Dopo "come stai?", è la domanda che più mi fa alzare gli occhi al cielo (specie nell'ultimo periodo).
Come va la vita matrimoniale? In che senso? Continuiamo ad avere un lavoro per ciascuno, pasti regolari e un discreto (si può fare di meglio) numero di ore di sonno per notte.
Ma non è ovviamente questo che volevi sapere, e cosa allora? Come va la nostra convivenza? Bene, quando non succede qualcosa che alteri uno dei due. Litighiamo? Sì, certo, credo come ogni coppia di persone che metta insieme vita, abitudini, rituali e piccole manie, ma ovviamente nessuno dei due è ancora uscito di casa sbattendo la porta. Però questa risposta genera sguardi tra lo stupito e il dispiaciuto, come se la vita matrimoniale non prevedesse le difficoltà e quotidianità di ogni rapporto.
Il problema non è il matrimonio, ma l'aspettativa. Non tornerei indietro di un passo, intendiamoci, mi risposerei, con la stessa cerimonia, stessi amici presenti, e anche con lo stesso uomo. L'aspettativa è quella che hanno gli altri, che ti guardano come se improvvisamente ti si dovesse accendere una qualche lampadina addosso.
"Come va il matrimonio?"
"Bene, grazie"
Mi rifugio in una risposta insipida perchè la domanda non vuole davvero una risposta. E' la frase da dire a chi si è sposato da poco, e allora che anche la risposta sia di circostanza.