. Intanto il grande oncologo spinge per la realizzazione del suo sogno: il Centro di ricerca biomedica avanzata (Cerba), che dovrebbe sorgere accanto all'Istituto europeo di oncologia. Però oggi il progetto del Cerba è intrappolato nella vicenda giudiziaria del fallimento Ligresti ed è diventato decisivo per le banche: una partita complessa in mano alla politica.Cosa ha significato per i comuni l'abolizione dell'Ici? E poi quella dell'Imu sulla prima casa (introdotta dal governo di responsabilità nel 2011 e ora tolta dalla stessa maggioranza sempre per un senso di responsabilità)? Che succede coi conti dei comuni?
IMU, IL CONTO IN SOSPESO Emilio Casalini
Il Consiglio dei Ministri ha deciso di congelare la rata dell' IMU sulla prima casa: sono due miliardi di euro che ballano. Vedremo come e quando verranno rimpiazzati perchè i Comuni battono cassa, e c'è la priorità dei posti di lavoro da creare. Il governo ha deciso anche di modificare la tassa ma c'è ancora da fare i conti con il passaggio da Ici a Imu.Molti comuni con l'avvento della nuova tassa, si sono trovati i bilanci improvvisamente dimezzati. E non sempre per errore loro, ma perché lo Stato, il garante di quelli stessi conti, a volte ha semplicemente sbagliato, mentre in altri casi per la disperata necessità di drenare fondi gli ha ammollato il cerino bollente in mano. Con il risultato, che con le casse in rosso, e senza entrate certe sulle quali contare, i comuni bloccano i lavori già iniziati e necessari come le ristrutturazioni delle scuole, si mettono in crisi le aziende che avevano vinto gli appalti e si privano i cittadini di opere per le quali hanno già tirato fuori i soldi.